Sciopero all'ospedale Bloccata la via Aurelia
Sciopero all'ospedale Bloccata la via AureliaLa manifestazione a Pietra Ligure Sciopero all'ospedale Bloccata la via Aurelia I 1400 dipendenti del Santa Corona vogliono il passaggio dell'Ente alla Regione - Si minaccia di fermare la Milano-Sanremo - Un automobilista tenta di travolgere i dimostranti (Dal nostro inviato speciale) Pietra Ligure, 17 marzo. I 1400 dipendenti dell'ospedale «Santa Corona» di Pietra Ligure, oggi in sciopero con i sanitari, hanno bloccato oggi l'Aurelia per oltre sei ore. Autocolonne lunghe alcuni chilometri si sono formate a levante ed a ponente della cittadina creando un enorme caos nel traffico. Un automobilista frettoloso si è vista danneggiare la vettura dopo che aveva rischiato, con un colpo di acceleratore, di investire un gruppo di dimostranti. Soltanto verso le 14,30, dopo l'opera di persuasione di carabinieri ed agenti, gli scioperanti hanno deciso di togliere il blocco alla statale. Tuttavia, i dimostranti hanno minacciato di bloccare dopodomani la litoranea sulla quale passerà la corsa ciclistica Milano-Sanremo. Questa proposta è stata inoltrata al consiglio sindacale dell'ospedale e di ora in ora aumentano i consensi per questa azione di protesta. L'istituto ospedaliero Santa Corona è in una situazione paradossale. E' uno dei pochi complessi sanitari funzionanti a pieno ritmo, con attrezzature d'avanguardia, in tutta la Liguria, ma a livello ufficiale in campo politico - amministrativo si può affermare che sia ignorato. Una specie d'ospedale fantasma che esiste — fortunatamente — per chi ha bisogno di cure, ma della cui esistenza nessuno, a livello di responsabilità, vuole prendere atto. Una delle tante vicende all'italiana che, purtroppo, si sviluppa in un settore delicato come quello della salute del cittadino, e che potrebbe avere sbocchi assai dannosi per l'assetto sanitario di un'intera regione. II «Santa Corona» è un istituto con sede amministrativa a Milano. Sorto inizialmente per la cura e il trattamento delle forme morbose di natura tubercolare, negli ultimi quindici anni ha adeguato strutture ed ordinamenti interni per erogare le più impegnative forme di assistenza generali e specialistiche e successivamente in quella del recupero e della rieducazione funzionale. Oggi il «Santa Corona» ha 1440 posti letto ed una media di 1600 assistiti giornalieri fra lungodegenti ed acuti. Recentemente il consiglio d'amministrazione ha stanziato circa 5 miliardi per le nuove strutture delle officine ortopediche, gli istituti fisioterapici, la «piastra» dei poliambulatori, le camere operatorie, l'anatomia patologica e le scuole medie interne. T lavori relativi sono in fase d'inizio e contribuiranno, una volta ultimati, a rendere ancor più funzionale un complesso che, pure, si può già considerare d'avanguardia. Il paradosso sta in questo: da una parte c'è un impegno finanziario non indifferente per potenziare le attrezzature, dall'altra si verifica un disimpegno quasi totale, al punto da mettere in forse la stessa sopravvivenza dell'ospedale. La situazione del «Santa Corona» è dibattuta da almeno sei anni ma è diventata scottante dopo l'entrata in funzione delle Regioni e, dall'inizio di quest'anno, con il trasferimento alle Regioni stesse delle competenze in materia di assistenza sanitaria. Occorre innanzitutto precisare che il «Santa Corona» ospita, in media, il 58 per cento di liguri o residenti in Liguria, il 34 per cento di ammalati provenienti da Lombrrdia e Piemonte, ed il rima¬ nente dalle altre regioni italiane. Recentemente, la Regione Lombardia ha fatto sapere che per le proprie necessità sono sufficienti 690 posti lette per lungodegenti; i rimanenti 750 sono stati offerti alla Liguria e per essi dovrà essere stipulata una convenzione. La Regione Liguria, per la verità, è senza un piano di programmazione ospedaliera. All'inizio della legislatura era stata stilata una «legge dei criteri» ora però superata dal trasferimento dell'assistenza agli enti regionali. Per i 750 posti letto del «Santa Corona» non c'è stato alcun criterio, nemmeno la specificazione e garanzia della qualità dei servizi che verranno offerti alla popolazione. C'è di più: nel 1969 il piano provinciale della programmazione ospedaliera non contemplava l'esistenza fisica del «Santa Corona» ed a tutt'oggi non vi è stata nessuna presa di posizione delle autorità regionali. L'unico atto della Regione Liguria riguarda l'istituzione, per ora programmata, di un dipartimento sanitario d'urgenza con sede a Pietra Ligure, derivante dalla constatazione che il «Santa Corona» per numero di prestazioni è il quarto dell'intera Liguria con funzionamento ininterrotto per 24 ore. Ma non si è andati oltre la formulazione di principio. Di fronte al disinteressamento della Regione Ligu¬ ria c'è da registrare anche quello della Regione Lombardia: ne deriva una situazione di incertezza per il futuro (sono stati smantellati i reparti polio, cardiochirurgia e ostetricia) che finisce col generare una fuga di medici. Ne conseguono, anche, contrasti sindacali («Non abbiamo una controparte, il consiglio d'ammmistrazione è troppo lontano» affermano i rappresentanti sindacali) che esasperano ancor più la situazione in presenza, oltretutto, della compressione degli organici in tutti i settori. La Regione Lombardia a suo tempo aveva in pratica detto all'assessore ligure alla sanità prof. Fernanda Pedemonte, socialista: « Per il Santa Corona fate delle proposte, vedremo di trovare un accordo». Bene, proposte non ne sono state fatte. La Liguria, al termine della legislatura, non ha una programmazione ospedaliera (così come non ha una programmazione territoriale: sono due problemi di fondo sulla cui soluzione è clamorosamente mancata l'amministrazione che sta per scadere) e sembra non soltanto ignorare, ma addirittura voler smantellare il «Santa Corona» La soluzione, secondo i dipendenti del «Santa Corona» sarebbe quella del trasferimento dell'istituto sotto l'egida della Regione Liguria, Vittorio Preve
Persone citate: Aurelia, Fernanda Pedemonte, Vittorio Preve
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