Da domani il "paniere,, con sconti medi del 23%

Da domani il "paniere,, con sconti medi del 23% Da domani il "paniere,, con sconti medi del 23% Offerto come "guida alla spesa" da una catena di negozi - Cattive notizie per la carne: rincari (.con la nuova Iva) di 400 lire al chilo Un nuovo paniere della spesa, con prodotti di largo consumo, sarà messo in vendita domani nei negozi aderenti al gruppo d'acquisto Code, Consorzio droghieri di Torino. Promotore dell'iniziativa, che riguarda Piemonte, Lombardia, Liguria e Tre Venezie, è il supergruppo Crai [Commissionarie riunite Alta Italia, 5 mila punti di vendita) con l'appoggio della Confcommercio e dell'Associazione commercianti. Al Code si sono uniti I gruppi d'acquisto piemontesi aderenti al Crai di Biella, Asti, Alba. L'iniziativa durerà 10 giorni, dal 13 al 22 marzo. « Con questa "guida alla spesa" — afferma il presidente del Code, Giuseppe Bezzo — vogliamo attirare ancora una volta l'attenzione del consumatore sulle possibilità di convenienza ollerte dai negozi associati in gruppo. Onesti, attraverso la loro organizzazione e il loro potere contrattuale riescono a svolgere un'azione calmieratrice sul mercato. Il ribasso medio dei prodotti ollerti nella vendita promozionale raggiunge quasi il 23 per cento ». Qualità garantita Operazioni di questo tipo convengono al consumatore che riesce a fare acquisti convenienti e, programmando la spesa sulla base delle offerte mensili dei gruppi di acquisto, a realizzare una forma concreta di risparmio. E anche il commerciante, riducendo i propri costi grazie all'associazionismo, che permette di rivolgersi dilettamente alla produzione saltando il grossista, può attuare vendite massicce con un onesto margine di guadagno. « Non soltanto garantiamo di poter soddisfare le richieste di tutti i clienti nel periodo indicato per una determinata merce, ma assicuriamo anche qualità e contenuto ». Non si tratterebbe cioè del solito specchietto per le allodole, ma di ribassi autentici. Nel paniere di « guida alla spesa » è compresa una ventina di prodotti di largo consumo: pasta di semola di grano duro 370 lire il chilo (anziché 430 lire, prezzo medio); latte a lunga conservazione 185 lire il litro; calle, 200 gr, 525 lire; riso superano Arborio 285 il chilo; riso originario 240 il chilo; biscotti Plasmon, pacco grande, 340 lire; fustino di detersivo 4,6 kg [con tre pezzi di sapone da bucato in omaggio) 2090 lire; una colomba «Simpatia» 750 gr, 1200 lire: Orzoro, 200 gr. 160 lire. E poi saponette, deodoranti, dentifrici, lamette da barba, vermut, dadi, pizza istantanea. Oual è la situazione attuale dei prezzi? Secondo gli esperti » /'/ mercato ristagna ». Consumatori e commercianti hanno adottato la stessa « strategia della riflessione »: ridurre i consumi (in media il 20 per cento negli ultimi mesi per gli alimentari, con punte del 30-40 per cento nel settore del vestiario) e attendere tempi migliori. «£' un periodo di assestamento — spiega Monestarolo del Code —; se alcuni prodotti di determinate marche erano rincarati in passato in misura Inferiore al tasso medio d'inflazione, ora tendono a un lieve recupero. Parecchi fornitori però offrono di nuovo sconti speciali per l'acquisto di forti quantitativi di merce ». Ciò riguarda soprattutto caffè, margarina, maionese, scatolame (le vendite di sottaceti e sottolio, antipasti ecc. hanno subito un calo fortissimo), vino, biscotti, liquori e detersivi. Tutti prodotti che avevano fatto balzi da gigante lo scorso anno ed i cui consumi sono in genere diminuiti. Per alcuni alimentari di largo uso i prezzi tendono decisamente al ribasso. Ecco qualche esempio: l'olio di semi è diminuito, rispetto a dicembre, di 200-250 lire il litro; 150--200 lire in meno l'olio d'oliva; 20-40 lire il chilo la pasta; 10-20 lire un litro di latte parzialmente scremato; 10-15 lire un chilo di farina; 10-15 lire mezzo chilo di pomodori pelati. Cattive notizie dal settore carni. » Già adesso il consumatore paga 500-600 lire di tasse su ogni chilo di carne che compera. Figurarsi che cosa accadrà ora con l'aumento dell'Iva dal 6 al 18 per cento sugli animali vivi ». Questo il primo commento del presidente dell'Associazione macellai, Ouirighetti, all'annuncio di un ulteriore incremento dell'imposta deciso ieri per le carni da macellare. « Non abbiamo ancora latto i conti, ma certamente le tasse a carico del consumatore saliranno ancora di circa 400 lire. Arriveremo sicuramente, in totale, a mille lire per chilo. Vogliono trasformarci in usurai: prendere al cliente per riversare nelle casse dello Stato ». Tasse e aumenti Maggiori tasse significano infatti, nel sistema corrente, nuovi aumenti del prezzo della carne, ulteriori sacrifici per le famiglie, da anni ormai assillate dai rincari a tappeto. Ouirighetti tira l'acqua al suo mulino quando dice che le lievitazioni dei prezzi determinano una contrazione dei consumi e, di conseguenza, minor lavoro per le macellerie. « / macellai di Torino erano oltre mille. Ora sono poco più di 900 ». Il fatto è che la carne ha sempre più quotazioni da oreficeria. Il listino prezzi, varato la scorsa estate, è stato più volte riveduto e corretto. Anche per i bolliti si spendono oggi almeno 2 mila lire il chilo se è manzo, oltre 4 mila se è vitello di prima o sanato. Non parliamo dei tagli più pregiati; il filetto è diventato un lusso: 8 mila lire il chilo. Ma chi può permetterselo?

Persone citate: Giuseppe Bezzo, Onesti

Luoghi citati: Alba, Asti, Biella, Italia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Torino