Solo loro ci credono ancora? di Giovanni Arpino

Solo loro ci credono ancora? I CONTI DEL MERCOLEDÌ Onestà dei calciatori Solo loro ci credono ancora? '/ campionato ha il fiato corto, ma I supercritlci hanno il naso più lungo di quello che ornò Pinocchio. La Juventus, incantando o meno, aflaticata o no dalla Coppa, costretta a trovar moduli nuovi, non ha adeguati rivali? Lazio e Napoli denunciano limiti vistosi sia come 'mentalità da grandi- sia come tenuta? Le milanesi, in anno grigio, procedono a corrente alternata? Sono tutti quesiti secondari, per certa gente, soprattutto per chi cede alla speculazione e alla polemica autodistruttiva. Non si parla più della « qualità » del football espresso sull'erba domenicale, ma solo di malizie, sotterfugi assurdi, iniquità e complessi lantapallonari. E' la strada che porta direttamente all'Inferno, ma in molti la percorrono con allegria castratoria. all'insegna del 'tanto peggio tanto meglio •. Un quotidiano milanese, con ragionieresca pedanteria, ha compilato una classifica • senza rigori ». La classifica, teorica e anche assurda, dimostra tuttavia che la Juventus guiderebbe il gruppo dei club con notevoli vantaggi su tutte le altre squadre. Ma è inutile parlare, sentendo I ragionamenti tifosi che ci circondano: sempre più stiamo convincendoci che la forma migliore del tifo è quella epidemica, prevista dai trattati medici. Il resto è follia, rinuncia alla ragione e alla logica. Chinaglia e Wilson si ribellano con sadici calcioni (ma le scarpe bullonate non dovrebbero essere considerate armi proibite, come le nocche di un pugile?) contro l'invasore solitario del¬ l'Olimpico. Costui — che è abbonato laziale, tifoso napoletano e mente dicendosi nato In Calabria — ritiene di doversi far giustizia da solo, ma mette in crisi non solo i due club del Sud, bensì anche i 'federali: Non avevano costoro deciso che San Siro doveva essere » punito ' dopo la mitragliata dei razzi anti-juventini e quindi privato di Italia-Polonia? Puntualmente ci ritroviamo con lo stadio romano sfasciato per un terzo, e all'arrivo del polacchi manca poco più d'un mese. Cosa regalerai bel bambino al tuo babbo per l'imminente festa dei papà?, ci insidia il mai morto consumismo. Ma un bell'elmetto perché possa andare allo stadio riparato, risponde l'ingenuo Pierino dei nostri giorni. E già vedo il 'granducaFranchi mentre recita il rosario, in attesa di chissà quali schiarite fiscali e tifose. L'annata delle vacche magre ha seminato desolazione e sbadigli. Due delle possibili squadre in corsa per il titolo, cioè Torino e Fiorentina, che tutti indicavamo come outsiders di gran riguardo, tra un po' apriranno una corsia comune: sono andate avanti in un uragano di incidenti, menischi, esorcismi non funzionanti. La Milano rossonerazzurra ha tirato fuori un topolino ardente dal suo ultimo derby, ma Albertosi (con Zolfi è stato l'unico uomo della Serie. A a sfuggire alle valutazioni critiche della giornata, non avendo parato neanche un tiro degno di questo nume. La Juventus procede dicendo grazie a se stessa e agli avver¬ sari. Contro il Cesena ha costruito cinque palloni-gol. ha colpito un palo, ha impedito ai romagnoli, che giocano a calcio come pochi, di raggiungere l'area di San Dino. Sul rigore, discusso e discutibile, sono piovuti tuoni e fulmini. In tribuna stampa, dietro di me c'era Furino, pure lui convinto del « contrasto • operato da Cera. Ricordo di avergli detto: • Sono convinto anche io, però spero che Damiani sba¬ gli. E se non sbaglia, auguro ai suoi compagni di segnare altre tre reti, sennò ne sentirete delle belle in settimana ». E Furino ad annuire, mordendosi le gote. Se questo è ancora calcio, andiamo tutti ad Amburgo, dove almeno si parlerà di palloni, pallonate, tackles dì ogni genere, senza tante sottigliezze e machiavelliche. E vengano pure I polacchi a suonare il loro valzer lento il 19 aprile. Abbiamo biso- gno di disintossicarli. Ma forse la droga dei pregiudizi ha raggiunto un tasso cosi elevalo di veleni che nessuno — neppure una nonna o un neonato — è disposto ancora a esercitare il buonsenso. Non serve però lamentarsi all'eccesso. Bisogna portare il nostro mattone quotidiano all'edificio comune. E stavolta ce lo olirono gli stessi protagonisti. Torno a » Furia » Furino in tribuna al Comunale: lo vedo e sento sostenere I suoi compagni. » Bravo Scirea, via cosi »; «Scambia, Ciccio, svelto»; "Magnifico, Fabio, guarda a destra», erano ;' suoi commenti. In cappotto e masticando solo il filtro di una sigaretta, il buon ' Furia » parlava da solo, incitando sottovoce i colleghi. Lui credeva alla partita, ma noi, ma tutti gli altri? E mi rifaccio ancora ad una telefonata notturna di Giacinto Magno, desolato per l'autogol di San Siro. Mi conlessa: « Se quella rete fosse stata decisiva per il derby, non sarei più tornato a casa ». E si che ha una moglie e tre figli deliziosi. Concludiamo: sono rimasti solo loro, i calciatori, a credere e operare secondo le forze possibili? La parte sana del • Pianeta Football » si è ristretta al protagonisti, virtuosi o mediocri che siano, menti e tutt'attorno la partigianeria tifosa, l'eccesso della critica, le Intemperanze manesche o verbali spargono I loro miasmi? Il campionato scolora, dicono in molti. Ma la Juventus deve ancora attraversare il suo marzo di ferro, mentre tutti ab¬ bisogniamo di uno svelenamento degli animi, di un riequilibrio psicologico e di fermi propositi per l'avvenire. Vi è troppa impudicizia, nessuna ironia. All'attenzione truculenta degli • addetti ai lavori • non corrisponde una serenità di giudizio. Dice un collega romano, Gianfranco Giubilo: - Se nun ce fosse stato 'sto matto d'un Furvio, con le fregnacce che dice, che avremmo raccontato noi quest'anno? ■. E ha ragione pure lui. Anche se il Doktor, a luria di insistere sui piedi buoni, finirà per ricordarci il principe che voleva Cenerentola: costei teneva il « piedino • (come Antognoni), ma le sorelle, invidiose, si tagliarono alluci e talloni, pur di entrare nella scarpa fatata (di sposa o di regista?). Nella trascorsa stagione, le bande bianconere persero, in un colpo, campionato e coppe varie. Ai tifosi caddero. In un unico istante, lo scudetto, le bretelle e le brache. Non vi fu una piega. Non apparve ombra di contestazione Interna o esterna. Non è passato un secolo, ma solo pochi mesi. Anche questo non suggerisce nulla a nessuno? Anche questo non la rimordere qualche censore o qualche capo di clan? Il campionato declina ma può ancora risolversi in pace, in minime lezioni di gioco, in propositi onesti. O diverrà un fenomeno impraticabile e quindi una ' perdita in più » per la nostra vita collettiva. Ci vuol tanto a capirlo? Giovanni Arpino Per la festa del papà tifoso. Franchi, Maestrelli e Chinaglia riceveranno un elmetto? (Disegno di Franco Bruna)

Luoghi citati: Amburgo, Calabria, Italia, Lazio, Milano, Napoli, Polonia, Torino