La paura costa

La paura costa Saper spendere La paura costa Per chi teme il dentista e ha bisogno di protesi è possibile un intervento in anestesia - E' più caro della normale terapia Tutto si paga, anche la paura. E quella che ci procura il dentista è una paura atavica, sorda, invincibile. Lo sa bene la signora che illustra i suoi guai in una lunga lettera alla rubrica. Il suo è II lamento di chi soffre e non soltanto per un male fisico e per la necessità di una protesi, ma soprattutto per il terrore che anche soltanto la parola «dentista» riesce a suscitare. « La mia reazione è quasi paranoica — scrivo la lettrice. — Mi copro di sudore, le gambe mi si piegano e mi sento tremare tutta. Non vi dico che cosa la il cuore: sembra impazzito. In queste condizioni, ogni seduta dal dentista è una tortura. Confesso: ho sessantacinque anni, ma sono sempre stata una Mona. Quindi, almeno questo, non è malanno di vecchiaia. Ora ecco ciò che desidero chiedervi. I miei denti sono malandati. Un intervento e una protesi parziale sono indispensabili. Me lo ha detto il dentista che ha aggiunto: ' 'Occorrono parecchie sedute, ben più di un mese". Ebbene, non me la sento. Possibile che non esistano nel nostro mondo di progresso metodi che consentano a chi ha paura di non vedere né sentire e di ritrovarsi in poche ore con la bocca perfetta, senza atroci sofferenze psichiche oltre che fisiche? -. ** E' il logorio dei nervi il male collaterale — e forse il più grave — di chi ha i denti guasti. La necessità di sostituirli con una protesi in lunghe sedute a bocca aperta, indifesi, non è una prospettiva allettante. Il prof. De Bella ed il dott. Vasconi, da noi consultati, conoscono bene la situazione della lettrice, analoga a quella di molti altri angosciati dal pensiero del dentista. » Tanto più — dicono — che lo specialista impegna il paziente In sedute prolungate e queste si susseguono, per la sistemazione di bocche molto rovinate, anche per mesi, con notevole dispendio di tempo e tensione dei nervi. Un altro problema fondamentale, rimasto insoluto per anni, è stato quello della protesi mobile che, da parziale per la sostituzione di un certo numero di denti mancanti, diventa totale quando si giunga alla perdita di tutta la dentatura. Stomatologi, neurologi e psicologi sanno quanto siano ..umerose le alterazioni dell'equilibrio psichico e del comportamento tra i pazienti portatori insoddisfatti di una protesi dentaria mobile '. Per fortuna, il progresso tecnico e scientifico viene in aiuto anche dei nostri piccoli difetti di natura, quali la mancanza di coraggio. Spiegano i due odontoiatri: -In questi ultimi cnnl équipes specializzate sono arrivate alla soluzione dei principali problemi connessi con II trattamento delle arcate dentarie e la costituzione del denti mancanti. Sono sorti inlatti nelle principali città italiane centri di ' 'narcoodontostomatologìa ' ' ed "implantologia dentarla", nei quali è possibile fare sia II trattamento terapeutico di tutta la bocca in una sola seduta, in anestesia generale, sia la sostituzione fissa dei denti mancanti, nei casi in cui prima era consentita soltanto l'applicazione di una protesi mobile. 'Naturalmente, sia per l'una sia per l'altra tecnica, sono indispensabili accurati esami di laboratorio sulle condizioni generali del paziente (e quindi il ricovero In clinica) e, nel caso di implantologia, anche esami sulle condizioni anatomiche e funzionali dei mascellari. Ma le prestazioni odontoiatriche, fatte in anestesia, non costituiscono più un dramma per soggetti turbati più che dal male dal terrore del dentista ». Una piacevole sorpresa. Ma c'è un ostacolo che impedirà a molti di godere dei vantaggi tecnologici in campo odontoiatrico. Le prestazioni eseguite in camera operatoria, anestetizzati e quindi insensibili, non costano molto, se si pensa che si tratta di un vero e proprio intervento chirurgico, tuttavia il risparmio di tempo e di paura si paga: circa un terzo In più rispetto al metodo tradizionale delle sedute presso il dentista. Cioè 100-150 mila lire per ogni elemento, nel caso di implantologia con protesi. Un pero pieno di salute ma finora senza frutti Né fiori né frutti sul pero Martin della signora Claudia Frisetti. « E' un alberello pieno di salute — scrive la lettrice — è stato piantato in giardino quattro anni fa, ma I risultati sono deludenti. Quali sono le caratteristiche di questa pianta e quanto tempo occorre attenuerò per avere i primi frutti?-. ** Spiega la dott. Elena Accati dell'Istituto di Orticoltura dell'Università di Torino: « Il ^Martin secco è una "cultivar" di pero con maturazione da dicembre a marzo. £' un albero di medio vigore produttivo, da innestare sul fianco. Produce un frutto piccolo, dì colore dorato o sfumato rosso, con polpa giallastra croccante. Le pere sono adatte per cuocere o per la preparazione di canditi ». La produzione dei frutti però richiede almeno un po' della pazienza di Giobbe. « Possono passare anche cinque o sei anni — afferma l'esperta — prima che la pianta diventi produttiva. Una delle cause del ritardo potrebbe anche essere dovuta all'incompetenza di chi mise a dimora il pero: cioè una imperfetta preparazione della buca di impianto ». Un aiuto è la concimazione equilibrata con azoto, fosforo e potassio. • Favorirà lo sviluppo della pianta ». E forse la convincerà ad essere meno pigra. Piccola posta * C'è qualcuno che non si lagna del caro-acqua. Scrive il signor Franco Rizzo: « In realtà tutta una categoria di utenti (della quale io laccio parte) dovrebbe rallegrarsene. Sono coloro che abitano in alloggi agli ultimi piani, dove esiste da tempo una situazione di disagio, conseguenza degli sprechi d'acqua spesso favoriti dalle autoclavi e dall'inadeguatezza degli approvvigionamenti e della rete di distribuzione. L'adeguamento delle tarilfe dell'acqua è il solo mezzo capace di tar comprendere all'utente sprecone che l'acqua potabile e un bene prezioso, da usare con giudizio. Forse c'è soltanto da rammaricarsi che I consumi eccedenti le normali necessità non siano colpiti con più pesanti scatti nel tariffario. Nessuno può sostenere oggi che 25 lire il metro cubo (cioè per 1000 litri di acqua) sia un prezzo ragionevolmente adegualo, quando un chilo di pane costa ormai 500 lire ». Simonetta

Persone citate: Claudia Frisetti, Elena Accati, Giobbe, Vasconi

Luoghi citati: Torino