L'utopia di baint-Simon

L'utopia di baint-Simon Precursore di varie, contraddittorie dottrine L'utopia di baint-Simon Claude-Henri de Saint-Simon: «Opere», a cura di Maria Teresa Bovetti Pichetto, Ed. Utet, pag. 1162, lire 19.000. Domenico Maselli: « Tra Risveglio e Millennio ». Storia delle Chiese cristiane dei Fratelli (1836-1886), Ed. Claudiana, pag. 330, lire 5000. Ai suoi discepoli e continuatori immediati, ClaudeHenri de Saint-Simon apparve il fondatore di una nuova lede religiosa; per Mazzini u sansimonismo fu « la più importante, la più inoltrata manifestazione del nuovo spirito che suscita gl'intelletti; e disseminò maggior copia di verità, idee più jertili e vaste che non le più tra le scuole di socialismo »; per Engels, Saint-Simon è « il reale anticipatore e il predecessore del socialismo moderno »; la collaborazione di Comte con Saint-Simon si colloca agii | inizi del positivismo e delia modèrna sociologia. Ce n'è abbastanza per incuriosire chiunque su questa singolare figura di pensatore, anticipatore di alcune fra le correnti dottrinali, scientin che e politiche oggi più vive, se pur tra loro contraddittorie. E contraddittoria, fra impegni pratici di affarista prima fortunato poi caduto in povertà, e atteggiamenti d'ingenuo profeta, di maestro inascoltato dei re e dei popoli, è la figura dell'uomo e la sua vita; tuttavia anch'esse ricche d'interesse romanzesco. Invece, in questi anni quasi sempre se n'è parlato da noi soltanto di riflesso. A parte il Nuovo Cristianesimo, sono pochissime le sue opere tradotte in italiano e reperibili, e non solo da noi, del resto, il vero Saint-Simon resta per i più un enigma, una terra inesplorata, segnata sulla carta geografica del pensiero politico e religioso con la generica dizione di « utopista ». Meritoria, quindi, è l'impresa affrontata da Maria Teresa Bovetti Pichetto, che ne ha tradotto e presentato le Opere per il lettore italiano (che dispone così di questa edizione non molto tempo dopo l'edizione moderna francese del 1966). Nella traduzione della Bovetti i testi di Saint-Simon sono freschi e scorrevoli. Merito della studiosa che nel restituirceli ha fatto uso, in uguale misura, della sua competenza specifica e del suo gusto per la clarté; ma anche effetto della continuità d'un filone, passato già negli Anni Trenta dell'800, da Saint-Simon e dai suoi discepoli ed espositori, attraverso scrittori italiani. Mazzini, Tommaseo, Montanelli, Lambruschini e altri hanno ragionato in italiano, facendo uso di termini e concetti sansimoniani, « a monte » della nostra cultura politica attuale. Naturalmente, certe parole di Saint-Simon hanno fatto strada: fu il primo a trasformare l'aggettivo <( industriale » in sostantivo; non però nel senso attuale, di chi ge stisce la grande impresa produttrice e trasformatrice, ma in un senso più esteso, che comprende coltivatori, artigiani, commercianti e perfino letterati (e ci viene in mente, ahimè, la variante semantica, in uso in certe nostre zone depresse, dove è « industriale » chi per vivere « s'industria »...). La Bovetti spiega il vocabolo, e altre cose indispensabili a ben comprendere e valutare i testi, nell'apparato agile e completo (introduzione; nota biografica, bibliografica, storica e note ai testi) del bello e ampio volume. Negli stessi Anni Trenta dell'800, in cui il sansimonismo era per i nostri democratici stimolo religioso al risorgimento italiano, mentre in Francia era la dottrina di i una vera e propria « chiesa » capeggiata dal « papa » En fantin, anche in Inghilterra le trasformazioni sociali determinate dalla Rivoluzione industriale si combinavano con la grande rinascita religiosa del primo '800 europeo. Saint-Simon s'ispirava, per fondare il « nuovo cristianesimo », all'annuncio di una religione universale espresso nel tardo '700 da Dupuis; così il gesuita cileno Manuel de Lacunza, esule in Italia dal 1772, col suo libro in cui annunciava una nuova Venuta del Messia (1811) ispirò in Inghilterra, a Plymouth e in altre città. la predicazione millenaristica di alcuni pastori protestanti, da cui ebbero origine le « chiese cristiane dei Fratelli », intese a risvegliare i credenti in vista del prossimo ritorno di Cristo. La Toscana, che ebbe in Lambruschini un tipico esponente del liberalismo cattolico stimolato da Saint-Simon, diede anche al movi¬ mento dei « Fratelli » il suo più attivo propagatore in Italia, il conte Piero Guicciardini, cui si affiancarono altri liberali e democratici. La storia, finora quasi sconosciuta, di questo gruppo evangelico, numericamente modesto ma attivo e tenace specialmente fra i contadini di alcune zone fra loro distanti (il Piemonte, specialmente i dintorni d'Alessandria; la Toscana; le Puglie) viene raccontata con scrupolo di storico da Domenico Maselli, nel terzo volume della collana di « storia del movimento evangelico in Italia » diretta da Giorgio Spini: interessante contributo alla storia religiosa della nuova Italia, vista dal lato delle minoranze. Augusto Comba