Le auto "del nonno,, vendute a peso d'oro

Le auto "del nonno,, vendute a peso d'oro Asta domenica prossima a Torre Canavese Le auto "del nonno,, vendute a peso d'oro Sono vetture rifinite con cura, in cui si vede ancora l'arte della carrozza - Una "Talbot" del '30 che apparteneva a Ranieri di Monaco (Dal nostro inviato speciale) Torre Canavese, 8 marzo. Un castello, una trentina di invitati, camerieri che servono rinfreschi, diciotto, coloratissime vecchie auto disseminate nel parco, sotto il cielo grigio. Sembra la magica inquadratura di un film inglese. La scena si svolge invece a pochi chilometri da Agliè, nel castello di Torre Canavese, non per un « ciak », ma per la presentazione di un'asta di auto d'epoca che avrà luogo domenica prossima. Frequenti nei Paesi anglosassoni e soprattutto in Inghilterra, dove la passione per le vetture antiche assume a volte aspetti maniacali, aste di questo tipo sono una rarità in Italia. Ve ne fu una nel '70 a Milano, l'anno successivo un'altra a Monza, curata da Sotheby. Poi un vuoto di quattro anni, giustificato anche dal numero limitato dei potenziali clienti del nostro Paese. Ora questo costoso hobby ha conquistato nuovi adepti: « Non si tratta soltanto di un'operazione commerciale — dice l'antiquario Datano, che ha organizzato la manifestazione con la collaborazione del Registro Fiat Italiano — ma anche di un modo per affermare il rilancio di questo collezionismo affascinante e troppo a lungo trascurato ». Davvero queste vecchie vetture, che riassumono la nascita, l'affermazione e poi il boom dell'automobile, hanno uno charme tutto particolare, in un momento in cui la civiltà dell'automobile viene accusata come la causa prima di tutti i nostri malanni economici. Macchine fatte a mano, rifinite con cura certosina, con abitacoli che sono comodi, eleganti e spaziosi salotti. « In queste auto — dice un esperto e collezionista torinese, Veniero Molari — c'è ancora l'arte della carrozza ». C'è un Alfa Romeo RLT del '25 carrozzata da Weymann, che brevettò il rivestimento esterno in finta pelle; una Lancia Lambda 5" serie; una Itala '61 uscita dagli stabili- menti di largo Orgassano a Torino e carrozzata a Londra da Lancefield; la Citroen 5 cavalli battezzata « Citron »; una principesca Talbot del '30 che fino a poco tempo fa apparteneva a Ranieri di Monaco; due Balilla Coppa d'oro; la macchina resa celebre dai film di Ridolini, la Ford T; persino uno dei tre esemplari conosciuti della Temperino, costruita nel '19 in corso Stupinigi, la prima utilitaria italiana. Uno dei fratelli Temperino è morto poche settimane fa a Borgiallo, dove si era ritirato. Alcuni esemplari sono soltanto ricostruzioni, fedeli e accurate, ma pur sempre copie. Non si può non sorridere vedendo la targhetta « Officine Lingotto » su una Fiat Tipo 2 prodotta prima del 1918: le officine in questione vennero costruite nel '23. Ed è un peccato che quest'asta si svolga ventiquattr'ore prima di quella, molto attesa in tutta Europa, organizzata da Christie's a Ginevra. « Ma la manifestazione di Torre Canavese — dice un noto mercante torinese d'auto d'epoca, Massimo Colombo — richiama soprattutto il pubblico italiano ». Un pubblico comunque disposto a spendere non meno di dieci milioni per aggiudicarsi uno degli esemplari originali che sono esposti. C'è del resto una categoria di collezionisti che non rifiuta le ricostruzioni, anzi, per ottenerle si serve magari di pezzi ricavati da vecchi carri funebri. Altri accettano solo i modelli originali: sono ì membri dell'aristocrazia dei collezionisti d'auto d'epoca. Personaggi curiosi, difficilmente etichettabili, hanno un solo punto comune: l'eccentricità, venata di snobismo. L'estrazione sociale è assortita: meccanici, carrozzieri, impiegati, miliardari. Ai rituali raduni delle «veterane», si scambiano cameratesche pacche sulla schiena e si ubriacano insieme. Un hobby che è un modo esclusivo di amare l'automobile; una passione che nasce per motivi diversi. Per alcuni rappresenta un salto indietro nel tempo, il gusto di questi ultimi prodotti di un artigianato ormai scomparso: è come amare i mobili antichi. Per altri è la realizzazione di un sogno di gioventù, quando ci si limitava a guardare proprio queste auto che costavano lo stipendio di un anno. Il collezionista « finito » conosce i particolari più insignificanti di ogni vettura, e un inesauribile magazzino di dati, un perfezionista inguaribile. C'è chi sa tutto dell'operaio che fabbricava il tal carburatore, e chi è disposto a fare mille chilometri per trovare un cerchione originale o il pomello dello starter. Mario Varca Torre Canavese. Il parco dove si è svolta l'asta d'auto d'epoca (Foto La Stampa)

Persone citate: Citron, Ford T, Mario Varca, Massimo Colombo, Ranieri Di Monaco, Temperino, Veniero Molari