Oggi calcio a stelle-strisce ma domenica pizza al pepe di Giovanni Arpino

Oggi calcio a stelle-strisce ma domenica pizza al pepe I CONTI DEL MERCOLEDÌ Oggi calcio a stelle-strisce ma domenica pizza al pepe C'è ancora qualcuno disposto a giurare che il calcio non è matto? Ma in questa follia consiste per tre quarti la sua bellezza. Eccovene l'esempio: domenica prossima la Juventus si gioca la testa (sua e della classifica) contro quel Napoli che a metà dicembre fu dagli stessi bianconeri sotterrato con 6 gol al San Paolo. Da allora, la squadra di Vinicio, passin passetto, attenta a non buscarle (due sole sconfitte in ventiquattro turni) si è sempre mantenuta in forma, succhiando in modo pregevole e razionale le altrettanto pregevoli ma assai meno razionali ruote altrui. State sicuri che i vecchi e nuovi « scugnizzi » non verranno al Comunale per sciorinar tattiche allegre: da un bel po' Burgnich fa nuovamento il -libero', da mesi il -passo lento- del centrocampo partenopeo mantiene raccordi stretti, lancia due punte e controlla in modo severo gli avversari. Se non viene colto da un vecchio morbo (la nullaggine comportamentistica, la voglia di dar lezione come In saloonj, anche al Comunale questo Napoli si disporrà per l'ennesimo pareggio in trasferta. E saranno ceci per le trame, le schiume, i preziosismi e le vampate bianconeri. Per chiudere ogni dubbio sulla sua pretesa verso il sedicesimo scudetto, la Vecchia Madama deve mettersi In testa che non si può allegramente dilapidare un patrimonio di punii, che non è lecito costruire nove palloni-gol e trasformarne due soli mentre gli avversari invece sfruttano al novanta per cento le loro occasioni. Proprio così, monssù Parola: via qualche cresta un po' inalberata, si giochi e si segni. Era un bel pezzo che non si vedevano due gol da autentico capolavoro in una sola partita della Madama: li segnano Bettega e Capello. Ma Pulici e Zaccarelli fanno di più. E allora? Lamentano i tifosi granata, quelli veri: chissà perché il Torino gioca solo certe partite. E' antica storia. Però lo stesso Torino, radunata la tormazlone più organica, può ripetersi all'Olimpico davanti alla Lazio. Si, la decima di ritorno ha più fuochi che cenere nel camino. Le immagini del derby sono ancora negli occhi: a dimostrazione che il calcio è possibile, che ha ancora una ben vasta qamma di succhi interni. In anni di -vacche magre-, solo I più fe-vidi si aspettavano un derby cosi sostenuto, e hanno ricevuto consolazione. Da questo trampolino può decollare un finale di stagione coi Hocchi. Purché i - ragazzini - possano lavorare, purché le stupide battaglie sloganistiche cedano agli antichi interessi tifosi. E veniamo al Doc. Che poi è sempre lui. il De Bernardinibus Doktor o F.B.I., per il quale l'appellativo e riduttivo Doc non significa certo « denominazione origine controllata ». Puffo Vostro parla in una lunghissima predica pasquale che nessun quotidiano ha potuto ospitare, data l'assenza dei nostri logli al lunedi. Più o meno ha ripetuto le cose di sempre, » piedi buoni - e via che andare, gli uomini ci sono e Pulici è giovane, quindi aspetti. Visto che Castellini « barbaresco » para solo quattro palloni-gol (cliiedere a Damiani e Capello per conferma) il Doc lo lascia a casa perché ritorni in forma e risfodera in panchina Albertosi l'antenato. La squadra, benché priva di Antognoni costretto all'inutile Mitropa con la sua Fiorentina, ha una fisionomia, ma chi sono i giocatori a stelle e strisce che l'affronteranno? Hanno beccato dieci gol a zero In due partite in Polonia, attraversano l'Europa per farsi esperienza e masticar gomma americana. Meglio il solito Cesena, che Bernardini ama ma forse anche teme come « sparring partner ». // signor Gorski. « capataz » polacco che ha notevole pelo sullo stomaco e molta bravura, ha già dichiarato: il 19 aprile a Roma andremo per vincere, un pareggio ci va bene, ma recupero tutti e quindi i guai non sono da parte nostra ma da parte azzurra. Grazie zio, non era cosi difficile capirlo da soli. Anche se abbiamo tempo per introdurre l'incontro di Coppa Europa. Prima c'è la pizza napoletana da degustare al Comunale, poi la trasferta tra i - tulipani », Infine il piatto forte, l'arrosto alla Gorski. Roba da ferrarsi le rotule e toccar amuleti anche dormendo. Beh, sediamoci spaparanzati davanti al teleschermo e vediamo cosa combinano nel loro ultimo allenamento gli Azzurri: c'è da dire che il Doc non ha fortuna, ancora una volta, perché il suo caro stopper Bellugi la autogol e pessime ligure a Bologna, perché Rocca ha perso qualche colpo dopo tante corse e fatiche, perché il Morini romanista è puro ripiego in prima linea. Se non vengono miracolati tutti quanti insieme, dovremo dar ragione ad una lettrice di Palermo, la gentile signora Zummo, che per due pagine mi elenca tutti i possibili signi¬ ficati della - I - che chiude la sigla del nostro F.B.I. (da innocente a ignaro a infruttifero). Per ora non dimentichiamo la gran Pasqua sportiva, appena consumata: per il gioco autentico che ha arricchito il « week end » pallonaro sul Campetto del Barcanova, per la gara tra le braidesine dell'hockey femminile, campionesse Italiane, contro le poderose atlete dello Slavia Praga: è finita zero a quattro, ma in altri tempi queste partite si chiudevano con dieci punti di scarto. Insomma, anche la vecchia Bra e le sue fresche ragazze non sono ferme a mangiar salsiccia cruda in eterno. Cominciano a Monaco I conciliaboli sulle nuove possibili forme regolamentari, dalle porte più ampie alle misure antiviolenza, dalla rimessa laterale da effettuarsi col bulloni e non con le mani, al divieto di barriera sui calci dal limite: è il lootball del futuro, ma chi vi dice che I soli gol. così precettati, riescano davvero a garantire migliori prestazioni? E' quanto disputano i - cervellissimi - del calcio, da Havelange a Franchi. Tiriamo un velo sulle disgrazie dell'Inter, ritornata all'asilo del pallone malgrado gli sforzi dei suoi magnifici vecchi (rimasti In due soli, però, Boninsegna è un'ombra). Non commentiamo il gesto di Giagnoneddu che vuole abbandonare la panchina per il rigore concesso al Napoli. Chiudiamo: con un riverente sberleffo ai Professori (che fanno Eco) cosi pronti a sdottorare le loro medicine sociologiche sul povero pallone Ma, belle gioie, perché non continuate a prendervela. come avete sempre latto, con De Amicis, impotente a rispondervi dal regno dei Cieli? Perché dall'erba domenicale, quando il calcio riesce a funzionare in pieno, riceverete smentite e boccacce ogni otto giorni (speriamo). Certo, avremmo bisogno di numerose Pasque, durante l'anno pedatorio. Ma bisogna anche che la Madama riesca a far sua almeno la domenica - in Albis ». cioè la prossima. Se San Gennaro e senor Vinicio acconsentono. Giovanni Arpino Parola scivola, Vinicio incalza (disegno di Franco Bruna)