Analisi d'un "trockista,, di Mario Bonini

Analisi d'un "trockista,, Analisi d'un "trockista,, Lucio Colletti discute la crisi del marxismo e delle società socialiste a e o i — , l , n a , I rinverdisce inopinatamente Accade anche questo in Ita-1 lia dal '68: che uno studioso dei marxismo come Lucio | Colletti venga rozzamente contestato da studenti maoisti e neostalinisti e bollato, anche da altre parti, con l'accusa di trockismo. L'uso spregiativo e denigratorio dell'aggettivo « trockista », di moda ai tempi del Komintern prima e dopo la svolta dei fronti popolari, e poi svuotato d'ogni residua parvenza razionale dalle grandi purghe staliniane, che accomunarono trockisti veri o presunti e seguaci di Bucharin nella risibile accusa di connivenza con Hitler i e , . da qualche anno negli ambienti dell'ultrasinistra: in qual- j che aula universitaria e in qualche movimento extraparlamentare l'immaginazione è j veramente arrivata al potere. Perché Colletti è « trockista »? Perché ha sempre so -1 stenuto che Trockij aveva ra¬ gione quando affermava che nell'Urss non era stata fog giata una società socialista; « vi esiste », dice Colletti nell'intervista alla Neio Left Reviete, pubblicata in Inghilterra nell'estate del 1974 e ora riportata nella prima parte del volume, « tuta specie di società che gli zoologi 7ton hanno ancora ben classificato». Ma Colletti riconosce anche come giusto il giudizio fondamentale di Trockij, secondo il quale quello sovietico non è un regime capitalistico, anche se dal 1936. quando Trockij pubblicò La rivoluzione tradita, « la situazione si è ulteriormente deteriora; ta, nel senso che la casta burocratica al potere si è stabi, lizzata e consolidata ». I Anche i marxisti ufficiali ! hanno però qualcosa da rim! proverare a Colletti: il rigore, per esempio, con cui circoscrive la figura e l'opera di ; Gramsci nei suoi limiti. QuaI li sono questi limiti? Soprat; tutto una conoscenza parziaI le e lacunosa della teoria eco; nomica di Marx e degli scrit| ti di Lenin. Ma proprio per; che non aveva un'effettiva pa! dronanza della teoria econo; mica marxista Gramsci, nota Colletti, « fu indotto a svilupi pare una nuova esplorazione l della storia italiana, che ro: vescia la convenzionale schematizzazione di struttura e sovrastruttura... Ci siamo tanto abituati, come marxisti, a guardare la realtà attraverso certi occhiali che è importantissimo che qualcuno, ogni tanto, sappia toglierseli dal naso: è probabile che vedrà in maniera un po' più confusa, ma è anche possibile che riesca a percepire cose di cui quelli con gli occhiali non si accorgono nemmeno ». La tematica dell'« intervi- sta » spazia ampiamente al di là e al di qua di Trockij e Gramsci: nodo centrale della riflessione è la presa di coscienza, non priva d'una certa stoica ironia, che il marxismo è in crisi perché non ha sa1 Puto te"ere ,nfi Pas„so <;On la stona- Semplificando al mas| simo, si può dire che, dopo la rivoluzione d'ottobre e il fallimento della rivoluzione nei Paesi capitalistici più avanzati, « in Occidente il marxismo è diventato un fenomeno semplicemente culturale e accademico, mentre in Oriente ì processi rivoluzionari si sono sviluppati in un contesto troppo arretrato per permettere la realizzazione del socialismo ed hanno trovato i espressione in idee e tradizioni non marxiste ». Il vero compito dei marxisti, insomma, è studiare perché la storia ha preso una strada diversa da quella prevista in Das Kapital, e per studiare con onestà questo fatto occorrerà mettere in discussione alcuni cardini del pensiero di Marx. Colletti rinnega volentieri, anche se con amarezza, il « trionfalismo dogmatico » con cui egli stesso aveva difeso, fino a una quindicina d'anni fa, la giustezza di ogni rigo di Marx. C'è un solo modo di richiamare in vita il marxismo: smetterla con l'epistemologia e la gnoseologia, smetterla di scrivere libri come II marxismo e Hegel e ricominciare a scrivere libri come II capitale finanziario di Hilferding e L'accumulazione del capitale della Luxemburg. Altrimenti il marxismo, conclude Colletti, « sopravviverà come un puro e semplice hobby di qualche professore universitario. Ma in quel caso sarà veramente morto ». Colletti ha sentito il bisogno di chiarire alcuni temi dell'intervista con uno scritto, « Marxismo e dialettica », che costituisce la seconda parte del volume. Qui la sua attenzione si concentra sulla j differenza fra « opposizione reale » e « contraddizione dia- | lettica » e il discorso investe le insufficienze e le aberrazioni del pensiero marxista contemporaneo sul problema del | rapporto fra scienza e filoso- | fia. Le conclusioni sono radicali: « La scienza moderna non conosce e non sa che farsene della dialettica della materia. La considera, giustamente, una filosofia romantica ». Mario Bonini Lucio Colletti: « Intervista politico-filosofica », Ed. Laterza, 119 pagine, lire 1500. 1 | j j Lcv Trockij

Luoghi citati: Inghilterra, Urss