Il Brasile (dopo un no) dà asilo a Spinola che rivendica il golpe fallito a Lisbona

Il Brasile (dopo un no) dà asilo a Spinola che rivendica il golpe fallito a Lisbona L'ex Presidente portoghese è partito ieri sera da Buenos Aires Il Brasile (dopo un no) dà asilo a Spinola che rivendica il golpe fallito a Lisbona Buenos Aires, 15 marzo. L'ex presidente portoghese Spinola e gli ufficiali che l'accompagnano, cui il governo brasiliano oggi ha concesso l'asilo politico, hanno ammesso per la prima volta in pubblico di aver organizzato il fallito putsch di Lisbona, mo¬ tivando l'iniziativa con il «desiderio di riportare la democrazia nel Paese». Per le circostanze in cui era i avvenuta e per la indiscutibiI le mancanza di seguito e di '■ coordinamento dei cospiratoj ri, la rivolta, rapidamente I stroncata dal regime militare di sinistra, aveva dato luogo a congetture su wna possibile simulazione da parte dello stesso regime. Oggi, gli ufficiali hanno diffuso zina dichiarazione nella quale sostengono di aver preso le armi martedì scorso richiamandosi allo spirito della rivoluzione militare antisalazarista del 25 aprile dell'anno scorso. Spinola non ha voluto aggiungere di più al documento. Il governo brasiliano, con un annuncio a sorpresa diramato quasi contemporaneamente a Brasilia e a Buenos \ Aires dall'ambasciata brasiliana, ha reso noto che era stato accordato l'asilo politico all'ex presidente portoghese ed al suo seguito, che comprende anche la moglie del generale. Un chiarimento sul contraddittorio comportamento del governo di Brasilia, che ieri aveva negato a Spinola ed ai suoi seguaci il permesso di sbarcare a Rio de Janeiro, è venuto per voce dello stesso generale, il quale ha affermato che le autorità brasiliane, ieri a Rio, gli avevano detto che avrebbe dovuto inoltrare per i canali ufficiali una richiesta di immigrazione o di asilo politico, ciò che egli ha fatto tramite l'ambasciatore brasiliano a Buenos Aires, Joa Batista Pinheiro. Ottenuto l'asilo in serata Spinola e il suo seguito sono partiti per Rio de Janeiro. Quanto alla dichiarazione, in essa si afferma che il popolo portoghese, dopo la rivolta del 25 aprile compiuta all'insegna della promessa di una reale democrazia, ha sofferto «le più sfacciate violazioni, l'autorità si è dissolta nelle piazze e l'anarchia dilaga nel Paese». «E' stato per mantenere la nostra promessa, garantire la libertà, salvaguardare le elezioni del 12 aprile, fronteggiare le forze antiportoghesi del disordine che abbiamo preso le armi», dice il documento, denunciando poi «persecuzioni politiche e religiose condotte nell'ombra da agenti di partito e internazionali che ogni giorno divengono più forti, facendo toccare alla escalation della violenza punte che non avremmo mai immaginato». Gli ufficiali al seguito di Spinola non hanno voluto fare altri commenti, rifiutandosi persino di rivelare i propri nomi, per evitare — hanno detto — rappresaglie ai parenti rimasti in Portogallo. Sono per lo più sui treni'anni e reduci delle guerre coloniali. La concessione dell'asilo da parte di Brasilia è in linea con la politica sin qui seguita dal governo sudamericano, che ha ospitato gli oppositori dei regimi portoghesi. Da quando le forze armate rovesciarono il regime del primo ministro Caetano e del presidente Thomaz, centinaia, se non migliaia, di portoghesi sono fuggiti in Brasile. Gli stessi Caetano e Thomaz si trovano qui. L'ex primo ministro, che ha ora 68 anni ed è tornato all'insegnamento in una università brasiliana, non ha voluto fare commenti sul fallito putsch di martedì culminato nella fuga di Spinola, l'uomo che lo costrinse all'esilio capeggiando la rivolta del 25 aprile. Egli ha fatto sapere ai giornalisti di essere «molto impegnato». (A } Il generale Spinola nell'aereo in viaggio tra Rio de Janeiro e Buenos Aires (tel. Ap)

Persone citate: Aires, Pinheiro, Spinola