Sarà il mondiale di Agostini di Giorgio Viglino

Sarà il mondiale di Agostini La Yamaha è più forte e domenica lo deve dimostrare Sarà il mondiale di Agostini Sul circuito di Le Castelet inizia la serie dei Gran Premi - La Mv, impreparata al confronto, si presenta anche priva di Bonera - Lo sostituisce il giovane spezzino Toracca - Molte le assenze per incidenti nelle gare Se il motociclismo è da anni identificato in Giacomo Agostini, questa volta rischia di essere da lui anche monopolizzato nei risultati. Mai come all'inizio di questa stagione, che si apre con il consueto anacronistico anticipo domenica, Mino appare come II favorito assoluto, un poco per la macchina che sembra invincibile in ogni categoria, molto per se stesso più brillante e sicuro che mai, un briciolo anche per le sventure toccate ai suoi avversari. I giapponesi hanno lavorato assiduamente sulle motociclette che già erano superiori lo scorso anno e die furono sconfitte prima per cause decisamente accidentali, poi definitivamente dall'eliminazione fisica di Agostini stesso. Il risultato Mino lo aveva già constatato ad Hamamatsu nelle lunghe sedute di prova, nelle quali l'ho visto impegnato come in nessun'altra occasione. Su quella pista gioiello che la Yamaha usa per sé e per i suoi clienti. Mino in fondo correva il Gran Premio più importante dell'anno mandando in estasi con il suo stile sobrio e perfetto la piccola tribù di tecnici, ingegneri, addetti commerciali e megadirigenti che lo stavano ad osservare. Ottenuto l'effetto voluto ha potuto nuovamente cominciare a dare ordini e gli altri a riceverli contenti di poterli eseguire. Così oggi a Le Castelet «Ago» scende in pista con una moto che è ancor migliore di quella utilizzata nelle gare della classe 500 ce. del campionato italiano, una moto arrivata direttamente dal Giappone. Al campione togliete come avversari Gian Franco Bonera — campione di sfortuna che non deve anche diventare campione d'incoscienza ritornando a gareggiare troppo presto — Barry Sheene e Lansivuori tutti scassati in incidenti e capirete che l'opposizione del solo Read, con Toracca spalla improvvisata, o quella meno convinta di Villa, o ancora il tentativo della Kawasaki, appaiono destinati a scarsa fortuna. Comincio con la Mv. La casa italiana ha vinto il titolo lo scorso anno con Read e con molta fortuna. Doveva far tesoro di questa fortuna e subito dopo una opportuna autocritica quale quella che più volte abbiamo fatto insieme con il direttore sportivo Alberto Pagani. La Mv '74 aveva dei difetti d'impostazione nel telaio e poteva vincere solo quando alla Yamaha qualcosa andava storto o al limite su circuiti particolarmente veloci, non tenendo conto poi dell'obbiettiva differenza di rendimento tra Agostini e Read, e dell'inesperienza di Bonera. Ci si aspettava uno sforzo vigoroso nell'inverno e invece non c'è stato, mi è stato detto a causa degli scioperi, ma se ne ha sofferto la ditta in modo tanto grave, chissà cos'è toccato ai lavoratori che nelle agitazioni pagano sempre un prezzo più alto. C'è anche chi dice sia mancata la volontà di far meglio, nella convinzione di una superiorità che in realtà non è mai esistita. I risultati si sono visti nelle gare d'apertura di stagione e adesso con l'eliminazione di Bonera che poteva essere la vera carta vincente le prospettive sono perlomeno piuttosto oscure. Si dice che anche alla Mv si siano distratti un poco dietro a problemi commerciali che accomunano corridori e casa, e che tali problemi abbiano assunto rilievo de¬ terminante anche nelle scelte tecniche. Lo spezzino Toracca che entra temporaneamente a far parte della squadra Mv in sostituzione di Bonera, è rimasto a lungo sulla corda non perché non fosse giudicato idoneo, ma perché aveva un contratto con una marca di caschi diversa da quella convenzionata con la Mv. Bisogna stare ben attenti, pur nella necessità di gestire economicamente un reparto corse, a non melare dell'elasticità necessaria a far sì che siano sempre i risultati la prima cosa da tenere d'occhio. Dicevo di Villa scarsamente impegnato nella 500 ce. pur con una moto che è abbastanza competitiva e la ragione è presto trovata nella necessità di difendere il titolo ben importante della 250 ce. La «Kawa» fa un tentativo con Du Hamel e Abe, che non sono piloti eccezionali, e con macchine che non si raccomandano in modo particolare, e la Suzuki si è vista liquidare tutta la squadra con le cadute di Daytona per cui deve rinviare l'attacco. Il campo chiude qui ed è un bel campo, soltanto che Agostini è lassù, in cima alla collina. Giorgio Viglino Giacomo Agostini, con la Yamaha, è ancora una volta il grande favorito

Luoghi citati: Giappone, Le Castelet