Tanti auguri ma poche uova per la "Pasqua dei romani,, di Giuseppe Fedi

Tanti auguri ma poche uova per la "Pasqua dei romani,, Il "caro cioccolata,, ha frenato gli acquisti per le feste Tanti auguri ma poche uova per la "Pasqua dei romani,, Si registra una diminuzione del 30 per cento nelle vendite rispetto all'anno scorso Roma, 26 marzo. Il caro-prezzi contro la tradizione: vittime dell'aumentato costo della cioccolata, le uova pasquali rischiano di continuare ad abbellire le vetrine dei negozi. Invitanti, ricche di fronzoli variopinti, riempiono gli scaffali di bar e pasticcerie ma le vendite, a giudicare dai mugugni degli esercenti, procedono col contagocce. In piena Settimana Santa si calcola che, rispetto all'anno scorso, circa il trenta per cento dei romani rinunceranno all'uovo. Una previsione pessimistica confermata dai commercianti. I più previdenti, fiutando l'iranno no» delle uova, hanno ridotto per tempo le ordinazioni. Altri, per parare il colpo, hanno cercato di mascherare in qualche modo il «caro-uovo» ricorrendo ai pacchi j regalo. Champagne, whisky e vino fanno da corona in lussuosi cestini alle uova. Combinazioni allettanti ma con ( prezzi ovviamente poco ab- j bordatali. «Premesso che Ro-1 ma è una città impiegatizia e ; che quindi, il margine di tempo per gli acquisti pasquali è decisamente esiguo, l'aumento dei prodotti dolciari ha fatto il resto — spiega Gino Viola, direttore del caffé "Berardo" —. Fino a martedì abbiamo venduto pochissimo. La gente entra, sceglie, chiede il prezzo, poi cambia idea. In un anno di recessione economica era inevitabile che la vendita degli articoli voluttuari, come le uova di Pasqua, subisse una forte contrazione. E poi la colpa è anche del calendario, che ha avvicinato troppo la Pasqua al Natale». Prezzi in alcuni casi raddoppiati (per un uovo di media grandezza l'anno scorso bastavano quattromila lire, quest'anno occorrono ottomila) e uova spesso di qualità mediocre spiegano la crisi nel settore. «Molte famiglie — puntualizza Anna Savonetti, direttrice della "Perugina", in via Condotti — non potranno spendere che pochi soldi e quindi si orienteranno verso prodotti a basso costo, mentre dovrebbe continuare a tener su il mercato chi può spendere o chi deve spendere per sdebitarsi con qualche conoscente. Per quanto riguarda il nostro negozio, non possiamo lamentarci. Favoriti dalla posizione e da una clientela di passaggio economicamente solida, vendiamo con lo stesso ritmo degli scorsi anni». In questo clima sembrano riprendere vigore le produzioni artigianali di alcune pastic¬ cerie, sia romane che di altre regioni, sparse per la città. E' il caso di «Moriondo-Gariglio», in via del Corso, piemontese, oltre 50 anni d'attività e una clientela fedele. «Qualitativamente ineccepibile, il nostro cioccolato — assicura la proprietaria sprizzando orgoglio — non ha bisogno di presentazioni. Purtroppo i prezzi del cacao e delia lavorazione sono saliti alle stelle, provocando una lieve contrazione nelle vendite. Speriamo di rifarci in questi idtimi giorni e che ci aiutino le prenotazioni dall'estero in sensibile aumento». Solo all'associazione dell'industria dolciaria indulgono decisamente all'ottimismo. A decidere — fanno osservare — sarà la settimana in corso, in quanto il grosso del consumo di uova e colombe si concentra in pochissimi giorni, E' ancora possibile, quindi, che il consumatore possa far risalire le vendite all'ultimo momento. Niente piagnistei, dunque: l'assalto ai negozi è solo rinviato. Giuseppe Fedi

Persone citate: Anna Savonetti, Gariglio, Gino Viola, Moriondo

Luoghi citati: Roma