Vitamina C alla sbarra di Ezio Minetto

Vitamina C alla sbarra E* utile oppure no? Vitamina C alla sbarra Serve o non serve, allora, con-1 «irò il raffreddore, questa bene- j gdetta vitamina C ad alte dosi? L Associazione medica americana, proprio in questi giorni, si è di nuovo pronunciata a sfavore; e sono anni che, abbastanza inutilmente, se ne parla e se ne discute: mentre la realtà è che, se si trattasse di foot-ball, oggi, in coda alla classifica, con larghissimo distacco, starebbe sicuramente la sparuta squadra degli esperti del «sì». E non importa che, net frattempo, guarda il caso, come se niente fosse, la gente, questa sua amatissima vitamina C —■ in gocce, in fiale, in | compresse e compressone, con o ' senza arancio e con o senza effervescenza ma sempre ad allegre dosi — la consumi ogni giorno quasi con famelica voracità. E' stato, ed è sempre ancora il professor Lino Pauling — Nobel I '54 per la chimica e '62 per la ! I sfsnpace, autore dell'ormai famoso libretto «Vitamin C and the Common Cold » — a raccomandare l'impiego della sua dilettissima vitamina, in alte dosi (sino a 5 grammi al giorno) per la prevenzione, ed in altissime dosi (sino a 10 grammi al giorno) per la cura di quel grande sconosciuto che è il comune raffreddore. £' stato ed è rimasto solo lui, Pauling, a far da apostolo e da predicatore; tutti gli altri, in fondo, hanno sempre detto di no. colla forza — e non è poco — delle loro ricerche cliniche e di laboratorio. Già da qualche anno, ad esempio, l'equipe dei dottor R. Schwartz. dell'Università del Maryland, ha dimostrato che, a 5 grammi al giorno — cosa che, in volume e numero di compresse, è già una bella misura — la vitamina C non serve a prevenire proprio nessun raffreddore: tant'è vero che l'inoculazione di una dose standard, intranasale, di Rliinovirus 44 in un gruppo di volontari (trattati per 15 giorni coi famigerati 5 grammi di vitamina) e in un altro gruppo (trattato, per lo stesso periodo di tempo, con un qualunque inerte «placebo») ha fatto scoppiare, come se niente fosse, proprio in tutti i soggetti dei due gruppi, il più classico e bello dei rajfreddoracci. Ed allora, in dibattiti che hanno avuto larga eco sui giornali, ecco Pauling che risponde che la dose infettante di Rliinovirus impiegata era una dose da cavallo nei confronti dell'infezione naturale; e che forse, con 10 grammi di vitamina C, le cose sarebbero andate diversamente. Ed ecco gli altri replicare che, per andare a cuccia di un topolino — anche se molto molesto e continuamente tra i piedi — non si dovrebbe arrivare a sparare col mitra. E così via, sino a clic il problemino — per l'ostinazione del dialogo tra un predicatore che non convìnce e la non ingiusta critica dei tecnici — ha assunto toni e proporzioni quasi bizantini. Ma che a nessuno venga in mente che. se alla dzdlccePp«uaviddtcpfbnlndvdvrdfncpsiF «dose Pauling», di IO grammi al giorno, son quasi certi gli effetti secondari da superdosaggio (cefalea, diarrea, insonnia, nervosismo etc.) tanto vale, allora, tenersi il proprio raffreddore? Ezio Minetto

Persone citate: Lino Pauling, Nobel I, Pauling, R. Schwartz

Luoghi citati: Maryland