Anni della guerra fredda
Anni della guerra fredda LA CRONACA DELLA TELEVISIONE Anni della guerra fredda Conclusa la rubrica "Appena ieri" con un dibattito siùT "Indimenticabile '56" - Dal dramma di Budapest alla questione di Suez Si è conclusa ieri sera sul Nazionale la rubrica Appena ieri che nel corso di sette ampie puntate ha rievocato, fra cronaca e storia, momenti essenziali della vita politica, soprattutto italiana, del dopoguerra. Filmati che sempre egregiamente sintetizzavano visivamente l'argomento sul quale si sarebbe poi basata la discussione; un dibattito in cui le varie voci erano quelle di ministri, di parlamentari notissimi, di storici illustri; un moderatore sempre acuto negli interventi come Alberto Ronchey: ecco le caratteristiche d'una trasmissione che ha ricordato ai telespettatori un passato nel quale esperienze sotto vari aspetti ricordabili si sono naturalmente riflesse nella realtà odierna. L'ultima puntata di Appena ieri è stata a carattere internazionale, perché dedicata a « L'indimenticabile 1956 », un «ieri» che davvero molti ricordano anche se 19 anni sono trascorsi. Il '56 fu l'anno del dramma di Budapest, dell'avventura anglo-francese di Suez e dell'intervento armato contro l'Egitto nazionalizzatore del Canale. Fu quello il periodo più acuto della «guerra fredda» e mancò davvero poco alla sua trasformazione in guerra combattuta anche in Europa, prima che si aprisse la fase della distensione. Al dibattito in studio, come al solito vivace ma condotto con vigile tatto, hanno partecipato per il pei Giorgio Napolitano, per la de Franco Maria Malfatti, per il psi Gaetano Arfè, per il psdi Antonio Cariglia. Il pubblico che legge i giornali (e anche quello che purtroppo non li legge e si con tenta delle lacunose o sommarie informazioni radiotelevisive) dovrebbe aver posto attenzione, auguriamoci proficuamente, a un altro dibattito: quello costruttivamente svoltosi sabato 22 marzo in occasione del «Premio St-Vincent» di giornalismo e trasmesso, con moderatore Jader Jacobelli, l'altro ieri, lunedì. Un direttore di quotidiano, Oronzo Valentini, e uno di settimanale, Vittorio Buttafava, un giornalista molto noto, Antonio Ghirelli, un editore, Amerigo Terenzi, e un rappresentante della Federazione della stampa, Alessandro Curzi, hanno risposto esaurientemente alle due domande loro poste: «Si legge dì più?» e «Oggi sì legge meglio di ieri?». Le diverse risposte, non sempre concordi, sono servite a rendere edotti i telespettatori dei problemi di difficile soluzione che giornalisti ed editori devono affrontare in rapporto alle mutate esigenze dei lettori e alla concorrenza dei mezzi d'informazione audiovisivi. Umberto Orsini due volte sul video: prima alle 19 come ospite di A tavola alle 7, la rubrica gastronomica registrata a Torino e condotta da Ave Ninchi; poi quale presentatore del quarto capitolo del ghiotto programma retrospettivo di Luciano Michetti Ricci intolato Cinematografo, ieri dedicato al western. Sul piccolo schermo casalingo è apparso il primissimo film di un genere che ancora trionfa sui grandi schermi dei massimi cinema. Questo filmetto. L'assalto al treno di Edwin S. Porter, ha 72 anni e per la verità li porta benissimo: in dieci minuti sintetizza una materia oggi trita ma allora spettacolarmente inedita. vice
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