Feisal ha comprato in 2 minuti una berlinetta "Boxer,, Ferrari di Michele Fenu

Feisal ha comprato in 2 minuti una berlinetta "Boxer,, Ferrari Feisal ha comprato in 2 minuti una berlinetta "Boxer,, Ferrari (Dal nostro inviato speciale) Ginevra, 14 marzo. « Sì, è veramente splendida. Va bene, la compro ». Così, in due minuti, tino dei figli di Feisal, re d'Arabia Saudita, ha deciso al Salone di Ginevra l'acquisto di una berlinetta «Boxer» della Ferrari (prezzo in Italia lire 18 milioni più Iva del 30 per cento). Se di Feisal ve ne fossero alcune centinaia, la Ferrari e le altre Case italiane costruttrici di granturismo avrebbero risolto facilmente i loro problemi. L'acquisto della « Boxer » da parte del principe arabo è un po' emblematico. Quello del Medio Oriente è uno dei nuovi mercati che i nostri costruttori hanno preso in considerazione negli ultimi mesi nell'intento di migliorare la propria situazione. C'è chi ha girato mezzo mondo per cercare altri sbocchi o ampliare quelli esistenti: Brasile, Giappone, Canada, Australia hanno cominciato ad interessare come la Svizzera o gli Stati Uniti. In effetti, il 1974 con la crisì energetica, ('austerity e i mille attacchi all'automobile è stato un anno negativo per le «granturismo all'italiana», soprattutto nel nostro Paese e, probabilmente, più per ragioni psicologiche che economiche. La Ferrari, che esporta circa V80 per cento della sua produzione (il eh: già la rende una benemerita acquisitrice di valuta estera), ha contenuto il calo — rinunciando però a promettenti programmi di sviluppo —, ma la Ma- i serati, ad esempio, ha subito ! un duro colpo: l'anno scorso j ha immatricolato in Italia 150 I vetture contro le 360 del 1973 I ed è in Italia che la Casa emiliana colloca il 60 per cento dei suoi modelli. « L'Iva al 30 per cento, la situazione generale, il limite di velocità — dicono alla Maserati — hanno provocato questa flessione. I nostri 800 dipendenti, comunque, non sono in cassa integrazione. Per il '75 è quasi impossibile far previsioni: mantenere i livelli dello scorso anno potrebbe già essere un fatto positivo. Puntiamo molto sulla "Quattroruote", i cui primi esemplari saranno consegnati ai concessionari all'inizio dell'estate e confidiamo di aumentare la nostra presenza all'estero ». Prospettive più ottimistiche si avvertono alla Ferrari, che ha impostato la politica anli-crisi sulle Dino « 308 » e « 208 GT4 ». La prima ha superato i severi standard Usa di sicurezza e di antinquinamento ed è ora disponibile sul mercato americano, il più importante per la Casa di Maranello, assorbendo il 2530 per cento della produzione. La stupenda vettura disegnata da Bertone è stata accolta molto bene: giudizi favorevoli e numerose richieste, che almeno ripagano la Ferrari del notevole impegno tecnico-finanziario profuso nell'operazione. La « 208 », che della « 308 » è la sorella gemella ma con motore di due e non di tre litri, ha il compito di stimolare il mer¬ cato italiano e di portare al « Cavallino » una nuova fascia di clienti. Anche questo modello, che proprio a Ginevra viene presentato al pubblico internazionale, ha già suscitato reazioni positive, né poteva esser diversamente: accelerazione e guidabilità degne della « 308 », tenuta di strada e confort analoghi, stessa linea. E gli italiani pensano all'Iva: appena il 12 per cento (deducibile) contro il 30 percento della « tre litri », che, ovviamente, ha quel pizzico « in più » che giustifica le differenze di prezzo e di tassazione. « La " 208 " — spiega l'ing. Giuseppe Dondo, direttore generale della Ferrari — sta registrando un successo superiore alle nostre speranze. E' la Ferrari per chi ha sempre sognato una vettura del ■ Cavallino Rampante ma che | finora si è lasciato intimidire ! dal prezzo e dalle spese di | gestione ». « Dopo un anno di congiuntura avversa, afferma Dondo, nel mondo c'è un accenno di schiarita, forse un ritorno all'automobile per naturale reazione. Noi siamo impegnati per riuscire a produrre circa 1900 vetture ». Ci sperano anche i 1200 dipendenti della Ferrari e della Scaglietti, per i quali la «granturismo all'italiana» non è un simbolo di prestigio o di potenza ma il lavoro quotidiano. Loro lo sanno, altri talora sembrano dimenticarlo. Michele Fenu

Persone citate: Dondo, Giuseppe Dondo, Scaglietti