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r Il delitto durante una riunione di famiglia a Palermo Uccide il cugino che non la sposa perché era stata di un altro uomo La vittima è un impiegato di 22 anni - L'assassina, una studentessa di 21, aveva tentato in tutti i modi di convincere il giovane alle nozze, gli aveva anche raccontato di attendere un bambino, ma non era vero Ieri il giovane ha ripetuto il suo rifiuto: "Prima di ine sei stata di un altro, non ti sposo", e lei ha sparato (Dal nostro corrispondente) Palermo, 1 aprile. Abbandonata dall'amantecugino che aveva rifiutato le « nozze riparatrici » perché non era più vergine, l'ha ucciso con un colpo di rivoltella, alle spalle, in presenza dei parenti riuniti per cercare una soluzione alla vicenda. Il delitto che, dopo qualche anno di pausa, riporta alla memoria le sanguinose ; cronache delle ragazze siciliane « svergognate » pronte a 1 vendicarsi con le armi, è avvenuto a Palermo, ieri notte. La ragazza è Caterina Arta-1 le, 21 anni, studentessa; lui, I Mario Artale, 22 anni, impie-1 gato tecnico alla Sip. L'omicida si è costituita ai carabinieri, accompagnata dal padre. Il giovane è morto al pronto soccorso dell'ospedale «Villa Sofia». Prima di spirare ha detto a suo padre che era al capezzale: « Vedi, papà, avevo ragione, non era più vergine e mi aveva mentito. Non avrei potuto vivere ac-1 canto a lei ». Quando il sostituto procuratore della Repubblica, Domenico Signorino, ha affidato l'omicida ai carabinieri perché l'accompagnassero al carcere femminile delle Benedettine, Caterina Artale ha chiesto, stupita: « Ma come, mi portate in prigione? Non potete arrestarmi per questo ». La sparatoria è stata la conclusione di una concitata discussione avvenuta in un appartamento al primo piano d'un palazzo in via Antonello da Messina. Le due famiglie Artale si erano date appuntamento per un incontro che avrebbe dovuto essere chiarificatore e rappacificare i fidanzati. Il vecchio zio ha invitato i parenti alla calma: « Qualunque discorso antipatico, spiacevole faremo qui stasera — ha detto ai fratelli, alle cognate e ai nipoti — non dimenticate che nelle nostre vene scorre lo stesso sangue». Ma il disaccordo è esploso lo stesso, con urla e minacce dalle due parti. « Di a tutti loro quello che mi hai dovuto confessare — ha chiesto Mario Artale alla cugina che frequentava da quando erano bambini —. Ammetti che non eri più illibata ». La ragazza è rimasta silenziosa; rossa in volto è uscita dal salotto e, pochi attimi dopo, è tornata tenendo la mano destra dietro la schiena. « Sì è vero — ha gridato al cugino — sono stata di un altro, ma pure tua e lo sai bene » e detta questa frase gli si è avvicinata e gli ha sparato alle spalle con una cai. 6,35 del padre. Poi ha infilato di corsa le scale urlando « L'ho ucciso, mamma l'ho ucciso ». In strada è stata ragguinta dal padre che l'ha accompagnata alla caserma dei carabinieri. Caterina lottava da quattro mesi per convincere Mario a sposarla. La sua insistenza, le sue implorazioni e persino le sue minacce erano state infruttuose. Il cugino voleva rompere la relazione e allora ■— secondo quanto hanno riferito oggi suo padre e sua madre ai carabinieri — Caterina ricorse alla menzogna. Disse a Mario che aspettava un bambino, che avrebbe dovuto sposarla per forza. Il giovane le disse di farsi visitare da un ginecologo di sua fiducia. « Se davvero sei incinta, ti sposo », le avrebbe promesso. Ma Caterina tergiversò, prese tempo in attesa di fatti nuovi. Insomma non volle farsi visitare, questo atteggiamento convinse ancora di più Mario Artale che la gravidanza era una invenzione, una scusa per spingerlo al matrimonio, e una volta di più fu irremovibile: « Oliando sei stata con me non eri più illibata, perciò non cono tenuto a sposarti ». Per stringerlo ancora a sé, a questo punto, la ragazza prese in affitto un apparta¬ mentino dove s'incontrò più volte con Mario. Addirittura due mesi fa erano stati via insieme per qualche giorno, una specie di « fuga », ma al ritorno lui era tornato dai suoi genitori e aveva riaccompagnato la cugina a casr. dei suoi. « Non ti sposo », le aveva ripetuto. Alla vigilia di Pasqua la ragazza ha telefonato al padre, chiedendogli di venire per parlare con i parenti, soprattutto con suo fratello Isidoro, il padre di Mario. Ma ieri sera la riunione di famiglia per risolvere la spinosissima questione ha subito preso il binario sbagliato. Mario ha accusato Caterina di essere stata leggera, di averlo raggirato per farsi sposare; lei gli ha risposto con la pistolettata nella schiena. Antonio Ravidà

Persone citate: Antonio Ravidà, Artale, Caterina Arta, Caterina Artale, Domenico Signorino, Mario Artale

Luoghi citati: Palermo