Duemila atti di citazione fermi SaItano processi civili e penali

Duemila atti di citazione fermi SaItano processi civili e penali Se lo Stato non interviene, sarà la paralisi totale Duemila atti di citazione fermi SaItano processi civili e penali Per lo sciopero degli ufficiali giudiziari e quello "bianco" di parecchi giudici - La crisi si riversa sugli avvocati e su chi attende di veder riconosciuti i propri diritti La giustizi i sciopera. Il male latente che l'affliggeva da anni, è scoppiato all'Improvviso In tutta la sua gravità. Le troppe parole sulla « crisi della giustizia » si sono tradotte In una realtà che si può toccare con mano. Difficilmente si potrà tornare Indietro: o lo Stato Interviene, oppure la macchina giudiziaria si fermerà. La paralisi è alle porte. Gli ufficiali giudiziari sono in sciopero, in tutta Italia, da due mesi. Nessuno, all'inizio, ha dato peso alla loro agitazione, sacrosanta per più versi. Dal canto loro i magistrati, dopo due giorni di astensione totale dal lavoro, hanno dichiarato, dal primo marzo, il cosiddetto «sciopero bianco», cioè l'applicazione rigorosa delle norme previste dal codice di procedura penale. Anche i cancellieri hanno vita grama, e di tanto in tanto scendono In sciopero (l'ultimo è di pochi giorni fa). ratori della giustizia, primi fra tutti gli avvocati, i cui fogli di agenda dei prossimi mesi sono in bianco, o recano soltanto annotazioni di cause rinviate sine die. Gli altri danneggiati sono gli utenti della giustizia, soprattutto di quella civile: veder riconosciuto un proprio diritto, oggi diventa impresa disperata. Basti pensare a chi attende un risarcimento di danni, la soluzione di una controversia. Tutto fermo, rinviato, confuso nel caos. A Torino, come già a Milano e in altre città, 11 Consiglio dell'or, dina degli avvocati si è rimboccato le maniche, grazie all'intervento del presidente, avv. Fulvio Croce, e dei suoi consiglieri, per cercare di arginare la frana. D'accordo con la presidenza della Corte d'appello, ha istituito il servizio notifiche atti civili a mezzo del messi di conciliazione, I quali si sono dichiarati disponibili a notificarne anche trecento al giorno. L'ufficio funziona solo per «atti che siano In qualche modo urgenti» (ma non possono essere notificati precetti per titoli cambiari). Da qualche giorno 1 messi si occupano anche degli atti penali, ma c'è il rischio — e il timore — che prima o poi essi vengano sommers. dalla mole di lavoro e anche il loro prezioso aiuto si vanifichi. Nulla da fare comunque per pignoramenti, sequestri, sfratti, che sono dt esclusiva competenza degli ufficiali giudiziari. Il Consiglio dell'ordine degli avvocati si è tassato per retribuire un'impiegata addetta a quell'ufficio. Ma fino a quando lo sforzo potrà essere sopportato? Allo sciopero bianco dei magistrati aderisce la corrente di Magistratura indipendente, mentre quelli di Magistratura democratica non partecipano. L'agitazione consiste nelll'applicazione puntigliosa delle norme di procedura. E cioè, per 11 civile, è indispensabile la presenza di un cancelliere per ogni magistrato. Ma 1 cancellieri, soprattutto dopo l'esodo degli anni scorsi, sono ridotti e un numero irrisorio. Ne deriva che le sezioni civili del Tribunale e della Pretura sono pressoché bloccate. giudiziaria. All'ufficio istruzione, soltanto 4 magistrati aderiscono allo sciopero bianco. La loro attività, come vuole il codice di procedura, si svolge esclusivamente alla presenza del cancelliere. Ne consegue che la cancelleria si svuota e 11 lavoro si ingolfa. Le adesioni allo sciopero In pretura penale sono cinque. Questa, in sintesi, la situazione. E all'orizzonte si levano altre nubi. Si arriverà anche a uno sciopero degli avvocati costretti a lavo, rare con estremo disagio. In un ordine del giorno del consiglio nazionale forense — fatto proprio dal consiglio di Torino — si invitano «avvocati e procuratori a proseguire la loro attività pro/esstonale, moltipllcandosi, con dedizione e con responsabilità, al fine dt ovviare al gravi inconvenienti I determinati dalla situazione, rlte-1 nendo Inopportuno che le manifestazioni di dissenso si realizzino con l'astensione dalle udienze, la' quale, lungi dal rimuovere t disagi e ti danno del deplorevole sciopero (dei magistrati, ndr.), li aggraverebbe con il ricorso a identico sistema». Insomma, per il momento, gli avvocati pazientano. Ma fino a quando? Intanto hanno chiesto un incontro col capo dello Stato (che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni) per denunciare la crisi «insostenibile». Dal canto loro, ufficiali giudiziari e magistrati attendono una risposta dal governo ai loro problemi. Ma in alto tutto tace mentre 1 palazzi di giustizia si avviano a chiudere i battenti. Sergio Ronchetti

Persone citate: Fulvio Croce, Sergio Ronchetti

Luoghi citati: Italia, Milano, Torino