Macario (Cisl) parla di vertenze ed unità di Giancarlo FossiLuigi Macario

 Macario (Cisl) parla di vertenze ed unità Macario (Cisl) parla di vertenze ed unità Roma, 7 aprile. La situazione sindacale è ancora tesa, nonostante il recente accordo sulle pensioni. Le difficoltà per il processo unitario si sono nuovamente inasprite. Uno sciopero generale è stato deciso dalla federazione Cgil-Cisl-Uil (22 aprile) per sollecitare investimenti e la difesa dell'occupazione, oltre tre milioni e mezzo di pubblici dipendenti sospenderanno il lavoro per 24 ore, il 17 e il 24 aprile, e 4 ore il giorno dello sciopero generale. Si continua a parlare di «scissione» nella Cisl, mentre il «no» dei repubblicani e dei socialdemocratici della Uil ad un cauto progetto di Storti pfv l'unità ha causato contrasti nella Federazione e una spaccatura nella stessa Uil. Ad alcuni esponenti della Cisl (i segretari confederali Camiti e Crea, i dirigenti regionali del Piemonte e della Lombardia), riuniti ad Alba, si è attribuito da qualche parte il duplice proposito di reclamare l'espulsione di Scalia e di «silurare» Storti, Macario, altri rappresentanti della maggioranza. Dissensi e polemiche si sono accesi perfino sulla celebrazione del 1" Maggio in seguito all'invito di Paolo VI ai lavoratori per un'udienza in piazza San Pietro e le riserve espresse in segreteria unitaria soprattutto dalla componente repubblicana della Uil. Su questi temi abbiamo chiesto giudizi e chiarimenti a Luigi Macario, chierese, dal 1973 segretario generale aggiunto della Cisl, per dodici anni segretario confederale e per otto anni segretario generale della Federazione dei lavoratori metalmeccanici aderente all'organizzazione. «E' ora di finirla — dice Macario, riferendosi al 1" Maggio — con tutte queste speculazioni, e ristabilire la verità più elementare. Se in occasione dell'Anno Santo, intitolato per di più alla riconciliazione, il pontefice intende rivolgersi ai lavoratori di tutto il mondo nel giorno della festa del lavoro, la federazione Cgil-Cisl-Uil aveva il dovere di non creare alcuna antitesi fra la celebrazione religiosa di piazza San Pietro e la manifestazione sindacale. Se siamo, infatti, come vogliamo essere, rispettosi delle convinzioni religiose dei lavoratori e non crediamo che il sindacato sia tutto, non dobbiamo intralciare una iniziativa di questa importanza. Come cattolici vogliamo favorirla e chiediamo ai non credenti di rispettarla». Macario aggiunge: «E' quindi un fatto positivo che la Federazione all'unanimità abbia deciso di tenere il comizio del 1" Maggio a Roma in un'ora diversa dalla manifestazione di piazza San Pietro. Al Papa non abbiamo nulla di particolare da chiedere, se non come cattolici di incoraggiare l'impegno sociale dei lavoratori e la loro aspirazione alla giustizia come un fattore autentico di riconciliazione». Come valuta, Macario, l'atteggiamento negativo dei repubblicani e dei socialdemocratici della Uil sul progetto di unità elaborato da Storti, in vista della riunione dei tre consigli generali? «Non so spiegarmi — ri¬ sponde — l'atteggiamento della maggioranza della Uil, perché in fondo la relazione di Storti costituiva una prò posta estremamente contenuta, realistica, sulla quale fra l'altro si ritrova la grande maggioranza della Cisl. Mi auguro che non ci siano intendimenti di rottura. Non credo che la maggioranza Uil possa assumersi la responsabilità di mettere in crisi il processo unitario, tanto più in un momento in cui si richiede un forte impegno del movimento per lo sciopero I generale del 22 aprile e l'agilozione del pubblico ìmpie- : go». Il dirigente della Cisl rileva, poi, che la« vertenza d'autunno» è ancora aperta. «Noi riconosciamo — osserva — j che il governo in pochi mesi \ ha affrontato taluni nodi importanti per il movimento sindacale, come l'ultimo ac-, cordo per le pensioni. Però, la gravità della situazione occupazionale e degli investimenti, j il malcontento esistente nel j pubblico impiego e tra i braccianti per il mancato accordo strila contingenza, l'inquietu- \ dine più generale per i numerosi aumenti tariffari esigono con urgenza un incontro chiarificatore. Diversamente, non si potrà certo attribuire alla responsabilità del sindacato se la ripresa sostenuta delle lotte si renderà inevitabile». Sui tentativi scissionistici nella Cisl, Macario esprime un giudizio pesante. «Nelle sue strutture — afferma — la Cisl ha realizzato, con uno sforzo ventennale, una posizione di autonomia reale, politica e finanziaria. Diciamo che la vera dialettica nella Cisl è fra le sue strutture. Ci sono, invece, fatti sovi-astrutturali di recente formazione, coinè il caso Scalia, che non ha \ precedenti nella storia della Cisl e che configura non una posizione di organizzazione, ma di persona ». Come considera l'incontro di Alba fra esponenti collocati a sinistra nella Cisl? «Si tratta di un normale incontro — replica Macario — fra strutture (in particolare quelle del Nord) e per un esame della situazione sindacale alla vigilia dei tre consigli generali, che non ha avuto alcun significato di contrapposizione interna e di cui la segreteria generale era al corrente. Può far comodo a taluni dipingere certe forze che operano nella Cisl come animate da una carica "bisontesca" o come forze unitarie oltranziste. E' privo di fondamento, ed è una balorda strumentalizzazione, ipotizzare contrasti nella maggioranza o lotte di potere, alle quali le forze più autentiche della Cisl sono state sempre estranee. Ciò fa comodo solo a certi ambienti, divenuti pregiudizialmente ostili alla Cisl ». Giancarlo Fossi Luigi Macario

Luoghi citati: Alba, Lombardia, Piemonte, Roma