Diego Amplatz è il dominatore Gli azzurri hanno vinto tutto di Giorgio Viglino

Diego Amplatz è il dominatore Gli azzurri hanno vinto tutto Conclusa a Mayrhof en la Coppa Europa dello sci Diego Amplatz è il dominatore Gli azzurri hanno vinto tutto Una continuità assicurata dall'avvento dei giovani - Tiziano Bieller un campione da recuperare - Le manovre contro Mario Cotelli per ora hanno costretto al ritiro il fratello Franco Mayrhofen, 9 aprile. Christian Neureuther ha vinto l'ultima prova della Coppa Europa, uno slalom speciale disputato nella stazione invernale austriaca di Mayrhofen. Lo specialista tedesco ha preceduto il francese Claude Perrot, che si è inserito sorprendentemente fra i migliori dopo due stagioni prive di risultati. Dietro di lui sono allineati alcuni fra i protagonisti delle maggiori gare, l'austriaco Hansi Hinterseer, Willy Frommelt del Liechtenstein, il campione climpionico Paco Ochoa e l'austriaco Hauser. Primo e unico degli azzurri ancora Diego Amplatz, che ha confermato con un piazzamento il suo buon diritto a ritirare la Coppa Europa da lui matematicamente conquistata ormai da una settimana. Gli altri azzurri di maggior spicco, Paolo De Chiesa, Ilario Pegorari e Tino Pietrogiovanna sono stati eliminati fin dalla prima manche. La classifica: 1. Christian Neureuther (Ger.) (55"41-46") 101 "41; 2. Perrot (Fr.) (55"60-46"16) a 32/100; 3. Hinterseer (Au.) (55"4046"47) a 46/100; 4. Frommelt (Lic.) a 73/100; 5. Ochoa (Sp.) a 1"59; 6. Hauser (Au.) a 1"65; 7. Amplatz (It.) a 1 "72; 8. Morgenstern (Au.) a 1 "76: 9. Schlager (Ger.) a 1 "85; 10. Derezinski (Poi.) a 2"06. Classifica finale di Coppa: 1) Diego Amplatz p. 176: 2) Engstler (Au.) 125; 3) Sochor (Cec.) 124: 4) Schwendener (Svi.) 101: 5) Hagn (Ger.) 95: 6) Good (Svi.) 94; 7) Hemmi (Svi) 93; 8) Oberfrank (It) 89; 9) Berchtold (Au.) 77; 10) Bonnevie (Fr.) 71; Se non fosse stato per la disattenzione di Giulietto Corradi che lo scorso anno arrivo in Coppa Europa a discese libere finite, l'albo d'oro di questa competizione che da quattro anni si sviluppa parallela alla Coppa del Mondo sarebbe tutto italiano. Hanno vinto nell'ordine Ilario Pegorari, Fausto Radici, e poi dopo l'intermezzo di Witt-Doering, austriaco debitamente scomparso quest'anno, Diego Amplatz. Il dominio azzurro risponde alla logica di questi anni '70 che vedono gli sciatori italiani dominare non con un individuo soltanto, con un fuoriclasse o qualche campione, ma costantemente a livello di squadra in ogni competizione. Amplatz ad Inizio stagione era praticamente alla pari con De Chiesa, e insieme esordirono nelle gare Internazionali. Paolo vinse subito in Austria e poi fu secondo in Coppa del Mondo a Madonna di Campiglio, e dominatore del parallelo azzurro a Cervinia. Fu a quel punto che le strade dei due si divisero e per il ragazzo di Val di Fassa si pose il traguardo della Coppa Europa, raggiunto quasi con facilità a suon di vittorie. In visione prospettica non è dillicile prevedere un nuovo accostamento a partire dal prossimo anno nelle gare di Coppa del Mondo e una rivalità che potrebbe ricalcare quella esistente fra Thoenl e Gros. E' importante per la vitalità dello sci italiano il saper rinnovare continuamente I quadri, o più esattamente allargarli poiché la longevità degli sciatori è ormai sperimentata e campioni si può rimanere lino a trent'anni, strada lunga se si è partiti a diciannove anni com'è accaduto a tutti gli azzurri più noti. L'aver trovato De Chiesa e Amplatz campioni a livello assoluto appare tanto più straordinario se si pensa che I due erano considerati fra i bravi, ma davanti a loro c'era un ragazzo valdostano, Tiziano Bieller. Bieller per ora è in area di parcheggio, vittima di un incidente grave, e di una ancor più grave serie di errori nella successiva terapia medica, ma può essere ancora recuperato e costituire con i coetanei una formidabile linea verde che assicuri continuità al successi in serie della squadra italiana. Cotelli deve cautelarsi in questi senso per coprire un -buco- che fin d'ora si intravede alle spalle di questi campioni e dei più giovani Provera, Burini, Carpaneto. Forse non toccherà più a luì occuparsi del problema, ma rimane l'obbligo morale di assicurare un avvenire alla squadra dai cento success:. I dubbi circa la perma nenza di Cotelli alla direzione delle squadre di sci sono più che legittimi visti gli attacchi continui cui il commissario tecnico è latto oggetto. Non sono voci autorevoli, piuttosto rassomigliano a maldicenze di paese, ma disturbano chi all'estero viene considerato con rispetto assoluto e in Italia trova riconoscimenti soltanto per il breve periodo stagionale delle gare. Dopo, il lavoro continua e le ma¬ novre contrarie altrettanto, favorite dall'attenzione generale rivolta altrove, e alla ripresa dell'attività agonistica ci si può trovare di fronte a situazioni di potere nettamente mutate. Una campagna denigratoria ha provocato le dimissioni del più giovane dei fratelli Cotelli, Franco, ch'era responsabile del settore femminile. E' questa la prima perdita secca dello staff tecnico azzurro creato ormai da sei anni, e con l'uscita ormai certa di Cotelli ir. si deve registrare quella probabile di Franco Arrigoni, portato da questa atmosfera di tensione su posizioni opposte rispetto a quelle del collega. Poi ci sono le offerte a Sepp Messner, che provengono anche da ambienti estranei allo sci, e quelle meno pubblicizzate ma concrete fatte a Franco Vidi. Mario Cotelli riassume in se stesso in questo momento più che le funzioni di un d. t., quelle di un autentico manager della Federazione. Non sarebbe il caso di attribuirgli ufficialmente questo compito? Ne trarrebbe un vantaggio lo sci italiano messo al riparo dalla lotta elettorale ormai aperta Ira I dirigenti che si riflette in questi siluri indirizzati ai tecnici che lavorano. Giorgio Viglino

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