Proust della società peruviana? di Angela Bianchini

Proust della società peruviana? "Un mondo per Julius,, di Alfredo Bryce Echenique Proust della società peruviana? L'infanzia di un bambino ricchissimo in una famiglia della caie society peruviana: il bambino vive a Lima in una casa immensa (che cambia, più tardi, per un palazzo anch'esso immenso), e possiede, sin dai primissimi anni, tutto quel che un bambino può desiderare in fatto di giocattoli, libri e svaghi. Potrebbe dunque essere felice, o quasi. In realtà, il bambino, Julius, è molto solo: e non perché sia figlio unico, ma perché tale è la sua natura, resa anche più solitaria e introspettiva dalla morte della sua unica compagna di giochi, la sorellina Cinthia. Gli altri, i due fratelli maggiori, Santiago e Bobby, la madre Susan, bellissima e giovanissima vedova, che si risposa con un frivolo uomo d'affari, Juan Lucas, nell'infanzia di Julius contano soltanto quali presenze vaghe, viste oltre il vetro opaco dell'indifferenza o dell'ostilità altrui, della diversità di Julius stesso. Soltanto pochi esseri entrano a far parte, sia pure in modo vago e temporaneo, del suo mondo: una suorina americana che gli insegna le prime note al pianoforte, alcuni compagni di scuola, in generale diseredati e sottoprivilegiati, e poi i servitori. Sono loro, i servi, numerosi e organizzati nelle cucine, nelle stalle e nei garages delle vaste case, i grandi interlocutori di Julius: gli unici, bambinaie, cameriere, cuoche, giardinieri e autisti, a intrattenere con lui un rapporto semplice e comprensivo, affezionato e tenero, gli unici a ricordare spontaneamente le sue preferenze, i suoi compleanni e la sua solitudine, gli unici a mantenere viva la memoria della sorellina morta. Cosi narrata, la trama ha molto del sentimentale e del kitsch: un pizzico di Piccolo lord, più ancora di Incompreso e, con quella faccenda dei compagni di scuola dignitosi e poveri, anche di libro Cuore. Confessiamo di averla dissacrata deliberatamente, per sottolineare poi con quale abilissimo e consumato mestiere l'ancor giovane Echenique (nato a Lima nel 1939) ribalti il sentimentalismo in critica sociale, o meglio lo metta al servizio di un'acuta disamina della condizione peruviana. Accanto all'invenzione della scrittura e complementare ad essa, sta quella dei domestici: sono coro, generalmente muto, di questa squallida tragedia, ma tanto più efficace quanto dà in incongrui e improvvisi discorsi, in gesti strani che non si accordano con il cerimoniale prestabilito, in rivelazioni del tutto indesiderabili della propria sensibilità. Sono i momenti in cui, incauti, essi tendono la mano ai padroni, immemori dell'abisso sociale che li separa: un regalino per il compleanno di Julius, uno spiraglio sulle proprie pene, una ribellione davanti all'indifferenza dei ricchi. La madre, dolce e sventata, che Julius adora, intende qualcosa, sia pure in modo vago; i fratelli e il patrigno indietreggiano, terrorizzati e ironici. Julius rimane colto nel mezzo, con la sua sensibilità malaticcia, con la sua disperata capacità di vedere tutti i lati della questione, di soffrire per tutti, prima, dopo e durante. Per questo abile narratore, che ora vive e insegna a Parigi, sono stati fatti i nomi di Proust e di Musil, e non è poco quando si consideri la volgare banalità di questa Lima, tutta « Mercedes ;>, « Jaguar », piscine e campi da golf, pallida imitazione di una Spagna e Inghilterra mai esistite, che egli ha voluto descrivere. Ma l'originalità sta in Julius, piccolo Incompreso latino-americano, che abbandoniamo a undici anni, quando il suo destino è forse già segnato. Miliardario, omosessuale, tupamaro? Che diventerà mai il piccolo allievo della «suorina buona»? « Era bella la monachina del piano. Proprio bella e con le lentiggini. Si chiamava Mary Agnes e ti faceva entrare in una stanza con una statua di san Giuseppe, in un angolo, e con un tappeto di Cuzco, in mezzo. Sulle prime non sapeva se era qualcosa che si metteva addosso la suorina o qualche liquido per pulire i tasti, ma quell'odore nella stanza del piano fu il primo profumo essenziale della sua vita, aiutava tanto il sentimento musicale. La suorina indossava una specie di bavaglino enorme, bianco e inamidato che le nascondeva i seni e la faceva sembrare ancora piìi buona... ». Angela Bianchini Alfredo Bryce Echenique: « Un mondo per Julius », trad. di Enrico Cicogna, Ed. Feltrinelli, 1975, pagine 433, lire 3800.

Persone citate: Alfredo Bryce Echenique, Echenique, Enrico Cicogna, Juan Lucas, Mary Agnes, Musil, Proust

Luoghi citati: Inghilterra, Lima, Parigi, Santiago, Spagna