Derby come doping
Derby come doping IL FATTO TECNICO Derby come doping Due volte in vantaggio, due volte raggiunto, il Torino ha dato la misura della carica agonistica che aveva in corpo con la veemente reazione al gol di Capello, un gol che per perentorietà di esecuzione e minuto di gioco (ne mancavano solo più sei alla fine della gara) pareva chiudere l'accesa sfida torinese su un più che accettabile verdetto di parità. Il 2 a 2, a quel momento della partita, rappresentava quasi una vittoria per la Juventus ed aveva per i granata (chi sta in campo non può valutare meriti e demeriti) l'amaro sapore di una beffa. Avendolo seguito più volte nella stagione, abbiamo visto il Torino «sedersi» per molto di meno. Invece Cereser e colleghi hanno ancora trovato la grinta per proiettarsi in avanti, creare pericoli, arrivare al punto della vittoria in una azione più poderosa che limpida, a dimostrazione che c'erano ancora energie da spendere. Fabbri può giustamente esultare, i suoi hanno vinto ed hanno fatto vedere di avere fiato per 90 minuti, ma proprio i novanta minuti di domenica, al di là della soddisfazione del momento, suonano da chiaro atto di accusa contro i granata e fanno tornare alla memoria tutti i punti persi per timidezza, poca concentrazione, indecisioni, nel corso della stagione. Il discorso sullo schieramento è valido sino ad un certo punto: contro la Juventus la squadra era ancora rabberciata in difesa, contava su tre giocatori (Castellini, Santin e Zaccarelli) al rientro, non poteva aver dì colpo ritrovato la forma nel giro di una settimana. E' stata la «carica» del derby a fare da doping ai granata, dove la parola doping sta per massimo impegno, solidarietà fra i singoli, disponibilità a soffrire. Adesso, alla luce del derby, salgono i rimpianti dei tifosi, anche loro con una parte di colpa per essersi rassegnati troppo presto, indubbiamente, però, il «loro» Torino l'hanno visto solo nel derby (e parliamo di impegno, dimenticando il risultato). Troppo poco per aspirare allo scudetto. La carica della sfida stracittadina ha persino migliorato il gioco, la squadra è uscita spesso dalla sua area con palleggi sicuri, calmi, ed i lanci alle punte sono stati più frequenti e migliori del solito. Un progresso su tutta la linea. Torna il solito interrogativo: si può vivere tutta una stagione su due partite? Bruno Perucca • CALCIO-MERCATO — La guerra per la sede del prossimo calcio-mercato si è aperta ieri a Milano con la presentazione del nuovo Hotel Leonardo da Vinci che vorrebbe sostituirsi all'Hilton nell'ospitare la campagna dei trasferimenti.
Persone citate: Bruno Perucca, Capello, Castellini, Cereser, Fabbri, Leonardo Da Vinci, Santin, Zaccarelli
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