Annuncio alla Fiera di Verona (si chiude oggi)

Annuncio alla Fiera di Verona (si chiude oggi) Annuncio alla Fiera di Verona (si chiude oggi) Un superpiano per la carne Coordina i vari piani zootecnici elaborati in passato (ministero, Efim, Cassa Mezzogiorno) - Se attuato, potremo ridurre alla metà il deficit della carne bovina (Dal nostro inviato speciale) Verona, 18 marzo. Un superpiano zootecnico è stato presentato a Verona alla « Giornata della zootecnia », organizzata dall'Aia (Associazione italiana allevatori) e dal ministero della Agricoltura. Lo ha elaborato il prof. Cantarelli dell'Università di Parma, ispirandosi anche a quanto c'era di buono nei vari « piani » già esistenti (Ministero Agricoltura, Efim, Cassa del Mezzogiorno, eccetera) e coordinando tutta la materia. Come ha detto il relatore concludendo l'esposizione, la sua « proposta operativa » per la zootecnia è in grado di ridurre al 30 per cento il nostro deficit di carne bovina (che ora è di quasi il 60 per cento, n.d.r.) mentre se non si attueranno interventi concreti, fra cinque anni l'importazione di carne comporterà una spesa, a prezzi attuali, superiore di due terzi a quella del '73 (che è stata di circa mille miliardi, n.d.r.). Ecco, in sintesi, com'è articolato il « superpiano ». • Produzione vitelli. Si deve agire in tre direzioni: incrocio industriale negli allevamenti da latte (si possono ottenere 500 mila vitelli, da destinare all'ingrasso); allevamenti semibradi e di confinamento (si devono recuperare circa un milione di ettari di terre abbandonate, per costituirvi aziende con almeno 100 vacche, o cooperative con almeno 300 vacche; si otterrebbero 400 mila vitelli); premi di produzione (continuare anche dopo il '76 i premi stanziati dalla Cee. • Importazione di vitelli. L'acquisto dall'estero dovrebbe avvenire tramite società a prevalente capitale pubblico e con partecipazione gradualmente crescente degli allevatori. • Allevamento di vitelli. Gli animali, prodotti o importali, saranno destinati a centri di raccolta e smistamento, formati da cooperative, dove verranno svezzati (due-tre mesi) e abituati all'alimentazione silo-mais; il modulo non dovrebbe essere inferiore a mille capi ogni due mesi. I vitelli passeranno poi ai centri d'ingrasso, dislocati nelle zone irrigue di pianura a vocazione maidicola, costituiti in forma cooperativa, oppure gestiti da allevatori singoli, purché abbiano una disponibilità aziendale di alimenti non inferiore al 50 per cento del fabbisogno. Il modulo ottimale è di 400 capi. • Centri di rimonta. In forma associativa anche questi, dovrebbero ospitare le femmine da rimonta degli allevamenti di lattifere della pianura, fino al momento di entrata in produzione. • Ovini e caprini. Anche in questo settore ci si dovrebbe basare su tre momenti: incrocio industriale, nuovi allevamenti su terre marginali (vi si potrebbero allevare 1.200.000 agnelli), centri di ingrasso. • Allevamenti suini e avicoli. E' necessario ristruttu¬ rare gli allevamenti esistenti e riorganizzare, a valle, le fasi di produzione; potenziare la produzione di suini leggeri in tutto il territorio nazionale. • Approvvigionamento e servizi. Importanti la ricerca, l'assistenza tecnica e sanitaria, ma soprattutto sarà indispensabile incrementare di circa 40 milioni di quintali annui i cereali foraggeri (oggi sono 120 milioni). • Risanamento del bestiame. Il programma è stato bloccato quest'anno per mancanza di fondi. E' urgente trovare il denaro necessario. • Trasformazione e distribuzione. Dovrebbero occuparsene le associazioni dei produttori, le società cooperative e le società miste a prevalente capitale pubblico con partecipazione degli allevatori. Il ministro dell'Agricoltura, Marcora, è intervenuto alla «Giornata della zootecnia» di Verona ed ha parlato della necessità di coordinare e unificare i vari piani carne, compresi i « pianetti regionali ». Crediamo, quindi, che il ministero farà propria la « proposta » illustrata dal prof. Cantarelli. Marcora ha aggiunto solo che il problema zootecnico va risolto secondo due linee: una prima a sfondo soprattutto produttivistico, con strumenti d'immediato intervento; una seconda a carattere programmatico, per sviluppare un discorso coordinato anche con settori non zootecnici. Livio Burato

Persone citate: Livio Burato, Marcora

Luoghi citati: Verona