Tra i ventenni di Fidel di Ennio Caretto

Tra i ventenni di Fidel CUBA OLTRE LA FASE "EROICA,, Tra i ventenni di Fidel La "prima generazione" postrivoluzionaria "crea ricchezza" studiando e lavorando Con operai e contadini partecipa alle riforme con autodisciplina: piacerebbe a Mao (Dal nostro inviato speciale) ] L'Avana, marzo. « Tra sette od otto anni, l'istruzione non costerà più nulla al governo. Gli studenti se la pagheranno tutta con il loro lavoro. Fidel ha calcolato che nell'82 le nostre scuole e università produrranno beni per un miliardo e mezzo di pesos (1350 miliardi di lire) ». Elizabeth Reina, la direttrice amministrativa, mi mostra un laboratorio dove alunni di 1415 anni stanno costruendo radio, e altri di 16-17 stanno montando computers. Dai muri occhieggiano i ritratti di Lenin e di José Marti, il Mazzini e il Garibaldi a un tempo della storia patria, e all'altoparlante risuona la musica del Cancioniero hispanocubano. « Guardi, prosegue la mia ospite precedendomi sulla veranda e additandomi i campi, anche quelli li coltivano i ragazzi. Le nostre scuole sono vere industrie. E' il segreto della rivoluzione: creare ricchezza studiando e lavorando ». Sono le 9 del mattino, e mi trovo nel liceo più prestigioso di Cuba, « un taller donde se forjan comunistas », come l'ha definito Castro, l'istituto « Lenin ». Le lezioni sono incominciate da un'ora, il sole è già alto nel cielo, si stanno bagnando nella piscina olimpica belle fanciulle brune e dalla palestra giungono i colpi del pallone e le grida di una partita di pallacanestro. M'affaccio a un'aula, è in corso una manifestazione di « solidaridad » con i « khmer rouges » della Cambogia, un gruppo di professori sovietici ne sta discutendo con animazione. « Abbiamo 4500 allievi e 400 insegnanti, dice Elizabeth Reina. Naturalmente, siamo una scuola convitto. Entriamo alle 22 della domenica e ne usciamo alle 7 del sa- ] ! I I I ; : I i mi[j\I'' II ] bato successivo per una vi "2* a™l S±J°1^ sita a casa. La sveglia è alle 6, ci sono 5 ore di studio e 3 di lavoro al giorno, 2 di marxismo e di sport alla settimana. Possediamo un cinema, un ospedale, un garage, una fabbrica... ». Ogni anno, alla fine di gennaio, poliziotti e studenti si incontrano e s'abbracciano sugli scalini dell'università, di fronte all'imponente colonnato neoclassico. Commemorano le sanguinose rivolte giovanili contro Batista negli Anni Cinquanta. L'Avana è piena di ventenni con borse di studio, che vivono in collegi od ostelli. « Oggi non ] è più una vergogna, bensì un onore far parte della po! lizia o delle forze armate, I mi dichiara il professor ReI né Ochoa. Alla nostra accaI demia militare pervengono decine di migliaia di doman; de d'ammissione, non c'è po: sto per tutti ». Gli allievi I dell'accademia si chiamano camilitos, in onore di Cienfuegos, il braccio destro di Castro, morto poco dopo la i revolución. La loro uniformi me non e azzurra e bianca, [ ma verde come quella dei j guerriglieri, il curriculum comprende le esercitazioni di tiro e manovre sul campo. « Sono la prima generazione postrivoluzionaria, conti\ nua Ochoa, la prima cresciuta nel socialismo, e ne siaI mo orgogliosi ». Mi spiega ' che Cuba conta quasi 2 milioni di alunni nelle elemen' tari, quasi mezzo nelle meI die, e quasi 100 mila nelle I università. « Lo Stato e il governo indicano i settori in cui c'è maggior bisogno di specialisti e di manodopera. Negli studi va avanti chi più lo merita, non si discrimina mai ». Castro ha affermato che gli ignoranti sono ingovernabili. Ma ho l'impressione che l'istituto Lenin, l'accademia militare « Camilo Cienfuegos », l'università di L'Avana siano vere fucine di potere, gli incubatori dei leaders di domani. Dai 12 anni in su, gli studenti vengono staccati dalle famiglie, e attirati nell'orbita dello Stato. Il sistema della scuola convitto, in via di generalizzazione, è proficuo dal punto di vista ideologico e produttivo. Ma nessuno ne soffre? « No, ribatte Ochoa. Esso responsabilizza padri e figli... ». Della gioventù dei Paesi comunisti, questa cubana mi pare la meno alienata e la più integrata nel regime. E' sottoposta a propaganda e indottrinamento, ma entro limiti accettabili. A differenza della gioventù sovietica, sul cui esempio