Sposato "con,, due figli

Sposato "con,, due figli QUESTIONI DELLA LINGUA ITALIANA Sposato "con,, due figli Una lettrice, che non dimostra nessuna fiducia nell'intelligenza di chi ascolta, bolla a fuoco il modo di dire: « sposato con due, tre figli »: qua.ido è troppo evidente che uno è sposato con una donna e ha due o tre figli, ma non è già sposato coi figli! Chi è che potrebbe davvero pensare a uno sposalizio con la propria prole? Inoltre la particella Con ha più sens j non denota sempre e soltan to compagnia. Si vive con la moglie, ma anche si combat- te con i nemici; si può avere amicizia, ma anche astio con qualcuno. Si consulti il dizio nario e si vedrà quanti vaio ri ha la preposizione Con: unione, mezzo, qualità, circo stanza, possesso, relazione e altri ancora. Vi sono persino taluni che sposano (non bene) la polisensa particella al verbo Divorziare ( divorziare con, invece che da). Del resto, quando la logicità repugni al modo « sposato con due figli », si segua l'esempio degli osti colti: « Sabato , trippa ». Ci si ricordi cioè che tra le virgole ve n'è una, detta espletiva, cioè non necessaria grammaticalmente, più lieve d'una galla, che tuttavia, nei casi dubbi, rischiara il senso. Basta dunque scrivere «sposato , con due figli», o parlando fare piccola pausa dopo sposato, e la coscienza non ha più nulla da rimproverarsi. Un altro lettore, avvocato, ha udito dire alla figliuola di una sua cliente che si presentava a lui per la prima vol¬ ta: « Io sarei la figlia della signora Y. ». « Che vuol dire, in nome di Dio, questo condizionale sarei? ». Come avvocato il lettore ha ragione: posto che la madre è legalmente certa, il condizionale non vi ha luogo, come non l'ha nemmeno nel caso del padre, che sebbene legalmente meno certo, l'uso del mondo vuole che di ciò non si faccia il menomo cenno. Ma il rigore legalitario non sempre collima col sentimen-to della lingua; e a quel sen- tomento la signorina ha ubbidito, usando un condizionale (condizionale assoluto) che riguardato stilisticamente ha un suo pregio, in quanto non esprime già dubbio incertezza impossibilità, ma timidità e modestia. Così dicendo, il soggetto ha cercato d'insinuarsi senza troppo disturbo nelle grazie del professionista. Compiamo la frase sospesa a quel condizionale assoluto: « io sarei la figlia della signora Y., che è un bel titolo di raccomandazione; ma se la disturba ricevermi passerò un altro giorno ». Non siamo lontani dalla frase di galateo: vorrei dire la mia; taciutavi la protasi: se vi contentate. O non si dice dagli ipersensibili, da persone che si sentono ospiti in questo mondo: « Io sarei il Tal dei Tali»? Se non lo sa lui chi è, chi ha da saperlo? Eppure la modestia si compiace di gettare un velo di i dubbiezza su ciò che è indu1 bitabile. 1 Leo Pestelli

Persone citate: Leo Pestelli