Merckx su Moser e sui vento

Merckx su Moser e sui vento Il campione belga conquista il sesto successo nella Milano-Sanremo Merckx su Moser e sui vento Eddy ha eguagliato il primato di vittorie di Costante Girardengo - La decisione allo sprint su Moser dopo una corsa resa difficilissima dalle avverse condizioni (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 19 marzo. Sesto centro di Eddy Merckx sul traguardo della Milano-Sanremo, com'era scritto nei pronostici. Alla sua ruota, sconfitto di un soffio al termine di un entusiasmante a testa a testa allo sprint, il nostro Francesco Moser, a dimostrazione che anche se, a causa del fortissimo vento contrario. Merckx non ha potuto sviluppare un tipo di tattica diverso, ha mantenuto le promesse che lo volevano deciso ad eguagliare il record di vittorie di Costante Girardengo, onde porre le basi per battere questo prestigioso primato nel 1976. Chi, lasciandosi ingannare dalla » maschera » dimessa di Merckx nella Parigi-Nizza, aveva creduto di intravedere segni di declino nel fuoriclasse belga, è insomma servito. Tutto si è deciso nella discesa, breve ma rischiosa, dal Poggio verso Sanremo, visto che i precedenti 280 chilometri di corsa avevano avuto un solo dispotico padrone, il vento. Le forti raffiche del maestrale, divenute violentlssi- me dopo lo sbocco dal Turchino verso il mare, avevano fatto da freno ad ogni iniziativa, cosi come avevano provocato, nella fase di avvicinamento alla Liguria, una clamorosa frattura nel gruppo, che aveva rischiato di tagliar definitivamente fuori dalla lotta addirittura Gimondi Baronchelli e Zilioli, dopo che ne erano stati esclusi — per colpa del freddo e forse più ancora delle loro precarie condizioni di forma — il vecchio Poulidor e Battaglin. SI era all'uscita da Novi Ligure, dopo cento chilometri di corsa. Nel plotone, che procedeva a ventaglio, per meglio resistere al vento, si è improvvisamente creato un vuoto, del quale ha freddamente approfittato Merckx per scatenare la battaglia insieme al fido Bruyere, imitato da De Vlaeminck, Maertens, Bitossi, Moser e pochi altri. Dalla furibonda « bagarre » che ne è nata sono riusciti a salvarsi in venti, cioè tutti i migliori ad eccezione di Gimondi. Baronchelli, Zilioli, Paollni, Poulidor e Battaglin. Ouesti ultimi due. non riuscendo nemmeno a reggere il ritmo del gruppo inseguitore, hanno preferito abbandonare, per gli altri invece, con tutta la Scic impegnata a favorire il recupero di Baronchelli. è incominciata un'affannosa rincorsa alla pattuglia che fuggiva davanti a loro verso il Turchino. All'imbocco del tunnel che immette alla discesa verso il mare, Bruyere, capofila della pattuglia in fuga, transitava con 50 secondi di vantaggio su Zilioli e con un minuto sul plotone guidato da Baronchelli. Sui ripidi tornanti verso Voltri il torinese, scendendo al massimo del rischio ad ogni curva, è stato il primo ad annullare il suo distacco, ma gli altri hanno dovuto impegnarsi ancora alla morte, fino alle porte di Albisola per rendere vana l'offensiva dello scatenato Merckx, il quale, alla guida della pattuglia in fuga, continuava a scattare, mantenendo — compatibilmente con il vento — un'andatura pazzesca. Dopo una simile battaglia, andata avanti per ben ottanta chilometri, era logico che. sull'Aurelia sempre inesorabilmente battuta dal vento, tornasse un po' di calma: erano tutti provati dallo sforzo, sia chi aveva scatenato l'offensiva, sia chi aveva dovuto battersi all'estremo delle forze per annullarla. La tregua si è praticamente protratta, salvo qualche scaramuccia di scarso significato, fino ai piedi del Poggio, facendo scavalcare alla corsa senza grosse emozioni le tradizionali asperità del Capo Mele, del Cervo e del Berta. All'inizio del bivio che porta al Poggio, il ligure Perletto, che era | venuto a trovarsi in testa insieme agli olandesi Knetemann e Kulper | e ai belgi De Geest e Van Linden, ' ha tentato coraggiosamente la sua carta, per ripetere il successo giù ottenuto l'anno scorso nella tappa del Giro a Sanremo. Eddy Merckx tuttavia, tirato il fiato, era già pronto a riprendere le redini della corsa. Sotto la spinta sua e di Bruyere, il tentativo di Perletto è stato annullato ed il verdetto della « Sanremo », dopo che in vetta al Poggio era transitato primo Conti seguito da Bruyere e dal francese Sibille, è rimasto affidato alla temerarietà dei protagonisti sui diciotto terribili tornanti che formano la picchiata verso la « città dei fiori » All'imbocco dell'Aurelia una sagoma caratteristica, quella di Francesco Moser, è ormai nella scia del terzetto Conti-Bruyere-Sibille. j Ma quando si incomincia ad accarezzare il sogno di un clamoroso trionfo del leader della «nouvelle vague» italiana, una specie di motocicletta umana, precedendo di pochi metri il francese Danguillaume, piomba sui quattro fuggitivi. E' lui, Eddy Merckx. che ha compiuto uno sforzo enorme, spingendo un rapporto che solo le sue gambe ed il suo cuore possono sopportare, per riacciuffare per i capelli, a meno di un chilometro dal traguardo, una corsa che gli stava sfuggendo di mano. Nella volata, condottagli magistralmente da Bruyere, il fuoriclasse belga esce spavaldamente allo scoperto ai 250 metri; Moser tenta di resistergli, in un emozionante duello a gomiti allargati, ma il trentino riesce appena, nell'ultimo metro, ad arrivare quasi a fianco del rivale, senza poter evitare il sesto eri plein di Merckx. Al terzo posto il francese Sibille — e chi era costui? — seguito da Conti. Bruyere e Danguillaume, mentre l'olandese Lannoo, a sei secondi, ha preceduto Zilioli e Maertens nella volata del gruppo. Tutto secondo i pronostici, insomma. Sembrava solo una battuta, l'aver detto, in sede di presentazione, che Eddy Merckx non aveva vinto le due precedenti edizioni della « Sanremo » soltanto perché non c'era. E invece... Gianni Pigliata Sanremo. Lo sprint vincente di Eddy Merckx davanti a Francesco Moser (Telefoto)