è organizzata, gode di una certa libertà d'espressione, nei dibattiti come nelle arti figurative. Ha accesso a quasi tutta la cultura latino-americana e alla musica e ai film Usa. Come la maggioranza degli operai e dei contadini, partecipa con convinzione alle riforme, e piacerebbe a Mao Tse-tung per la sua autodisciplina. Negli ul- ? e Raul Castro, il fratello di Fidel, l'ha ammonita a non cedere alle tentazioni del consumismo e della « counterculture », e di guardarsi dalla sovversione e dal « diversionismo ». « Diffidate anche delle lettere dall'estero » egli disse nel 72. Ma fu un discorso senza seguito. « I nostri giovani stanno vivendo la rivoluzione, spiega Roberto Branly, giornalista, trentenne, e membro del partito. Voi dimenticate che il socialismo nell'Urss ha quasi settantanni, il nostro sedici. Noi siamo ancora ad uno stadio pionieristico. Abbiamo conosciuto un passato infausto, o lo immaginiamo attraverso i nostri genitori, e lottiamo per un futuro diverso. Nessuno qui si sente passivo ». Rievoca la « grande campana de alfabetizacion » del 61, quando 270 mila volontari insegnarono a leggere e scrivere a oltre 700 mila analfabeti in quattro mesi. « Fino a un quinquennio fa, aggiunge, ragazzi quindicenni facevano i maestri nelle elementari. Oggi, gli universitari hanno già mansioni direttive prima della laurea ». La presenza giovanile a Cuba è eccitante. Qualche sera, orchestrine tengono concerti su « la rampa », presso il mare: gruppi di minorenni fanno funzionare interi reparti d'ospedale, la facoltà d'architettura svolge le sue lezioni al cantiere della città-giardino di Alamar. capitalistica, del dissenso. Cuba non ha registrato i fenomeni repressivi dell'Europa orientale, a parte l'arresto dello scrittore Padilla nel '71, ma il controllo dei mezzi di comunicazione di massa è rigido, si denuncia Marcuse per « disfattismo » e il partito ha un'onnipotente « sezione d'orientamento ». « La rivoluzione ha dato alle masse una coscienza politica, oltre che culturale, mi dicono. Esse richiedono soprattutto un'informazione marxista-leninista. Per chi vuole confrontare, distinguere, abbiamo le biblioteche, e vi si trova di tutto. Ma perché dovremmo divulgare le idee del nemico? Fino a ieri, eravamo isolati, minacciati ». I I | j j i : ; ' 1 I 1 | ne regalano uno. La ronda de los rubies, primo premio del '73, del tenente Armando Cristobal Perez), ma non per il « saggio o romanzo decadente » di tipo occidentale. Mi sembra che la libertà dell'artista venga limitata, tranne che nelle arti figurative, dove Cuba è all'avanguardia dell'America Latina, per l'uso del colore, le forme sperimentali, la composizione grafica. Ribattono all'unisono di no. Mi citano il caso del « Teatro Escambray », la compagnia diretta da Sergio Corrieri, che ha abbandonato L'Avana per divideI re la vita dei campesinos. « Gli attori lavorano i cami pi con la comunità, che a I sua volta partecipa alla loro j attività artistica, mi spiegai no. E' un teatro concreto, un 1 apprendistato, libero, che scaturisce dalla volontà della maggioranza. In drammi, | farse, pantomime ispirate alle vicende quotidiane e alla : storia locale, la compagnia ! affronta i problemi del ban, ditismo e dell'emancipazione femminile, della rivoluzione tecnologica e della proprietà privata ». In maniera analoga, un secondo gruppo opera nelle fabbriche della capitale, improvvisando. Il partito collabora, talvolta Fidel assiste alle rappresentazioni. Ho visto per istrada una station wagon enorme, nuova, con su scritto « Figlie Immacolate di Maria » e l'indirizzo. C'erano a bordo l'autista e due suore di ritorno dalla spesa. « Si, mi dice mons. Cesare Zacchi, incaricato d'affari della Santa Sede, e decano dei diplomatici stranieri, è un regalo di Raul Castro. Egli esenta anche molti seminaristi dal servizio militare, che sarebbe obbligatorio per tutti ». Il rigore ideologico non impedisce alla revolución di conservare buoni rapporti con cattolici. E' l'ennesima diversità dal blocco sovietico, dovuta anche al fatto che Cuba insieme col socialismo, ha trovato la sua identità culturale; che i cambiamenti sono stati chiesti dal basso, non imposti dall'alto; e che la maggioranza della popolazione ha fiducia nei leaders. Ennio Caretto