Taccuino di Vittorio Gorresio

Taccuino Taccuino di Vittorio Gorresio Il telex e il sultano Al seguito di Leone nel suo recente viaggio in Arabia Saudita e nell'Oman, olire a Rumor ed ai collaboratori diplomatiti e militari, ai giornalisti ed ai fotografi, volavano anche due personaggi — Marcello Bernardini ed Enzo Bungaro — di professione telescriventisti, che proprio l'ultimo giorno dovevano rivelarsi i più determinanti in tutta la comitiva presidenziale. Essi difatti furono i protagonisti di un'operazione che non ha precedenti nella storia delle visite di Stalo: ritardarono la partenza di Leone da Muscat. tenendo il sultano locale, il meraviglioso Qabus Bin Sa'ld Bin Taimur, costretto ad aspettare ai piedi della scaletta del De-8/62 presidenziale, oltre mezz'ora dopo che Leone era salito a bordo. In un certo senso, Bernardini e Bungaro ebbero la funzione, se non di pirati dell'aria dirottatori di aerei, almeno di sequestratori di un aeromobile: senza di loro, infatti, l'apparecchio dell'Alitalia non sarebbe partito. 11 sultano se ne stava paziente contornato dalle sue magnifiche guardie del corpo. Gli onori militari del congedo erano slati già resi dal picchetto schierato, la banda musicale della guardia aveva già suonato gli inni nazionali dei due Paesi. 1 due Capi di Stato già si erano calorosamente accommiatali, ma Bernardini e Bungaro mancavano all'appello dei partenti, niente da fare: anche un sultano del Golfo arabico ai nostri tempi ha da fare i conti con due telescriventisti. Fino a quando costoro non abbiano terminalo di trasmettere le cronache dalla capitale dell'Oman alla Radiostampa di Roma, nessuno si muove. Il ritardo nel compimento del loro servizio non era in nessun modo imputabile a loro. Operatori eccellenti delle macchine telex, professionisli dolati di un allo spirito del dovere. Bernardini e Bungaro approdati nell'Oman seppero fare il loro mestiere nel migliore dei modi, e il più celermente possibile. Ma anche nell'Oman — non diversamente da ciò che sarebbe potuto accadere in Italia — si era messa di mezzo la buropolizia, per di più rallentala dalle insorgenze del cerimoniale. Era infatti accaduto che i due telescriventisti con le loro borse zeppe di corrispondenze giornalistiche da trasmettere in Italia, fossero stati menali qua e là attraversò l'immenso territorio del sultanato — in un albergo dove i gentili omani volevano che essi mangiassero un buon pranzo, e quindi in un ufficio che non aveva collegamenti con la Radiostampa — prima che finalmente la polizia consentisse a scortarli al ministero degli Esteri, sede attrezzata per le telecomunicazioni. Gridava Bungaro: « Io non voglio mangiare, voglio trasmettere », ed assentiva il suo collega Bernardini. Ma gli omani pensavano che sarebbe stato disdicevole non rispet¬ tare le regole dell'ospitalità, ed anzi si provavano a convincerli: « Ai ministero degli Esteri non troverete nessuno: i funzionari sono tutti convenuti a ricevere gli invitati d'onore ». « Non abbiamo bisogno di nessuno — obbiettava Bungaro — ciascuno faccia il suo mestere, ma a me lasciate fare il litio ». Riuscì alla fine a persuaderli, e il solo guaio fu che il ministero degli Esteri risultò essere a quaranta chilometri di distanza. Le strade dell'Oman sono eccellenti, ma pericIitose per il loro tracciato vertiginoso attraverso montagne bellissime a strapiombo sul mare. Fortunatamente, gli autisti omani guidano alla pazza e il ministero degli Esteri fu pertanto raggiunto in men che non si dica. Agguantati alle macchine telescriventi Bernardini e Bungaro fecero da bravi il loro mestiere, e poi via di ritorno all'aeroporto. Leone stava sulle spine, a vedere il sultano che aspettava alla scaletta. Fece una proposta gentile: « Rulliamo un poco sulla pista per un centinaio di metri, cos'i il sultano se ne va, e noi restiamo fermi un po' più in Ut ». Ebbe però il sospetto di essersi espresso male: « Rulline, forse, non debbo dirlo: mi pure una cattiva traduzione tecnologica del francese rouler ». Nel suo purismo napoletano alla Basilio Puoli, egli aveva perfettamente ragione, ma in ogni modo l'espediente non risultò necessario, vista la buona grazia del sultano Qabus, rimasto volentieri ad aspettare Marcello Bernardini ed Enzo Bungaro. La storia di questo piccolo episodio ha una sua morale sottile che ognuno può comprendere, che inorgoglisce noi del mestiere e comunque rivela un fondamentale segreto sul metodo delle teletrasmissioni, sulla loro importanza, grandezza e servitù. Vittorio Gorresio

Luoghi citati: Arabia Saudita, Italia, Oman, Roma