Sogno d'amore festoso di Giorgio Soavi

Sogno d'amore festoso Sogno d'amore festoso Un eccentrico sogno le "Memorie d'un miliardario" di Soavi Per parlare di un amore festoso — specialmente quando questo amore è simbolicamente « festoso » — bisogna poter disporre di un'allegrezza di linguaggio, di quell'entusiasmo un po' smargiasso che fa spesso parte delle qualità caratteriali dell'adolescente. Ecco qui, nell'ultimo libro del cinquantenne narratore lombardo Giorgio Soavi, Memorie di un miliardario, la descrizione di un amore festoso: di quelli che fan sentir ricchissimo chi se ne è appropriato, chi lo gode. Ma la gran festa ha quel sapore d'abbondanza e di caducità che si trascina dietro paure remote, debolezze per tanto tempo sopraffatte dalla ragione. Il protagonista del romanzo, un uomo che immaginiamo non giovanissimo, s'innamora di una donna che immaginiamo non giovanissima: lei ha uno splendore antiquato, una di quelle grandi scriminature che spartiscono t capelli in due masse compatte come nelle fotografie di Man Ray o in certi riposati ritrattoni di Dante Gabriele Rossetti, e un gran corpo assai femminile. Un gran corpo bello, come nell'invenzione di un bambino che si rifa la mamma per i suoi sogni, per il suo desiderio di protezione. Perché per tutto il romanzo, il protago¬ nista non è, fondamentalmente, che un feto che si compiace del suo immobile navigare tra tiepide placente: in un mare che lo nutre e lo illumina e con tanta dolcezza lo perseguita. Nel suo sogno fetale, questo protagonista arriva ad entrare — quasi che non ci fosse già! — nel corpo della donna amata percorrendone le arterie, lo stomaco, ì polmoni: come in quel film di Richard Fleischer dove alcuni scienziati, diventati minuscoli come microbi, navigavano il corpo umano. Ma per percorrere, in questa frenetica fantasia di possesso, un corpo, è necessario, se non si diventa degli organismi microscopici, che il corpo da navigare sia lui ad ingigantirsi, a diventare enormemente espanso, a proporre visivamente l'ingombro che già costituisce nella mente, nei sensi. E così questa donna — già per sua natura voluminosa — nel trasporto dell'adulto retrocesso allo stato fetale, diventerà un corpo che invade tutto l'appartamento, che si propaga fino alla temerarietà. Ma l'innamorato goloso e castissimo, che rifiuta le delizie dell'erotica consueta, non è soddisfatto finché non riesce ad ingigantire le acque amniotiche in cui si è annidato, al punto di crearne un mare. Un mare che trabocca e si riversa su una città. Che occupa Milano. La città è allagata: il Duomo semisommer¬ so, monumenti, Galleria, sono boe che servono agli abitanti come punti d'appoggio per riprendere fiato dopo una nuotata. E « lei » si ridimensiona; tutti e due nuotano per Milano, nuotatori che senza dubbio aspirano al gioco simbolico del nuotatore-veggente di Max Ernstperche profetizzano paure ed eventi, li fuggono o li realizzano. Sono due ingordi. Non s'accontentano di una Milano tutta mare: e così alla sera la città diventa nevosa, consente loro di andare a passeggio a braccetto, nutrendosi ghiottamente di questo amore ostinato fino all'artificioso, come di fette di una torta. E immergendosi in colloqui famigliari, fatti di un gergo infantilmente protervo. Nell'interessante romanzo di vent'anni fa, Un banco di nebbia (ristampato recentemente) Soavi riusciva a esplodere in un festoso desiderio di dare allegria: anche se il tema della narrazione, dove il sogno non prendeva mai, come in Memorie di un miliardario, colori e smanie reali, sembrava negarglielo. Gli succedeva quando enucleava la memoria dell'infanzia. Qui il processo bizzarro e inarrestabile di un amore fa riaffiorare un tempo felice assai più lontano dell'infanzia: ecco perchè i protagonisti nuotano in letizia nella loro città diventata complice e devota come un grembo materno. Rossana Ombres Giorgio Soavi: « Memorie di un miliardario », Ed. Rizzoli, pag. 154, lire 3000.

Persone citate: Dante Gabriele Rossetti, Giorgio Soavi, Man Ray, Max Ernstperche, Richard Fleischer, Rossana Ombres

Luoghi citati: Milano