Domani vertice crisi improbabile di Luca Giurato

Domani vertice crisi improbabile Sul tema: ordine pubblico Domani vertice crisi improbabile I quattro partiti esamineranno anche la possibilità di far votare i diciottenni l'8 giugno Roma, 11 marzo. Il « vertice » governo-maggioranza sull'ordine pubblico e sul voto ai diciottenni, convocato per giovedì alle 17 a Palazzo Chigi, è il primo da quando Moro ha costituito il suo governo. E' lo scoglio più difficile che il presidente del Consiglio dovrà superare per portare il bicolore dc-pri si no aiIe elezioni regionali di giugno. ° Moro rientra domani sera da Dublino e ascolterà subi t0 due dei suoi piu diretti elaboratori: il ministro del VIriterno Gui> cne gU sotto. porra n (( paccnetto » di pro oste suii'0rdine pubblico e sul vot0 dei diciottenni; e ,,, ministro dena Pubblica am mimstrazi0ne, Cossiga, che in u iomi di e le. miche ha avuto l'ingrato compito di coordinare l'attività governo-partiti in vista del « vertice ». Sia Gui sia Cossiga hanno avuto il loro daffare, ma oggi, alla vigilia del rendiconto, la tensione nella maggioranza si è allentata e tutti, ad eccezione dei manciniani, escludono pericoli di crisi. Certo, ognuno dei quattro partiti si presenterà alla riunione di Palazzo Chigi con proprie proposte, e vi sarà una specie di tiro alla fune a quattro, che metterà a dura prova la pazienza e l'abilità del presidente del Consiglio. A favore di Moro, gioca il fatto che nessun partito sembra disposto a gettarsi nella campagna elettorale con la responsabilità di aver messo in crisi un governo nato da soli tre mesi. E nel momento in cui la sua azione è indispensabile al Paese, che faticosamente sta uscendo dalla crisi economica. A sfavore, l'importanza dei temi in discussione (fermo di polizia, sindacato della polizia) che tutti vogliono sfruttare in vista di giugno nel migliore dei modi, com'è naturale. Per il governo, oltre al presidente, prenderanno parte al «vertice» i ministri Gui, Reale, Forlani. Per la de, Fanfa- ni, Zaccagnini, Piccoli e Bar tolomei. Per il pri, La Malfa, Biasini e Cifarelli. Le delega zioni dei partiti che fanno parte della maggioranza, ma non del governo, saranno composte da De Martino, Nenni, Mariotti e Zuccaia (psi); da Orlandi, Tanassi, Cariglia, Ariosto (psdi). Dopo una breve introduzio- ne di Moro, il primo a pren dere la parola sarà Gui, che illustrerà le proposte per far votare a giugno tre milioni ^ nUQVi iovani elettQri „ per dare una svo]ta alla grave situazione dell'ordine pubbli co nel nostro Paese. Il min:! | I j ì j ! I stro dell'Interno ricorderà che, per far votare i diciottenni, la legge pubblicata ieri sulla Gazzetta Ufficiale prevede adempimenti che si po- Domani non usciranno i quotidiani per lo sciopero nazionale dei poligrafici che sollecitano una soluzione delle vertenze in corso alla « Gazzetta del Popolo » e al « Globo ». tranno essere completati solo il 12 maggio. La legge elettorale prevede che nei 45 giorni di campagna le liste non vengano aggiornate, e quindi si è a lungo parlato della data del 29 giugno per il big dey. Ma una proposta del ministro taglierebbe la testa a) toro, e, almeno sulla carta, non si vede perché i quattro non dovrebbero accettarla: approviamo una leggina (che potrebbe essere anche un decreto-legge) che, in deroga alle leggi elettorali, autorizzi il completamento delle liste anche durante gli ormai famosi 45 giorni. Con questa modifica, le elezioni si potranno svolgere l'8 giugno. Solo alcuni ambienti de, ed in particolare l'ex sindaco di Firenze, La Pira, insisterebbero per il 29 giugno. La Pira farebbe pressioni su Fanfani; avrebbe ricordato al leader che il 29 di quel mese è la festa di San Pietro e Paolo e, sempre a suo giudizio, l'influenza dei due padri della Chiesa potrebbe essere positiva per l'azione del padre della de. Che ne pensa Fanfani? Lo sapremo giovedì sera, o, al più tardi, venerdì. Qualche interrogativo anche sulle proposte Gui per la polizia. Ufficialmente, sulle ipotesi esaminate dalla commissione presieduta dal sottosegretario all'Interno, Zamberletti, e da questa trasmesse al titolare del Viminale, c'è il riserbo assoluto. In via ufficiosa, si sa che la commissione è formata da civili e militari della p. s., scelti con sorteggio. Le leggi attuali non consentono né votazioni interne né « creazioni di associazioni »; tanto meno, quindi, sindacati Ma a «forme di rappresentanza» (come si dice nel linguaggio sfumato e burocratico di quegli ambienti) si dovrà pure arrivare, perché il problema c'è, e non può essere eternamente rimandato; anche ieri, poliziotti e funzionari di p. s. hanno dato vita ad una affollata mnaifestazione in un teatro di Milano. Quindi, si parla con sempre maggiore insistenza di una commissione, presieduta dal ministro dell'Interno, con funzionari delle amministrazioni interessate e rapresentanze del personale civile e militare di polizia elette dagli agenti, dai sottufficiali, dagli ufficiali e dalle varie categorie dei dipendenti civili. La commissione avrebbe il compito di occuparsi di tutti i problemi dello stato giuridico, del trattamento economico, dei modi di impiego, orario, trasferimenti e avanzamenti degli agenti. Dopo Gui, interverranno, ad imo ad uno, i rappresentanti degli altri partiti, con le rispettive proposte legge e con il rispetivo carico di esigenze tattiche ed elettorali. La questione dei miglioramenti economici agli agenti li trova concordi, quella del fermo di polizia, e del sindacato, assai discorsi. Qualcuno, oggi, ha affermato che, se il dibattito sarà drammatico, non lo saranno le sue conclusioni. Luca Giurato

Luoghi citati: Dublino, Firenze, Roma