Fiat: trattative riprese e subito iaterrotte
Fiat: trattative riprese e subito iaterrotte Forse il ministro del Lavoro Toros riconvocherà le parti a Roma Fiat: trattative riprese e subito iaterrotte Le trattative tra la Fiat ed i sindacati sono nuovamente interrotte. Su proposta del ministro del Lavoro, Mario Toros, le parti avevano ripreso la discussione ieri pomeriggio all'Unione Industriale di Torino. Però, dopo circa due ore di negoziato, azienda e sindacalisti hanno preso atto che non esistevano possibilità di giungere a un'intesa. E' probabile che il ministro del Lavoro riconvochi a Roma le parti nei primi giorni della prossima settimana. Nella riunione di giovedì presso il ministero del Lavoro era stato stralciato dal carnet del negoziato Fiat il problema delle aziende fornitrici del settore automobilistico, che sarà discusso in una serie di incontri in sede nazionale, anche con le altre fabbriche di auto. Sul «tavolo torinese» ieri restavano il problema degli appalti e la definizione delle giornate di Cassa integrazione da fare nel trimestre aprile-maggiogiugno. La sospensione della trattativa è avvenuta sulla questione degli appalti e sulla richiesta dei sindacati di stabilire giornate di Cassa integrazione « uniformi » nei vari stabilimenti automobilistici. Sintetizziamo le posizioni delle parti. DITTE APPALTATRICI — « Abbiamo chiesto — ha spiegato il segretario nazionale della Federazione lavoratori metalmeccanici, Tridente — che la Fiat garantisse i livelli di occupazione negli appalti ». Il sindacalista coordinatore del settore auto, Zavagnin, ha aggiunto: « Abbiamo una documentazione dalla quale risulta che la Fiat sta sostituendo con suoi operai centinaia di lavoratori delle ditte appaltatrici. In questo modo la garanzia di non procedere a licenziamenti per tutto il 1975 che la Fiat ha assunto nei confronti dei prò pri dipendenti, si traduce nel oaoribiari ci. ni — ele ri — elalaaaalat eeleon er ha ò licenziamento di persone delle ditte appaltatrici ». L'altro coordinatore sindacale, Zilli, ha fatto rilevare che « in questo modo la Fiat rimette in discussione, di fatto, l'accordo del novembre scorso ». Il punto di vista della Fiat è stato illustrato dal responsabile delle relazioni sindacali, Paolo Annibaldi, e ribadito in un comunicato dell'azienda. «La richiesta dei sindacati alla Fiat di garantire la continuità dell'occupazione nelle ditte appaltatrici, e al limite di assumerne i dipendenti, non può evidentemente essere accolta nel sistema di economia di mercato in cui viviamo; non è infatti possibile per la Fiat sostituirsi, o imporsi, nelle decisioni che competono alle singole aziende appaltatrici, estranee alla stessa Fiat, senza snaturare i rapporti che regolano questo specifico tipo di lavoro». Nel comunicato della Fiat si ribadisce che «gli appalti el \ sono indispensabili per la vi¬ ta di un'azienda, per lavori non direttamente connessi con il ciclo produttivo, in parecchi casi molto specializzati, spesso occasionali». Annibaldi — che aveva al fianco il vicedirettore dell'Unione Industriale Aldo Baro — ha spiegato: «Il numero dei lavoratori delle ditte appaltatrici è soggetto a sensibili variazioni, al punto che in certi periodi può raddoppiarsi o dimezzarsi. In queste condizioni è impossibile bloccare ad un qualsiasi livello il mimerò di questi lavoratori. Per esempio, ci sono imprese specializzate che assumono il lavoro di montaggio di un forno o di un impianto: altre che hanno contratti di sei mesi». Circa l'accusa dei sindacati di sostituire con dipendenti Fiat lavoratori degli appalti, Annibaldi ha detto: « Non è un disegno strategico della Fiat. Sono cose che possono capitare in un gruppo delle dimensioni della Fiat. In pro¬ posito — ha concluso Annibaldi — si potrebbe anche osservare che, in certi periodi, quando trasferivamo agli appalti dei lavori che prima erano eseguiti da dipendenti Fiat, i sindacati protestavano e si opponevano. Oggi protestano per il contrario ». UNIFORMITÀ' DELLA CASSA INTEGRAZIONE — La Fiat, è noto, ha chiesto per il trimestre aprile-maggio giugno riduzioni del lavoro oscillanti da un minimo di 5 a un massimo di 14 giorni secondo i settori in cui si articola la produzione automobilistica. Per esempio, i 15 mila dipendenti della Meccanica di Mirafiori dovrebbero fare qualche giorno in più delle linee di montaggio, perché hanno accumulato scorte superiori al numero delle auto che saranno montate. La Fiat so- Sergio Devecchi (Continua a pagina 2 in settima colonna)
Persone citate: Aldo Baro, Annibaldi, Mario Toros, Paolo Annibaldi, Sergio Devecchi, Zavagnin, Zilli
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