Meno gli allievi nelle scuole guida di Clara Grifoni

Meno gli allievi nelle scuole guida Dopo gli anni del "boom,, Meno gli allievi nelle scuole guida Sono troppe - Chiunque può mettere su un'autoscuola - L'austerity, l'aumento della benzina e la crisi hanno determinato un forte calo Molti lo avranno notato: mentre la circolazione stradale, austerità o non austerità, appare sempre frenetica, il numero delle macchine con la scritta « Scuola di guida » è decresciuto parecchio. Arrendiamoci all'evidenza: come la Francia, come l'Inghilterra, anche l'Italia, dove la patente è di regola a diciott'anni, registra uno sfoltimento nel battaglione dei candidati al volante. Sull'entità del « calo », le fonti d'informazione sono discordi. « Per noi — dice il rag. Renzo Becucci, direttore d'una autoscuola con succursali di paese — è stato del 20 per cento nel '74 e dovuto soprattutto alla provincia. I nostri allievi di città appartengono alla media borghesia e sono ad andamento ereditario. I padri ci mandano i figli e i nipoti, come i mariti le mogli ». Accusa invece il 50-60 per cento il geometra Walter Germano, direttore deZnjnasca, un sindacato che ha tre anni di vita e raggruppa oltre cinquemila addetti ad autoscuole e agenzie di consulenza automobilistica. « Mettiamoci in testa che la grande abbuffata di consumismo è finita: le autoscuole se ne dividono ormai le briciole. Quelle che portavano sui 25 candidati all'esame ogni mese, li vedono ridotti a 10. Siamo in troppi. Per arginare i danni avevamo chiesto un calmiere che stabilisse, poniamo: ogni centomila abitanti, dieci autoscuole; ma pare sia contrario allo spirito democratico ». L'autorizzazione ad aprire una scuola di guida non viene negata a nessuno. La patente risale a prima della grande guerra, ma la regolamentazione delle autoscuole data dal '59, anno in cui vide la luce il nuovo Codice della strada, seguito a quello fascista del '33. Sino ad allora, i pubblici poteri non avevano fatto troppo caso all'insegnamento automobilistico. Il mestiere d'istruttore, non soggetto a controlli, si era sviluppato in modo forse anarchico: d'altronde, l'esame unico, di teoria e pratica insieme, che tutti i candidati sostenevano da « privatisti », non si presentava difficile. Stava esplodendo il boom dell'automobile, che avrebbe por¬ tato a identificare Vitalianomassa nell'automobilista. Le scuole di guida proliferavano: 1816 nel '62, 3231 nel '65, 5349 nel '72 (secondo l'ultima statistica fornita da «Automobile in cifre » a cura dell'Anfia). Adesso pare superino le 7000, di cui un terzo nell'Italia settentrionale (500 in Piemonte). « Se si fa un parallelo con gli anni ruggenti, che grosso modo vanno dal '58 al '66 — dice l'ing. Manlio Ceccopieri, direttore dell'Ufficio regionale della Motorizzazione Civile — il regresso è precipitante. Dieci anni fa rilasciavamo 9-10 mila patenti al mese; nel '74, la media mensile è stata di 4000. Per spiegare questo slittamento, la crisi non basta. In realtà, si sono esaurite le due importanti fasce degli anziani e delle donne. All'epoca del boom i candidati alla patente erano per lo più sui 55 anni, le candidate sui 30. Ora siamo all'ultima leva, ai diciottenni che dalla moto passano alla macchina. Sono tanti, non c'è dubbio. Però hanno talvolta un padre che gli dice: "Io per prendere la patente spesi 12 mila lire; oggi, per mandarti a scuola di guida, debbo sborsarne 80 mila. E dopo, per farti circolare, con quel che costa la benzina? Rimandiamo all'anno prossimo, ragazzo mio" ». Molti aggirano l'ostacolo presentandosi all'esame da privatisti: 2200 lire per presentare la domanda e via. La legge non impone di frequentare una scuola. In breve: l'autodidatta del volante è da considerare un lapsus del Codice. Alle autoscuole si richiede un corso della durata minima di dodici ore per la teoria, di otto per la pratica (patente B); pratica da espletare, sotto la vigilanza di personale esperto, su un'auto con doppi comandi. Ma il privatista, appena in possesso del « foglio rosa », è libero d'immettersi nel traffico su una vettura purchessia: tutto quanto gli si chiede è di avere a fianco una persona provvista di patente. Garanzia irrisoria: sarebbe come permettere di esercitarsi al tiro con armi da fuoco per istrada, purché accompagnati da persona che detenga il porto d'armi. Clara Grifoni

Persone citate: Manlio Ceccopieri, Renzo Becucci, Walter Germano

Luoghi citati: Francia, Inghilterra, Italia, Piemonte