La libertà di stampa

La libertà di stampa Giornali in crisi La libertà di stampa « Giornali nella tempesta » libro-inchiesta di Ferruccio Borio, Clemente Granata, Sergio Ronchetti. Non c'è stata tempesta venerdì sera quando il volume, uscito in elegante formato della editrice Eda, è stato presentato al Circolo della stampa, ma un po' di « maretta » sì; quella « maretta » che se accompagnata da un leggero vento di terra annuncia ai naviganti il tempo sereno. Ospiti d'onore gli on. Malagodi, Giorgio La Malfa, Badini Confalonieri. Presenti tutte le autorità cittadine: il prefetto Salerno, il sindaco Picco, il presidente della giunta regionale Oberto, il presidente del Consiglio regiogionale Viglione, gli assessori Porcellana, Frida Malan, Emilia Bergoglio, esponenti del mondo della cultura e dell'industria, tanti professionisti. E soprattutto un pubblico eccezionale, di lettori e di curiosi che gremiva tutte le sale del circolo. Assente, per un improvviso sciopero dei dipendenti dell'Alitalia, il ministro Sarti. Moderatore il presidente del Circolo della stampa, Alfredo Toniolo. «Il libro — ha detto tra l'altro Ferruccio Borio, capo cronista de « La Stampa » — non è una pietra migliare del cammino verso la soluzione di un problema, è soltanto un'inchiesta sulla crisi dell'editoria ». Borio ha poi spiegato i motivi che lo hanno spinto con i suoi collaboratori a scrivere « Giornali nella tempesta » ed ha infine rivelato le indiscrezioni avute per telefono dal ministro Sarti circa i provvedimenti per la carta stampata in sostituzione della ormai annosa legge sulla riforma dell'editoria. Nei prossimi giorni il governo esaminerà una legge stralcio a favore dei quotidiani. Si tratta di due tipi di provvidenze: elevare per l'anno 1975 a dieci miliardi il contributo statale da assegnare attraverso l'Ente cellulosa, applicando un rapporto inversamente proporzionale alla tiratura e concedere crediti agevolati alle aziende in difficoltà. Una nota di pessimismo sulle «indiscrezioni» del ministro Sarti ha concluso l'intervento dell'on. Malagodi che già in apertura aveva espresso il timore che il problema della libertà di stampa venga risolto male: « Le voci libere diminuiscono, non vorrei che si arrivasse ad un canto corale con un motivo unico ». Secondo l'on. Giorgio La Malfa la vera garanzia della libertà di stampa risiede nel bilancio economico del giornale. In coerenza con questi principi l'oratore si è dichiarato contrario ad ogni intervento di enti statali per risolvere la crisi della Gazzetta del Popolo ed ha proposto la nascita di una «cooperativa» di giornalisti e tipografi. Hanno parlato per i giornalisti: Carlo Gigli che ha fatto un'acuta analisi del libro « Giornali nella tempesta »; Diego Novelli, freddo critico, di una situazione giornalistica che « solo in questi ultimi anni è migliorata attraverso una presa di coscienza della categoria sui problemi della libera informazione »; Bruno Marchiaro che ha denunciato le responsabilità del governo per il ritardo sulla legge per la riforma dell'editoria unica garanzia per la libertà di stampa. L'ex direttore de « La Stampa » Giulio De Benedetti ha ribadito il suo vecchio principio che senza il « borsellino pieno » i giornali non vivono. Vivace e polemico l'intervento dell'attuale direttore de « La Stampa » Arrigo Levi a difesa della « missione » del giornalista; una missione che non è nata in questi ultimi anni ma che ha radici nel passato con battaglie civili e democratiche. _ _

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