L'arbitro Loraux odia il "cattivo"

L'arbitro Loraux odia il "cattivo"L'arbitro Loraux odia il "cattivo" Gli amici del « Sunday Times » saranno di nuovo in allarme. L'unica squadra italiana ancora in lizza nelle coppe internazionali è diretta stasera — nella sfida di Amburgo — da un arbitro che in una precedente occasione l'ha già vista vittoriosa, anche se con un punteggio che non fu sufficiente per passare il turno. Il belga Vital Loraux, infatti, arbitrò allo stadio torinese la sera del 3 ottobre 1973 la partita Juventus-Dinamo Dresda che i bianconeri vinsero per 3 a 2, quando già avevano compromesso tutto con il 2 a 0 incassato in Germania Est. Quel giorno, ricordiamo, Loraux arbitrò con sicurezza: era nel momento della parabola ascendente della sua carriera internazionale, una carriera che ha avuto una brusca frenata in occasione dei campionati del mondo. Il belga cerca un'occasione di rilancio, e questo rilievo dovrebbe assicurare stasera una direzione di gara oculata e serena. Tecnicamente, Vital Loraux è uno dei migliori arbitri del mondo, portato a lasciar correre il gioco senza spezzettarlo (se non intuisce possibili sviluppi turbolenti), nemico delle scorrettezze maligne ma abbastanza tollerante sugli interventi improntati ad una decisione davvero sportiva. E' piuttosto teatrale negli atteggiamenti: ha preso mol- I to da Lo Bello che ha ammira' to moltissimo. E la teatralità gli | ha provocato alcune antipatie, coi me del resto la sua disponibili! tà a discorrere delle partite e | dei problemi del gioco. Alla vigilia dei « mondiali » j era uno dei più seri candidati a dirigere la finalissima. Ma, men- tre i colleghi prescelti con lui giocavano ai misteri nei saloni dell'Esso Motor Hotel di Francoforte, lui era sempre pronto a discutere fatti ed interpretazioni, regolamento alla mano. Se la commissione della Fifa sfuggiva alle domande della stampa internazionale, bastava telefonargli per avere delucidazioni (ovviamente su argomenti che non rivestissero particolare delicatezza). Qualcuno cominciò a fargli la guerra, a dire che si teneva buoni i giornali puntando alla finale. Gli hanno fatto fare il guardalinee ad Australia-Cile e BrasileJugoslavia (dove si infortunò ad un ginocchio, travolto da Jairzinho sulla linea dell'out), gli hanno affidato Argentina-Brasile, poi rimase in attesa di una più importante desipnazione, che non è mai venuta. Dicono che abbia giocato a suo sfavore anche la rivalità con l'altro belga Fred Deicourt, molto stimato negli ambienti dell'Uefa. Ma sino alla finale della Coppa dei Campioni fra l'Atletico di Madrid ed il Bayern, a Bruxelles, era lui il numero uno fra gli arbitri belgi, tanto è vero che Delcourt diresse poi la ripetizione della sfida dopo lo zero a zero del primo confronto. Ed ancora la sua fotografia — braccio alzato e fischietto fra i denti — campeggia sulla copertina di <> Les hommes en noir », un libro sui direttori di gara del Belgio. La partita Inghilterra-Polonia a Wembley, che determinò l'esclusione dei bianchi di Ramsey dalle finali mondiali, lo spareggio di Francoforte fra Jugoslavia e Spagna che aperse a Dzaijc e colleghi la via verso la competizione per la Coppa Fifa, sono altre « perle » nella carriera di Loraux. Un arbitro scivolato nelle quotazioni mondiali, ma non in declino. Con lui in campo si può giocare senza timori in trasferta. Una garanzia, a meno che le delusioni non gli abbiano fatto scemare la passione e l'autorità. Bruno Perucca L'arbitro Loraux

Persone citate: Bruno Perucca, Delcourt, Lo Bello, Loraux, Vital Loraux