Polemiche sul divieto di fumare nei cinema

Polemiche sul divieto di fumare nei cinema Dopo la delibera del Consiglio comunale Polemiche sul divieto di fumare nei cinema "Potranno farlo i clienti delle sale eleganti, dotate di ricambio d'aria" - I più sono d'accordo con la necessità della proibizione La guerra alle sigarette È stata dichiarata in Consiglio comunale venerdì sera. Su proposta dell'assessore all'Igiene e Sanità, professoressa Bergogllo, è stato Intatti vietato di fumare nei locali di pubblico spettacolo non dotati di impianto di ricambio d'aria. « Chi contravverrà alla disposizione — £ stato deciso — pagherà 20 mila lire di multa, che sia uno spettatore o che sia il responsabile della sala. Inoltre, se l'impianto non funzionasse durante lo spettacolo, il responsabile dovrà pagare una multa di 200 mila lire». Una via di mezzo Sanzioni gravi, quindi, prese con una delibera improvvisa (qualcuno ha detto "inutile") che giunge mentre al Senato si discute su una legge precisa e completa. Abbiamo chiesto al prof. Giuseppe Turletti, medico provinciale, di spiegarci il suo punto di vista. « Le disposizioni saranno ovviamente perfezionate dall'approvazione della legge: quello che risulterà valido rimarrà, il resto verrà stralciato. L'importante è stabilire che chi fuma danneggia gli altri, arreca molestia. Quando in un locale non vi è un sufficiente ricambio, il danno ai polmoni, diciamo alla salute in generale, è in proporzione diretta al numero di persone, concentrate nella sala, che fumano. Sarebbe stato forse troppo brusco vietare le sigarette del tutto, cosi si è scelta una via di mezzo, la più civile ». Torino non è nuova a questo tipo di scelte. Dalla nostra città è partito il primo regolamento anti-smog. Qui sono state compiute ricerche sugli effetti dei vari gas tossici sui polmoni. « Per renderci conto della pericolosità del fumo — ha ancora detto il prof. Turletti — ricordo il risultato di una ricerca. In garages sotterranei, i danni provocati dal concentramento di gas di scarico sono pari a due, tre sigarette. Immaginiamoci cosa succede in una sala ». Le reazioni al provvedimento non sono mancate, spesso in forma violenta. « E' stato un fulmine a del sereno — ha detto il comm. Bruno Ventavoli, presidente dell'Agis, l'associazione spettacoli — nessuno ci ha inter¬ pellati, l'ho letto sul giornale. Vi sono molte osservazioni da fare, innanzi tutto non c'è una disciplina precisa che dica quali impianti sono idonei e quali no. Poi si attribuiscono al direttori di sala responsabilità che non accettiamo. Come è possibile controllare chi fuma e chi no? Poi avremmo preferito attendere la legge ». ì direttori di sala sono in posizione polemica, benché su 130 sale di Torino, il novanta per cento sia in regola perché provvisto di impianti di ricambio. Giovine, dell'» Ambrosio »: « Cosi ammazziamo i cinema di seconda e terza categoria. Una completa attrezzatura costa almeno venti milioni, come e possibile obbligare tutti all'acquisto? ». Marangoni, del « Reposl » ha aggiunto: « I moderni impianti prelevano aria all'esterno, la filtrano, avviene un'umidificazione e poi si determina una "pioggia d'aria" sugli spettatori. Da noi ogni dieci minuti avviene il ricambio totale. Ma non pensiamo solo a noi. E le piccole sale, quelle parrocchiali? ». Lubiani, direttore del cinema « Alpi »: « Spesso non ci sono locali per ospitare gli impiantì. Qualche sala sarà costretta a vietare il fumo. Così chi ha soldi può fumare, gli altri no: una discriminazione, questa, assurda ». Gagliardini, dell'» Adriano » è, come molti altri, per il divieto totale: « Era ora che si prendesse una simile decisione. Solo che tutti dovrebbero lasciare le sigarette in tasca, sarebbe più morale ». Alberto Morra, direttore nei cinema « Colosseo », « Piemonte », « Continental » ha manifestato alcuni dubbi: « Non credo sia legale una decisione così parziale ». Schermo danneggiato Però ha aggiunto: « Oltre ai gravi pericoli per la salute, il fumo comporta danni per le nostre attrezzature. Uno schermo invece di tre anni dura un anno solo; lo stesso dicasi per la tinteggiatura. Poi ci sono i sedili, spesso bruciati o sporcati dalla cenere. Una spesa notevole». Si discute, dunque, tra assessorato e direttori di sale. « Un motivo di più — ha commentato uno spettatore, Gianni Martelli, 23 anni — perché, sulla spinta della polemica possono saltare fuori altre proposte interessanti. Finché si parla c'è speranza ». Una speranza al diritto alla salute è nella decisione della professoressa Bergogllo. Almeno, non avremo più altre « camere a gas ».

Persone citate: Alberto Morra, Bruno Ventavoli, Gagliardini, Gianni Martelli, Giovine, Giuseppe Turletti, Lubiani, Marangoni, Turletti

Luoghi citati: Piemonte, Torino