La Stratos va al contrattacco di Michele Fenu

La Stratos va al contrattacco L'indiano Joginder Singh (vincitore nel 74) guida il Safari La Stratos va al contrattacco Waldegaard secondo a 12' dal battistrada - Più indietro Munari - Guasti banali all'alternatore hanno costretto le due vetture a procedere per lunghi tratti a fari spenti ■ Progetti di riscatto nella seconda tappa Incidente ad una vettura dell'assistenza: tre meccanici kenyoti morti, il pilota di un autocarro ferito grave (Dal rostro invialo speciale) Nairobi, 28 marzo. Joginder Singh, il pilota indiano che l'anno scorso si affermò a Nairobi tra le polemiche, è in te- , sta al Safari al termine della pri-1 ma tappa, conclusasi stasera al Kenyatta Conference Center. In coppia con David Doig sulla Mitsubishi Colt Lancer, Joginder precede di dodici minuti la Lancia Stratos di Waldegaard-Thorszelius. E' bene dire subito che i due svedesi hanno compiuto una gara formidabile, offrendo un significativo esempio delle possibilità della Stratos sulle piste del Kenya, nella polvere soffocante, con temperature da bagno turco nella zona di Malindi e Moinbasa. Purtroppo, la possente berlinetta italiana ha dimostrato di avere un piccolo quanto grave (almeno ai fini del risultato) « tallone d'Achille »: la cinghia dell'alternatore. Due volte Waldegaard è stato costretto a viaggiare al buio, buttando al vento il vantaggio cospicuo conquistato sulla strada. » La prima volta — racconta Waldegaard — è accaduto ieri notte, nel Tsavo National Park. Sono rimasto senza luci e ho dovuto guidare così per ottanta chilometri. In quel momento avevo un vantaggio di otto minuti su Joginder. Alla line ero dietro di lui: mi aveva mangiato diciassette minuti. L'ho raggiunto e superato. Stasera, a cento chilometri da Nairobi, con diciotto minuti a mio favore, è capitato dinuovo il guaio. Ho viaggiato per una quarantina di chilometri alla cieca, sotto un improvviso acquazzone, con la testa fuori dal linestrino. Un inferno. Che peccato -. Alla Lancia Alitalia, che con Waldegaard e Thorszelius stava veramente dominando il Safari, si mordono i pugni dalla rabbia. Nel garage della filiale Fiat di Nairobi, dove le Lancia Stratos e Beta compiono l'ultima assistenza prima di presentarsi al controllo finale del Kenyatta Conference Center, Cesare Fiorio è pallido. « Bioern — dice — ha anche forato una gomma. SI è dovuto fermare per cambiare batteria. La colpa non è dell'alternatore in se stesso ma del sistema di cinghie e pulegge che lo carica. La puleggia si consuma, la cinghia si allenta, e addio. E' capitato anche a Munari. Speriamo | di trovare una soluzione per do- j mani, per la seconda tappa ». Certo, non è allegro per gli uo-l mini del team Lancia Alitalia tro-| varsi alle spalle della Mitsubishi! di Joginder Singh dopo essere rimasti al comando per la maggio ranza dei 2500 tiratissimi chilome tri di questa prima tappa. Jogin der sta diventando un vero spauracchio per il clan italiano, ma non è colpa sua se gli vengono offerti dei "regali'-. Lui li sfrutta e va avanti. Ha un'esperienza unica del Safari e la sua Colt Lancer è una onesta macchina, con pochi cavalli (160) ma leggera (800 chili) e ben preparata. Niente a che vedere, per carità, con la Stratos — ed è stato dimostrato —, ma neanche da buttar via. Purtroppo, un mare di guai ha intralciato anche il cammino della berlinetta di Munari e Lofty Drews. A Sandro ne son capitate di tutti i colori. Prima, l'urto contro un terrapieno nel tentativo di superare Makinen nel polverone («La visibilità era a zero- ammette il nostro pilota) e la sosta a Kalii per riparare proiettori e cofano: poi, come conseguenza dell'incidente, l'entrata in funzione dello «staccabatterie» ed altro stop; quindi, una foratura («Il colano non si apriva e non potevo estrarre la ruota di scorta, per fortuna Bioern mi ha ceduto una delle sue due-} ed un indurimento del filo-acceleratore («Sono andato avanti con tre elastici per richiamare a sufficienza il pedale-I: ancora una seconda foratura, con salvataggio da parte dell'assistenza, invocata via radio, e il problema dell'alternatore che — come per Waldegaard — si è ripetuto più volte. Infine il ritardo si è aggravato per cambiare la batteria e per ulteriori forature (cinque in tutto), di cui l'ultima nei pressi di Nairobi. Il servizio di assistenza era gin rientrato e Munari ha chiesto ad Ulyate di avvisare la Lancia perché gli mandassero incontro un veicolo, il che è accaduto, ma a prezzo di altro tempo. Quasi un dramma per Munari, che era partito sereno e pieno di fiducia. «Roba da diventar matti — dice, tra lo scoraggiato e il furibondo —. Prima quel Makinen, poi l'alternatore... Non pensavo proprio ad un guaio del genere. La Stratos va bene, va forte, ma non si possono fare miracoli. I sorpassi nella polvere sono un rischio, ma bisogna pur tentare di farli. E perdere i minuti per una panne banale che ti fa male. In garage abbiamo anche cambiato i cerchi: le gomme fanno troppa "pancia" e sono più soggette a "forature"-. Il drago conclude con una vena di ottimismo: «In montagna piove, il rally comincia domani. La vedremo-. Sta andando bene la Beta coupé di Ulyate, quella che il team Lancia Alitalia usò negli allenamenti. Vari problemi hanno travagliato la Beta « ufficiale » di Mehta mentre Preston, con la Stratos « Muletto », ha patito i consueti inconvenienti all'alternatore, oltre allo smarrimento e successivo recupero della tabella di marcia, il che gli è costato molti minuti. I distacchi, salvo tra Joginder Singh e Waldegaard, sono ingenti. E' normale, d'altra parte, che al Safari i ritardi si misurino a colpi di quarti d'ora o di mezz'ora. Bisogna dimenticarsi le minime differenze delle gare europee in cui 20-30 secondi possono significare la vittoria o la sconfitta. « Qui — dice Gunnar Haggebom, general manager della corsa — ci si può affermare anche dopo aver preso un'ora. E, secondo me, la tappa di domani sarà ancora più dilliei le -. Una previsione allarmante, vista la selezione della prima parte. La Peugeot ha perso Mikkola (uscito di strada) e Makinen (motore), la Datsun Kallstrom (motore), l'Alpine Renault il suo unicc uomo vincente, Therier, fermata dalla polvere che ha intasato filtri e motore della sua berlinetta 1800. Cosa vedremo da domani a lunedì? Ci sono 3360 chilometri nella zona montagnosa del Kenya su piste impossibili. Tocchiamc ferro e, magari, mettiamo questi benedetti alternatori delle Stratos nelle mani di qualche stregone. La lotta per la classifica non fa dimenticare il resto del « Safari ». Una battaglia drammatica Stasera una tragica notizia ha turbato la carovana. Un'auto di assistenza della Datsun ed un equipaggio privato si sono scontrati con un autocarro e tre occupanti della prima vettura sono morti: un quarto è grave all'ospedale Gli organizzatori hanno poi annunciato anche che ad una ventina di automobili sono stati infranti i parabrezza con lanci di sassi da parte di spettatori, episodio ricorrente nella gara automobilistica africana. Michele Fenu Il pilota Waldegaard

Luoghi citati: Kenya, Nairobi