Trentaquattro medici del S. Giovanni ricevono "comunicazioni,, giudiziarie

Trentaquattro medici del S. Giovanni ricevono "comunicazioni,, giudiziarie Inchiesta dei giudici su sperimentazioni di farmaci Trentaquattro medici del S. Giovanni ricevono "comunicazioni,, giudiziarie Sono primari e aiuti ospedalieri - Dicono: "Le somme pagate dalle industrie sono andate all'amministrazione" - Non si esclude, dopo gli accertamenti, l'archiviazione dell'istruttoria Il presidente Martini: "Nessuna illegalità nell'ospedale,, Il pubblico ministeri! iloti. Gustavo Witzel e il giudici' istruttore dott. Marci-lìti Maddalena hanno aperto un'Inchiesta sulle sperimentazioni ili medicinali chi' Industrie farmaceutiche di tutta Italia hanno attillato a niellici ilei complesso ospedaliero « San Giovanni Battista » di Torino. Chi ha incassato 1 compensi per i lavori ili consulenza v a quanto ammontavano? Si.no questi gli interrogativi ai quali l'istruttoria dovrà dare una risposta. Nel frattempo, 34 medici ospedalieri hanno ricevuto, in questi giorni, comunicazione giudiziaria perché a loro carico il magistrato potri'hlie ravvisare gli estremi per un'Imputazione di peculato. I loro nomi sono: Enrico Anglesio, Mario Banche, Stefano Battistlni, Aldo Bellomo, Luigi Bono, Lorenzo Castagna, Cristoforo Colombo, Lorenzo Crosetti, Vittorio Daneo, Silvano Filippini, Ezio Gaia, Aldo Glachin, Felice Grattatola, Guglielmo Guglielminl, Luigi Lacrolx, Marco Laudi, Emilio Liveriero, Giano Magri, Giuliano Marrazzi, Baingio Migheli, Enrico Morgando, Vinicio Nazzi, Luigi Pepino, Vincenzo Prato, Francesco Pugliese, Giovanni Rizzo, Luigi Roatta, Igor Sacerdote, Giovanni Sesia, Giuseppe Sperta, Stefano Teneff, Francesco Varola, Giorgio Verme, Adriano Vitelli. L'origine dell'inchiesta non è recente, risale all'autunno del '72 quando il sostituto procuratore della Repubblica, dott. Zagrebel- sky, che allora si occupava dei clinici imputati di peculato, este 1 | Zagrebelsky, impegnato nella se la sua indagine alle sperimentazioni dei medicinali, incaricando la guardia di finanza di sequestrare documenti contabili presso industrie farmaceutiche del Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Toscana e Campania. Controllando i registri universitari, emersero parecchie irregolarità nel rapporti tra clinici e laboratori farmaceutici, per cui circa quaranta direttori di istituti ricevettero comunicazione giudiziaria per peculato. In che cosa consiste questo lavoro di consulenza? Lo spieghiamo in breve, al fine di render chiaro il problema. Una ditta j produttrice di medicinali intende ] immetteie sul mercato un nuovo i prodotto. Dopo una serie preli- minare di prove sul farmaco, la ditta chiede al ministero della Sanità la registrazione del medici naie. La domanda dev'essere accompagnata da due relazioni: una farmacologica, una clinica. La prima viene redatta da fisiologi, microbiologi e farmacologi 1 quali devono studiare l'innocuità del prodotto, la tolleranza e l'attività terapeutica. Le conclusioni di questo studio sono trasmesse al clinico o al primario ospedaliero perché, quando ve ne siano le ga- ranzie, procedano alle sperimen- fazioni sull'uomo. ! La seconda relazione impegna | dai 3 mesi a un anno. L'attività terapeutica del nuovo farmaco, somministrato a gruppi di degenti affetti dalla stessa malattia, viene annotata e seguita giorno per giorno. Ottenute le due relazioni, la casa farmaceutica inoltra la domanda al ministero della Sanità per la registrazione del nuovo medicinale. Ma quanto costano, all'azienda, le due relazioni? In media, dalle 300 mila lire ai 2 milioni. A questo punto fe intervenuto il dott. Zagrebelsky, che ha voluto veder chiaro nel pagamento delle relazioni. Il denaro, versato dalla casa farmaceutica, non sempre arrivava all'Università (che forniva i mezzi per lo studio dei medicinali) ma si fermava ai clinici. Questi, però, riuscirono a dimostrare di aver sempre speso le somme (piuttosto