Il miglior giocatore reduce dal Vietnam di Mario Bianchini

Il miglior giocatore reduce dal Vietnam Nella rappresentativa degli Usa Il miglior giocatore reduce dal Vietnam (Dal nostro corrispondente) Roma, 1 aprile. Le previsioni parlano di 50 mila spettatori per la partita Italia-Stati Uniti che si disputerà domani pomeriggio all'Olimpico. La cifra ha fatto sobbalzare i giocatori americani che considerano la notizia una burla. A Varsavia hanno giocato davanti a poche migliaia di tifosi infreddoliti; in America, qualche volta, non hanno avuto più di mille persone sugli spalti. Se davvero domani ci sarà tanta gente come è assai probabile considerati i precedenti degli allenamenti azzurri, agli statunitensi, hanno detto testualmente, «sembrerà di sognare». Sarà un incentivo in più per impegnarsi e per dimostrare che non sono venuti in Italia in veste di turisti. Ci tiene in modo particolare a sottolinearlo il trainer Al Miller che già ieri sera, appena giunta la comitiva a Fiumicino, ha chiesto un campo per l'allenamento. Stamane altra robusta dose di atletica, palleggi, scatti. Almeno sul piano agonistico gli americani non vogliono sfigurare contro i «maestri» italiani. «Siamo venuti in Europa per imparare — ha aggiunto il tecnico statunitense — stiamo lavorando in prospettiva, io credo che solo giocando contro grosse squadre europee potremo migliorare tecnicamente. Avremmo potuto allrontare altre formazioni di media levatura e magari cogliere qualche successo. Invece abbiamo preferito scegliere Polonia e Italia, che consideriamo Ira le più forti del mondo, per conoscere da vicino il football di alto livello-. Nel recente ruolino di marcia della nazionale Usa. c'è un incontro vinto per 2-0 a New York il 23 marzo contro una selezione americana; successivamente, però, ecco arrivare le due «batoste» in Polonia (7-0 contro la prima squadra e 3-0 con la Under 23). Sono risultati che dovrebbero mettere gli azzurri al riparo da ogni pericolo ma forse lasciare anche immutati i dubbi sul reale valore della formazione ideata da Bernardini. Forse è proprio per il ruolo di vittime predestinate, accettato sportivamente, che i giocatori americani giunti nella capitale ispirano simpatia. E' ammirevole anche la lotta che stanno conducendo per propagandare il football nel loro Paese dove imperano ancora il baseball e il rugby. I giocatori della nazionale che godono della fama maggiore negli Stati Uniti sono il terzino Ham- lyn di 22 anni (decorato con medaglia d'oro al valor militare in Vietnam), l'attaccante ventiduenne Vaninger (è capocannoniere con 6 gol del St. Luis Star), l'altra giovane punta Paolo Santi, nato in provincia di Pescara e trasferitosi negli USA quando aveva 11 anni. Della rappresentativa fanno parte anche l'oriundo italiano Dave D'Errico (centrocampista del Seattle Sounders), tre giocatori che furono schierati nelle file della nazionale olimpica che giocò a Monaco nel 1972: il portiere Ivanov, il terzino Demling e il centrocampista Archie Roboostoff. Mario Bianchini

Persone citate: Archie Roboostoff, Bernardini, Dave D'errico, Ivanov, Luis Star, Miller, Paolo Santi