Che cosa succede alla Volkswagen

Che cosa succede alla Volkswagen Perché continua la crisi dell'automobile Che cosa succede alla Volkswagen Secondo gli ultimi dati statistici le immatricolazioni di automobili (ossia le vendite) mostrano un lieve miglioramento che non si ferma all'Italia ma si allarga agli altri principali Paesi produttori europei. Le maggiori immatricolazioni, favorite anche dalla stagione, non si ripercuotono però sulla produzione, poiché le scorte determinatesi nei mesi precedenti sono più che sufficienti a colmare la richiesta. Un esempio significativo in questo senso viene dalla Germania, il più grande paese europeo costruttore di autovetture e, in particolare, dalla Volkswagen che, nella Repubblica Federale, è la fabbrica automobilistica più importante. Pochi giorni fa un membro del Consiglio d'amministrazione della società ha dichiarato che nei primi due mesi di quest'anno le vendite della Volkswagen sono aumentate di circa l'8 per cento rispetto allo stesso periodo del 1974 e la Casa ha tenuto la prima posizione per numero di immatricolazioni in Germania, guadagnando diverse posizioni in unità vendute rispetto a gennaio: le immatricolazioni in febbraio sono state 34 mila contro 28.500 del mese prima, molto superiori a quelle della Opel (seconda classificata) che sono state 24 mila. Le vendite migliorano ma, anche in Germania, si sta verificando lo stesso fenomeno riscontrato in Italia. Ad un aumento delle vendite non corrisponde un incremento della produzione a causa delle scorte accumulate nel periodo precedente. Il fenomeno è stato confermato in occasione della recente presentazione della "Polo", la più piccola vettura di Wolfsburg. Il recente miglioramento nelle vendite — è stato precisato — non esclude la possibilità di ulteriori riduzioni della produzione e del personale. E' così sorta la vertenza fra direzione dell'azienda e rappresentanze sindacali e anche se massimi dirigenti hanno negato licenziamenti forzati (non è escluso che vengano proposte nuove dimissioni volontarie), la tensione è notevole. La migliorata situazione di vendita non ha poi impedito all'azienda di adottare un nuovo provvedimento di cassa integrazione per 47 mila lavoratori al quale farà seguito un secondo (dal 7 all'11 aprile) per 27 mila dipendenti. I motivi di questa situazione sono da ricercarsi nelle vicende energetiche e nelle tendenze recessionistiche dell'economia internazionale — la Volkswagen ha sempre esportato il 60 per cento della sua produzione — ma anche in un eccessivo invecchiamento dei modelli (vedi il Maggiolino) senza che l'azienda abbia pensato ad una tempestiva produzione di rincalzo. Negli ultimi due anni il prodotto è stato ampiamente rinnovato. Passat, Golf, Scirocco e, ora. Polo sono le 4 vetture nuove della Casa di Wolfsburg, ma i successi registrati non sono ancora sufficienti per tenere in piedi un colosso produttivo delle dimensioni della Volkswagen. Inoltre sono arrivati in un periodo particolarmente delicato per l'economia e che solo ora sta allentando di poco la stretta. La Germania è un Paese anche troppo ricco e il go¬ verno ha dovuto adottare una energica politica deflazionistica per abbassare la domanda interna. Oggi le vendite stanno riprendendosi, anche nel campo dell'automobile, ma la Volkswagen ha da fare i conti con l'agguerrita concorrenza interna ed estera. Contro il suo incremento dell'8 per cento nei primi due mesi si è registrato infatti in Germania un aumento complessivo delle immatricolazioni del 23 per cento e ciò dimostra come la Casa di Wolfsburg abbia partecipato in minima parte alla ripresa. La tendenza all'aumento delle vendite non risolve per ora le difficoltà dell'industria automobilistica europea. La crisi del settore che dura ormai da due anni, ha creato una situazione ardua da sbloccare in breve tempo. E' difficile poter dire quanto essa potrà migliorare, così come è difficile affermare se la ripresa attuale sia destinata a continuare. E' evidente che l'esempio della più grande industria automobilistica della Germania Federale è sintomatico: crescono le vendite, ma l'azienda è costretta a mettere in Cassa integrazione molte migliaia di dipendenti e ad annunciare una serie di misure per risanare la situazione. Renzo Vìllare

Persone citate: Renzo Vìllare, Scirocco

Luoghi citati: Germania, Germania Federale, Italia