Lo spaventoso rogo nello notte di Remo Lugli

Lo spaventoso rogo nello notte Lo spaventoso rogo nello notte L'hotel ospitava 85 clienti sioni Le vittime sono dodici francesi e due italiani (sposati da poco) - Non vi sono state esplointatte la caldaia del riscaldamento e la cucina - Due mesi fa un altro albergo era stato distrutto dalle fiamme Perché gli inquirenti hanno il sospetto che l'azione possa essere di un incendiario (Dal nostro inviato speciale) S. M. Massinre, 27 marzo. Orrore e morte, di notte, a S. Maria Maggiore, il più noto paese della Val Vigezzo che era addormentato nella quiete montana. E' bruciato un albergo, l'Excelsior, il migliore, che ospitava ottantacinque clienti, quasi tutti francesi, più quattro inservienti e cinque compo¬ nenti la famiglia ilei gesto re. Il bilancio è terribile: quattordici morti di cui do dici francesi e due italiani; i feriti sono trentasette, di cui alcuni gravissimi e tra questi c'è anche un bimbo di nove anni che è ricoverato a Torino mentre tutti gli altri sono ricoverati all'ospedale di Domodossola. I due morti italiani sono due giovani sposi da meno di un anno: Maria Teresa Locatclli, 20 anni, inserviente presso l'hotel, e Rino Adorna, 2S anni, piastrellista, che dormiva con la moglie. Non ci sono state esplosioni, la caldaia del termosifone è intatta, la cucina pure. Si affaccia l'ipotesi del dolo. Un mese fa era stato distrutto, o oe i n pure da un incendio, un altro albergo di S. Maria Maggiore, lo Sporting (settanta posti letto), che fortunatamente era vuoto. ]II prefetto di Novara, dot- tor Paolo Forte, durante una conferenza stampa, alla domanda che gli è stata rivolta sull'ipotesi di incendio doloso, ha risposto: «Non s'adombra né si esclude». C'è quindi la probabilità che il disastro sia stato voluto; se sì, come e perché cercheranno di accertarlo gli inquirenti che già hanno cominciato l'inchiesta o, '< interrogando molte persone. L'hotel Excelsior era di pri j ma categoria in quarantasette camere, qua! rantun bagni. Aveva la struttura classica degli edifici montani adibiti a questo scopo; tetto a baita, sei piani i i a e . a y a o i è o l i n i i o e a l o t. ptfuori terra, rivestimento in pietra fino al primo piano, intonaco più in alto e poi gli ultimi due piani rivestiti esternamente di legno. Nel piano terreno la hall si allarga in un corpo che ha per tetto una terrazza; sotto, nel seminterrato, c'è una tavernetta, la discoteca o night. All'interno dell'albergo, ovunque, molto legno e molte moquettes, i materiali che hanno trasformato l'edificio in un braciere. La costruzione è stata ampliata e abbellita quattro anni fa dal proprietario Galli. Gli affari hanno stentato ad avviarsi, il Galli si è trovato in difficoltà e l'hotel è stato rilevato dall'impresa che aveva eseguito i lavori, la Negri e Valentini di Domodossola (Valentini è sindaco di Bognanco), i quali l'hanno affidato in gerenza ai coniugi Mellerio, Giampiero e Rosa, rispettivamente di 32 e 28 anni. L'Excelsior lavorava soprattutto con una clientela I francese, collegato da due | agenzie di Parigi la «Mer et ! so'.eil» e la v.En ski»; infatti, i degli ottantacinque clienti ( ben ottantuno erano arrivati a S. Maria Maggiore con un i j contratto per una «settimana bianca», con le due agenzie francesi. Già il «bianco» aveva deluso gli ospiti sciatori perché in paese i tetti sono scoperti, ci sono soltanto qua e là chiazze di neve e mucchi sporchi ai bordi delle strade, le piste bisogna andarle a cercare molto più in alto a «La piana». Il primo allarme è delle 23,30. A quell'ora nella hall non c'era più nessuno, quasi novantun letti tutti gli ospiti si sono ritirati nelle proprie camere e stanno dormendo. Al primo piano ha l'abitazione la famiglia del ge store: i due coniugi, due bam- bini e la madre di lui. Giam Piero Mellerio è giù, nella ta- vernetta, insieme con una quindicina di clienti: ballano, ascoltano dischi. Mellerio esce nel corridoio per andare alla toelette e si trova in mezzo al fumo, torna indietro e fa uscire tutti dalla sala notturna. Tenta di salire le scale interne che portano prima alla hall e poi ai piani superiori, ma non ci riesce, l'aria è irrespirabile. Allora corre fuori, gira l'albergo, va sotto le finestre delle camere dei suoi familiari; li trova già fuori, su un terrazzo. E' lo stesso Mellerio che dal night telefona ai carabinieri per dare l'allarme. Il prete suona le campane, ma. elicono, debolmente: comunque qualcuno si rende conto che si tratta di pericolo, esce, cerca di capire dove è l'incendio. Mentre gli abitanti escono eli casa per accorrere sul luogo del rogo, l'incendio assume proporzioni enormi con irande rapidità. Il fuoco dalla hall, dove pare che si sia sviluppato, sale su per le scale tutte ricoperte di moquette, attirato dalla corrente d'aria ascensionale. In pochi minuti è già in alto, alla mansarda, che ha legno all'interno e legno all'esterno. I clienti si affacciano alle finestre, escono sui balconi; si incominciano ad udire altissime grida di spavento, di Remo Lugli (Continua a pagina 2 in quinta colonna) Davanti all'albergo infermieri soccorrono un ferito (Tclef.)

Persone citate: Maria Teresa Locatclli, Mellerio, Negri, Paolo Forte, Piero Mellerio, Rino Adorna, Valentini

Luoghi citati: Bognanco, Domodossola, Novara, Parigi, Torino