esigue) per le attrezzature dei loro istituto. Dei 40 indiziati, 38 furono prosciolti con formula ampia. Soltanto due clinici, i professori Beccar! e Dogliotti furono rinviati a giudizio. Il primo è ancora in attesa di processo; il secondo condannato in tribunale, si è visto rinviare gli atti dalla corte d'appello alla Procura per una nuova istruttoria, mentre dalla principale accusa di peculato, come è noto, è stato assolto perché il fatto non sussiste Ritorniamo all'autunno '72. La guardia di finanza, dopo aver consegnato a Zagrebelsky il materiale per le sperimentazioni dei clinici, gli fece nervenire anche quello riguardante le sperimentazioni compiute dai medici ospedalieri. gi I gantesca istruttoria dei direttori | di istituti universitari, non potè I Illuni in uni il uiiniiiiiiiiiiiiiMiiiiiii occuparsi anche degli ospedalieri, ^ - e l'inchiesta venne affidata al dott. j Witzel e poi al giudice istruttore | Maddalena. Gli atti hanno riposato per oltre due anni, e adesso i magistrati li hanno tirato fuori dalla polvere. Ma a quanto pare, l'episodio è di proporzioni assai limitate. Dal '65 al '72 — periodo compreso nell'indagine — soltanto 57 sperimentazioni sarebbero state portate a termine e non da tutti i 34 medici « indiziati ». Parecchi di loro hanno dichiarato di poter dimostrare, lettera alla mano, di aver scritto alla casa farmaceutica invitandola a inviare il compenso per la relazione direttamente ai l'ospedale. Altri hanno sempre versato i compensi all'amministra zione, altri infine avrebbero speso i soldi percepiti dalle case farma ceutiche per attrezzare il loro re- parto. Se le cose stanno cosi, non è escluso che l'istruttoria finisca con un'archiviazione per tutti, o quasi, i 34 medici del S. Giovanni. Ieri sera il geometra Walter Martini, presidente dell'Ospedale Maggiore San Giovanni, ha rilasciato una dichiarazione con la quale « puntualizza » la vicenda: « Dal 1971 in avanti e cioè da quando assunsi la carica di com missario straordinario e quindi di presidente dell'Ente — sostie ne — i proventi relativi alle spe rimentazioni effettuate dai medici dell'ospedale ad uso registrazione di nuovi farmaci per incarico di case farmaceutiche, tutte preventivamente autorizzate dalla Sovraintendenza sanitaria, furono introitati dall'amministrazione ospe- i i ' ! ^ dallcra per espressa disposizione j di quest'ultima, in carenza di | una regolamentazione legislativa ». Martini prosegue: « Per gli an- - i ni precedenti, per quanto è a mia conoscenza, i proventi delle sperimentazioni (sempre regolarmente autorizzate dalla Sovraintendenza sanitaria in osservanza alle vigenti istruzioni ministeriali) venivano riscossi sia direttamente dall'amministrazione che dai medici sperimentatori, ì quali i7i generale li destinavano all'attività scientifica ed alla dotazione di apparecchiature con detta attività connesse. Confortato dal pensiero dei legali dell'Ente, ritengo di poter escludere che dal comportamento dei medici sperimentatori sia derivato danno alcuno all'Ospedale che, per contro, ha tratto e trae da questa attività del Corpo sanitario ulteriore qualificazione ». Il presidente del San Giovanni così conclude: « Mentre riaffermo — nella certezza di interpretare il pensiero del Consiglio di Amministrazione — la mia profonda stima nei confronti di tutti i medici, desidero esprìmere viva preoccupazione per questa ulteriore vicenda che viene a turbare la vita del nostro Ospedale in un momento particolarmente difficile. Confido che la portata della stessa possa essere prontamente sdrammatizzata e ricondotta nei giusti termini. Ciò per la tutela del prestigio e del buon nome del nostro Ospedale che si identificano anche nella preziosa ed altamente qualificata attività i dei medici che in esso operano ' con senso di responsabilità e de! dizione ». s. ro. I professori Anglesio, Vitelli, Liveriero, Pepino, Sesia e Daneo

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