Pittore in lotta con la materia di Marziano Bernardi

Pittore in lotta con la materia LE MOSTRE d'ARTE di Marziano Bernardi Pittore in lotta con la materia Delirio coloristico di Riopelle - Il lavoro grafico di Casarotti - Sesia della Merla I Jean-Paul Riopelle non comparI ve nelle mostre di Torino • Pitto: ri d'oggi - Francia-Italia » (1951! 1961) unicamente perché cittadino canadese, nato a Montreal 52 anni fa; ma in realtà è pittore (ed ' in secondo piano anche scultore) ; di formazione e gusto francesi ■ per esperienza sia diretta sia me| diata, ler"to al grande collezioniI smo e al grande mercato di PaI rigi, dove s'è stabilito dal 1948. j Simpatizzante col Surrealismo, partecipante alle esposizioni della » Ecole de Paris », ebbe un alto I riconoscimento in Italia nel 1962 j rappresentando da solo l'arte con! temporanea del Canada (ma solo j per motivo anagrafico) con 31 pit! ture e 16 sculture alla Biennale di Venezia. Lo presentò allora con incondizionati elogi Franco Russoli ravvisando nell'artista « un linguaggio che fa coincidere la struttura e il dinamismo degli elementi naturalistici con l'equilibrio formale dell 'opera ». Aggiungeva poi Russoli che «Riopelle ci olire un esempio bellissimo e tipico di un rapporto ancora umanistico con la natura » ; e poiché da allora l'artista non è quasi mutato linguisticamente e 'stilisticamente, non comprendiamo ; come si possa parlare di un suo ' rapporto con la natura « ancora umanistico » quando si pensi al l modo con cui gli umanisti, da , Mantegna a Leonardo, da Piero ' della Francesca a Leon Battista Alberti, Intesero e interpretarono i la natura, vista e analizzata e de: finita e descritta nella sua sconfinata ma sempre riconoscibile valietà fenomenica. Più appropriatamente sul catalogo della mostra | di Riopelle ora aperta a Torino , nella galleria « Narciso », piazza j Carlo Felice 18 (22 dipinti quasi i tutti di questi ultimi quattro an| ni), Marzio Pinottini identifica la | furiosa frantumazione cromatica visibile in questi quadri con « una lotta con la materia ». | Questa — la materia » — ci sembra la parola giusta e primaj ria per indicare in che consista i la pittura di Riopelle: un accumulo caotico di pasta colorata, di ! innumerevoli scaglie diversamen! te tinteggiate, intersecantisi in 'giustapposizioni e incastri brillani ti d'intonazioni molteplici per un ; improvviso divampare di luci. Nel | quadro, per quanto lo si cerchi, ■ non si riesce a scorgere un prò- cesso di costruzione, un ordine compositivo, e tanto meno una forma ideografica o naturalisticamente mimetica: l'immagine risultante da questa specie di action painting che rende fluide le superaci dei dipinti o a tratti le condensa in durezze smaltate, è piuttosto paragonabile a quella di un mosaico nel quale le tessere che costituivano una figurazione siano state di colpo scompaginate da un evento imprevedibile e riaccostate casualmente conservando soltanto il loro sfavillio. Che cosa dobbiamo dunque cercare in Riopelle? A parer nostro non lo stimolo ad un accrescimento intellettuale e tanto meno un riferimento a una cultura che dia una misura plastica della spiritualità umana, appunto contrassegno della cultura umanistica; bensì l'eccitazione visiva, in questo caso intensissima, ch'è componente essenziale di gran parte della pittura contemporanea. * ★ Tra gli artisti di « Corrente », il cenacolo milanese nato nel 1938, Marco Valsecchi nella sua monografia del 1963 [GII artisti di « Corrente », Milano, Edizioni di Comunità) non nomina Alberto Casarotti, ch'era allora disegnatore tecnico alla Breda pur coltivando da tempo appassionatamente la pittura. Nessun dubbio, tuttavia, che questi abbia condiviso i polemici propositi d'un movimento che improntò a lungo — anche col sottinteso politico dell'avversione al fascismo — i modi espressivi di quanti lo seguirono: e del resto l'amicizia con Birolli conferma la sua posizione estetica nei riguardi del « Novecento Italiano », e perciò la sua adesione alle idee di « Corrente ». Casarotti, nato a Verona nel 1906, doveva affermarsi in età già matura nella sua prima mostra a Milano nel 1945. Ne seguirono quasi quaranta altre, prima di questa che a «L'Arte Antica» di via Volta 9 ci presenta adesso l'artista particolarmente impegnato nel lavoro gra fico, cui le edizioni G. A. Salamon hanno dedicato un catalogo nella serie « Incisori contemporanei » (Torino, 1974) con un saggio di Raffaele De Grada, a complemento della monografia di Salvatore Maugeri e di Carlo Munari (Alberto Casarotti, Padova, Marsilio Editori, 1965) che tratta unicamente del pittore. Ma a « L'Arte Antica » si vedono anche alcuni quadri che dimostrano l'inscindibile unità del duplice lavoro. Dal quadro all'incisione, infatti, non si nota il minimo distacco in un intendimento figurativo perseguito con la costante volontà di conferire al segno il massimo grado di espressività sentimentale, pur evitando'As-. accentuazioni dell'Espressionismo vero e proprio, dal quale pochi degli artisti di « Corrente » si mantennero immuni. Ciò significa che Casarotti, il quale è essenzialmente un figurista, ha scelto la via più difficile: quella che affida ad una strenua disciplina stilistica la manifestazione di un fortissimo pathos che vuol mantenersi tutto interiore e nello stesso tempo riuscire evidente a chi è disposto a recepirlo. Tutta l'attività pittorica dell'artista veronese, a parte un intermezzo, circa venticinque anni fa, di cedimenti antifigurativi, si svolge su questa linea; ma nel bianco e nero, acquaforte, acquatinta, silografia, nel , disegno, soltanto in apparenza | gracile e sommario, di queste te, ste di donne e di bimbi, la comI prensione umana di Casarotti, la | sua virile malinconia, sembra IleI vitare in una luminosità che non è soltanto del mezzo plastico, ma anche morale. ★ * Di Sesia della Merla, pittore torinese oggi quarantenne (la sua mostra è alla galleria • Accademia » di via Accademia Albertina 3) danno giudizi positivi, sul catalogo di 50 dipinti e disegni, Albino Galvano. Giulio Da Milano, Ernesto Caballo. Volendo aggiungere Il nostro potremmo dire che la sua è una pittura schiettamente e piacevolmente narrativa, che coglie nella realtà i motivi più vari ed inattesi e ne fa delle interpretazioni spiritose, talvolta ironiche come La signora di Amburgo o La lezione. Ma il quadro di della Merla ha una qualità non trascurabile: se di primo acchito talvolta sconcerta per i colori ■ vivi e agri », intonati « sopra il rigo » e quindi di gusto cromatico assai attuale, come scrive Galvano, esso ooi l cresce nella contemplazione attenta che fa scoprire i particolari preziosi di una tecnica ricca, di cui l'artista si compiace fino all'ostentazione decorativa. mar. ber.