Ignoti tesori degli archivi

Ignoti tesori degli archivi NASCE LA MAPPA D'UN VASTO PATRIMONIO Ignoti tesori degli archivi Antichi preziosi documenti diverranno più accessibili agli studiosi d'ogni disciplina Anche se assai poco se ne è scritto, è in corso un'iniziativa di fondamentale importanza nel campo della gestione dei beni culturali del nostro Paese: intendiamo parlare del catalogo del patrimonio storico-artistico italiano. In Italia esiste, accanto al patrimonio artistico, un patrimonio archivistico di non inferiore significato: basti pensare a tutte le carte delle amministrazioni degli Stati italiani dal Medio Evo alla Unità (Comuni, principati, regni a Genova, Firenze, Venezia, Milano, Torino e Napoli, tanto per citare i più conosciuti), delle famiglie nobiliari, degli enti ecclesiastici. Anche di questo patrimonio, così importante nell'ambito dei beni culturali (tanto è vero che una recentissima decisione legislativa ne ha sancito l'unificazione delle gestioni sotto un nuovo e medesimo dicastero), si sta facendo l'inventario con la guida generale degli archivi di Stato italiani. Essa è in corso di redazione dal 1966 ed ormai vicina alla sua compiuta realizzazione, nel termine di uno-due anni. Strumenti di studio E' un'opera che vuole offrire un panorama sistematico e completo dell'intiero patrimonio documentario conservato presso gli archivi di Stato: uno per provincia, alla periferia, che raccoglie la documentazione degli enti statali (prefettura, questura, intendenza di finanza, tribunale etc), delle famiglie storicamente cospicue del luogo e soprattutto, quando sono esistite, delle magistrature degli Stati pre-unitari, come la Repubblica di Venezia, il Granducato di Toscana e il Regno delle due Sicilie per limitarci a qualche esempio; uno al centro, l'Archivio centrale dello Stato, che raccoglie la documentazione degli uffici centrali dello Stato (Cassazione, Consiglio di Stato, ministeri) nonché le carte di molti uomini politici di rilievo nazionale (Depretis. Crispi, Giolitti, Nitti, Mussolini ed altri). Il progetto della guida, concepito nell'ambito dell'ufficio studi e pubblicazioni della direzione generale degli archivi di Stato ad opera del suo capo Claudio Pavone e del suo più stretto collaboratore Piero D'Angiolini, sta diventando realtà grazie a un paziente e metodico lavoro, fatto di proposte, di discussioni, di verifiche tra i coordinatori al centro e tutti i collaboratori alla periferia. In base ad esso fu emanata a metà del 1966 una circolare contenente una Proposta di guida generale; questa partiva dalla constatazione che le guide precedenti, quella del 1910 e quella del 1944, che ricalcava la prima, erano ormai insufficienti; sia perché il patrimonio archivistico si era di molto arricchito nel frattempo, per nuovi versamenti nei vecchi istituti archivistici e per la creazione di nuovi archivi (più che raddoppiati, da meno di cinquanta a quasi cento tra il 1940 ed oggi); sia perché i criteri redazionali che le reggevano non erano sempre rigorosamente rispettati, sia infine per il carattere discorsivo e non sistematico della trattazione, che nuoceva alla chiarezza della descrizione. Si proponeva pertanto, pur conservando quanto di meglio era stato elaborato nelle guide precedenti, da un lato una trattazione più schematica e articolata, che meglio evidenziasse epoche storiche e fondi archivistici, dall'altro una più unifoime impostazione delle voci. All'inizio del 1967, quando tutti gli archivi avevano fatto pervenire le loro osservazioni sulla Proposta fu stilata una relazione che le riassumeva organicamente e che fu : Dttoposta alla discussione dei collaboratori in una serie di riunioni regionali e inferregionali. Esaurita anche ques'" —-;onda fase, nel cerso del 1969 si poterono emana¬ re le definitive istruì'.ini operative. Fu chiarito il carattere pratico della guida, che doveva fornire agli studiosi uno strumento di rapida e non equivocabile consultazione, offrendo loro il quadro « realistico » del contenuto degli archivi di Stato italiani, attraverso la fotografia, per così dire, della situazione esistente con la prospezione sistematica dei fondi, ma anche con la speculare traduzione delle deficienze di ordinamenti e di conoscenze, quando esistevano. La guida rifiutando nettamente la divisione per materia di intonazione positivistica, sancita dal regolamento del 1911 (sezioni giudiziaria, amministrativa e notarile), s'è voluta ispirare nelle grandi linee a quel metodo storico ormai accettato come canone fondamentale dalla dottrina archivistica in Italia. Accurati schedari Le singole voci (una per archivio) furono pertanto articolate secondo la partizione: I. Archivi di istituzioni, magistrature, uffici fino alla unificazione; II. Archivi degii organi periferici dello Stato unitario italiano; III. Qualsiasi altro archivio che non rientri nelle prime due categorie (archivi di famiglie, archivi notarili etc), alla quale seguivano, quando del caso, ulteriori divisioni. Fissati questi criteri generali, si stabilì di svolgere il lavoro concreto di compilazione della guida in due tempi: rilevamento dei dati prima, quindi studio dei fondi, inquadramento e redazione della voce secondo lo schema descritto poc'anzi. Per la prima operazione è stata predisposta una scheda modello, eguale per tutti gli archivi, che riporta le notizie essenziali richieste per ciascun complesso archivistico (denominazione del fondo, consistenza quantitativa, estremi cronologici, esistenza dei mezzi di corredo: in- I ventari ed elenchi). Al termi! ne di questa operazione ogni ! archivio disporrà come dota: zione permanente di uno j schedario generale dei fondi | archivistici. Le schede redat; te in tre copie saranno ordinate in tre modi diversi: il primo, per soddisfare alle ! esigenze della guida, seguirà i l'ordine di successione storiI ca; il secondo seguirà l'ordi! ne topografico locale per loi cale, scaffale per scaffale, rii specchiando la materiale collocazione delle carte e per! mettendone un rapido conI trollo in loco; il terzo sarà ! disposto in ordine alfabetico. All'ufficio studi e pubblica! zioni sta confluendo poi da ! ciascun archivio una quarta | copia, che servirà alla reda; zione definitiva della guida e i creerà al tempo stesso uno ! schedario unico nazionale. ! Anche dopo la pubblicazione j della guida le schede suddetj te continueranno a essere i compilate in modo da arric| chire lo schedario generale | dei nuovi ordinamenti e inJ ventariazioni. Si darà così ; vita in sostanza ad un ufficio I permanente della guida o centro di informazioni archivistiche (ovviamente per i dati più generali) che permetterà all'amministrazione di avere costantemente il quadro del patrimonio archivistico nazionale e agli studiosi, mediante gli aggiornamenti periodici della guida, di esserne tempestivamente informati. Ci sembra pertanto fondato l'elogio formulato in proposito da una delle più prestigiose riviste tecniche del mondo, la francese Gazette des Archives, che ha rilevato con rammarico, come la amministrazione archivistica francese non potrebbe nella situazione attuale, anche perché priva di uno strumento adeguato come l'ufficio studi e pubblicazioni, di cui invece ha saputo dotarsi l'analoga amministrazione italiana, neppure progettare un'impresa di tale respiro. Costanzo Casucci

Persone citate: Claudio Pavone, Costanzo Casucci, Crispi, Depretis, Giolitti, Mussolini, Nitti, Piero D'angiolini

Luoghi citati: Firenze, Genova, Italia, Milano, Napoli, Torino, Toscana, Venezia