L'infermiera di "turno,, assente mentre il rogo uccideva i neonati di Giuliano Marchesini

L'infermiera di "turno,, assente mentre il rogo uccideva i neonati Sono già 25 i bimbi morti nell'ospedale di Fiume L'infermiera di "turno,, assente mentre il rogo uccideva i neonati La ragazza, 22 anni, si sarebbe allontanata dalla sala incubatrici per quasi un'ora Quando è tornata e ha visto il reparto in fiamme ha tentato di gettarsi nel vuoto ma è stata trattenuta - Poche speranze per i tre bambini superstiti - L'inchiesta (Dal nostro inviato speciale) Fiume, 29 marzo. Stamane, verso le 4, è morta anche Zora, una delle ultime nella fila di neonati aggrediti dall'incendio nell'ospedale di Susak. Sua madre si chiama Milka Butkovic, aveva dato alla luce la bimba tre giorni fa. Stordita dai sedativi, questa sera non sapeva ancora che sua figlia era la venticinquesima vittima del terribile rogo. La vita dei tre superstiti è appesa ad un filo. Sono tre maschietti, lacerati dalle fiamme. Dal momento del ricovero nell'ospedale pediatrico di Candrida dei piccoli strappati all'incendio, è stata una gara affannosa, hanno of- j ferto il loro aiuto anche i medici del nosocomio di Lubiana e quelli di Zagabria. Ma la lotta è quasi senza speranza. Il dottor Santel, della sezione chirurgica, dice: «Stiamo facendo lutto quanto è possibile. Ma i bimbi sono in condizioni gravissime: le possibilità di salvarli sono purtroppo molto scarse». Nel reparto maternità della clinica di Susak hanno lavorato per tutta la notte le commissioni d'inchiesta istituite ieri dal giudice istruttore Vladimir Pavic. Si è frugato tra le reneri alla ricerca dell'origine di quel guasto all'impianto elettrico che ha provocato la tragedia. E infine si è riusciti a localizzare il punto dal quale si sono sprigionate le fiamme: l'angolo in cui era incassato un apparecchio a raggi infrarossi che serviva per mantenere costante la temperatura notturna nella sala dei neonati. Un corto circuito ha appiccato il fuoco al resto delle installazioni elettriche, sono volate all'intorno le scintille: una pioggia rovente che s'è abbattuta micidiale sulle culle allineate a ridosso delle pareti. Ma restano gl'inquietanti interrogativi sui momenti in cui le fiamme hanno invaso il i reparto, mentre i ventotto : bimbi, presumibilmente, erano soli nella grande nursery. Il comunicato diramato dal tribunale circondariale riferisce che l'incendio è scoppiato tra le due e le tre di notte: quando, di preciso, non si riesce a sapere. Possono essere trascorse decine di minuti tra i la prima fiammata e l'angosciosa telefonata alla caserma dei vigili del fuoco, che sono giunti sul posto verso le 3,15, quando la sala dei neonati I era ormai completamente in : preda al rogo. L'ospedale di Susak era ri-1 tenuto uno dei più moderni e attrezzati di tutta la zona. Ci si domanda sgomenti come là dentro sia potuto accadere quell'atroce dramma. «A prescindere dai guasti rilevati sull'installazione elettrica —! ha dichiarato il rappresentante della pubblica accusa, Milan Zatezalo — è fuori di dubbio che sussistono anche responsabilità dirette. Fin d'ora posso dire che alcune persone verranno sottoposte ad inchiesta». Tra queste persone c'è un'infermiera di 22 anni: si chiama Jadranka Bolf, l'ai ni, risulta che Jadranka Bolf i s'è allontanata dalla sala dei1 neonati, durante il servizio, e ! non si sa per quale motivo: sarebbe rimasta assente circa un'ora. Quando è risalita al secondo piano e s'è affacciata i sulla soglia della stanza divo-1rata dal fuoco, ha gettato un | tra notte era di turno nella i nursery della clinica di Susak. Dalle ultime informazio- urlo e s'è lanciata verso una finestra, ha tentato di tuffarsi nel vuoto: l'hanno afferrata appena in tempo i medici, le altre infermiere. Adesso Jadranka Bolf è ricoverata in una clinica psichiatrica, sotto costante sorveglianza, e per il momento non è nemmeno possibile sottoporla ad un interrogatorio. C'è anche il timore che qualcuno le rivolga esasperate minacce. Mentre procede l'inchiesta, Fiume trascorre giornate col- me d'angoscia. Il presidente ito ha inviato un telegram- pl'ma all'assemblea comunale: cinLa notizia della grande tra- ; sedia avvenuta nell'ospedale enerale "Dottor Sdravko Kuic" — dice il messaggio — ci a profondamente scossi. Joanka e io vi preghiamo di sprimere ai genitori e alle fa miglie dei bambini periti, e articolarmente alle desolate ptlicmt madri, i sensi del nostro profondo dolore». Forse i funerali si faranno lunedì. Le famiglie delle piccole vittime riceveranno assistenza dal direttivo del Comune: alcune sono di Fiume, altre vengono da Abbazia, da Zagabria, da Delnice, dai villaggi del Quarnaro. Madri e padri che ieri mattina si sono lanciati in una folle corsa verso il reparto dei neonati avvolto da una nuvola di fumo, sono piombati come furie davanti al cordone della milizia. Un operaio dei cantieri di Fiume, nel ricevere la notizia | che suo figlio era morto nel- j l'incendio, è stato colto da | una violenta crisi nervosa, ha tentato di togliersi la vita: l'hanno salvato i parenti che gli stavano attorno. Un altro uomo cercava di consolare la moglie, una giovane dal volto disfatto, inondato di lacrime: «Ti prego, non fare cosi. Ne avremo altri, di bambini. Ne avremo tanti». Giuliano Marchesini j ì Fiume. Bimbi ustionati nello scoppio (Telefoto Ap)

Persone citate: Abbazia, Jadranka Bolf, Milan Zatezalo, Santel, Vladimir Pavic

Luoghi citati: Fiume, Lubiana, Zagabria