Portogallo e Italia

Portogallo e Italia Portogallo e Italia (Dal nostro corrispondente/ Roma, 19 marzo. Il pei si è trovato addosso il caso del Portogallo nel momento in cui meno lo avrebbe voluto, perché la sua dirigenza è impegnata su due fronti, nello sforzo di convincere altre forze politiche e la propria base, in parte ancora restia, alla necessità del compromesso storico, subito e non nel Duemila, come ha detto Amendola, attraverso una via già di per sé difficile, perché presuppone «una lotta di massa contro partiti ai quali si chiede nello stesso tempo di giungere ad un accordo per mutare modi di governare». Nessuno questa mattina al congresso comunista aveva interventi pronti sulla decisione del governo militare di Lisbona di escludere la democrazia cristiana e due movimenti di estrema sinistra dalle elezioni. Lo stesso capo della delegazione sovietica, Kirilenko, con un applauditissimo discorso (tutti in piedi in un prolungato battere di mani) ha rinnovato la solidarietà «ai combattenti per la rinascita e lo sviluppo della democrazia in Portogallo e in Grecia». La presidenza del congresso, a mezza mattina, con un breve documento ha replicato in tono duro alla delegazione de, che nella notte aveva deciso di non più assistere ai lavori, giudicando il gesto « pretestuoso » tendente a «strumentalizzare in chiave elettorale accadimenti di altri paesi (...) i quali hanno caratteri specifici, legati alle condizioni interne e al disporsi delle forze politiche». Al pomeriggio è stato affidato a Tortorella, direttore dell'Unità, l'incarico di trattare l'argomento, e Tortorella, pur giudicando «incredibile» il gesto della delegazione de, ha affermato di scorgere «bene che quanto è accaduto in Portogallo è cosa certamente assai seria e grave», convenendo tuttavia che non si può disgiungere l'esame di questa realtà dall'esistenza di una situazione del tutto eccezionale, «in cui certamente non si è ancora usciti dalle conseguenze di un colpo di Stato reazionario ». Poi, abilmente, facendo appello a quella che si suol definire grosso modo «mozione degli affetti», ha dichiarato di non comprendere «in qual modo possa essere trascinata la tradizione antifascista presente nella de ad identificarsi con un partito sorto da pochi giorni, il cui capo era un ufficiale compromesso in un tentativo di golpe». Infine, in aiuto al partito comunista italiano è intervenuto con misurate quanto efficaci parole il segretario del pc spagnolo in esilio, Carrillo, assicurando che nella sua patria, una volta via Franco e tornate le libertà, «non contesteremo a nessuno, né di sinistra né di destra, il diritto di partecipare alla vita democratica». Dal silenzio, dall'imbarazzo di una reazione affrettata, prima di sera il congresso comunista si è preparato a superare l'imprevisto ostacolo che gli arrivava da Lisbona. E' facile prevedere che il caso portoghese peserà sul congresso, e soprattutto peserà sulla politica italiana, sempre pronta a cercare ogni occasione, giusta o meno giusta, per acuire le polemiche tra i partiti, in particolare in questa vigilia pre-elettorale. Forse il gesto della delegazione democristiana di abbandonare i lavori del congresso in solidarietà con la de portoghese è stato impulsivo. Se prima si era posto l'ordine pubblico come principale tema di una campagna elettorale che si prevede assai combattuta, adesso il nuovo episodio aiuterà, è inutile nasconderselo, il partito della ciisi che vorrebbe, per interessi particolari ( acquisto di voti), lo scioglimento anticipato delle Camere e nuove elezioni politiche. Chi pensava di condurre la campagna elettorale all'insegna dell'ai-ticomunismo vede nel caso portoghese un insperato appoggio. Diventa più difficile per Moro respingere queste tentazioni, che sono localizzate in

Persone citate: Amendola, Carrillo, Kirilenko, Tortorella

Luoghi citati: Grecia, Italia, Lisbona, Portogallo, Roma