Assassinò ramante della moglie Assoluzione, era legittima difesa

Assassinò ramante della moglie Assoluzione, era legittima difesa La sentenza emessa dalla corte d'assise di Ivrea Assassinò ramante della moglie Assoluzione, era legittima difesa La vittima da tempo lo insultava e l'aveva anche bastonato - La sera del delitto aveva aggredito l'imputato con una chiave inglese - Lo stesso p.m. non aveva sostenuto la tesi dell'omicidio (Dal nostro inviato speciale) Ivrea, 7 marzo. Dante Ponzetto uccise l'amante della moglie per legit tima difesa. Così ha sentenziato questa mattina la corte d'assise (presidente Bracchi, giudice a latere Secci, p.m. Cerasoli) assolvendo l'imputato perché il fatto non costituisce reato; lo ha condannato soltanto a 15 giorni per il porto abusivo del coltello, arma dell'omicidio. E' stato dimostrato così che era giusta la prima impostazione della tragica vicenda: nel marzo del '73 il Ponzetto era stato rinviato a giudizio presso il tribunale per omicidio colposo per legittima difesa. La parte civile avvocato Chabod aveva fatto un'eccezione perché gli atti fossero trasmessi alla Corte di Cassazione, ritenendo giusta l'imputazione di omicidio volontario. La Cassazione aveva assegnato il processo alla corte d'assise, appunto ccn questa accusa, ma la sentenza odierna, lungi dall'ammettere la volontarietà ha scagionato completamente l'imputato. La discussione s'inizia con l'arringa dell'avvocato Renato Chabod che tutela gli interessi della vedova Lucia Pavanelj lo e dei due orfani. Il patrono parla di una pena di morte ^he Ponzetto" avrebbe" decreta to contro il rivale Ezio Vago, | poi da lui stesso eseguita. Se o condo Chabod ci fu appostamento e poi aggressione alle spalle, con alcuni colpi di coltello alla nuca, i primi, seguiti da altri all'addome. Punta le - i sue affermazioni sui vestiti a ; del morto, ancora macchiati -;di sangue e tagliati dagli teo, fermieri dell'ospedale quando i r a il ferito venne ricoverato. Li gira e li rigira per convincere1 i giudici della bontà delle proprie affermazioni. Di solito la pubblica accusa è un buon alleato della parte civile, ma in questo processo lo è dei difensori. Il p.m. dottor Giovanni Cerasoli inizia la sua arringa con una difesa dell'imputato «vittima della paura del rivale che era cinico, violento, sprezzante. Il Vago — dice il magistrato — non sopportava la presenza del Ponzetto, sebbene gli avesse portato via la moglie. Gli faceva ogni sorta di angheria e di soprusi, l'ha bastonato a sangue, gli ha fracassato la porta di casa, gli aizzava contro il cane. Per questo Ponzetto si era armato di col- \ tello e per questo temeva con-! tìnuamente d'essere aggredì-. l0 )K I e ] al senso di conservazione. Ha e agito per legittima difesa, nel, I la giusta misura o no? Ecco, è questo è da vedere», secondo e il p.m., Ponzetto deve essere e condannato solo per eccesso - ! colposo di difesa; e per lui Secondo il dottor Cerasoli | non si tratta di aggressione ; da parte di Ponzetto, ma vice- j versa. Ponzetto ha sferrato i i primi due colpi all'addome, ' uno dei quali mortale e poi • gli altri, superficiali, al viso, i al collo e non alle spalle: i «L'azionc di Ponzetto non fu j altro che la reazione a\ovuTlra \ i- ! chiede un anno e òtto mesi di \i1 reclusione e 15 giorni di arre- [ | sto per il porto d'arma. In-1 Ai due difensori, avvocati -1 Gianni e Giorgio Oberto, re- j, I sta scarso spazio dopo che lo ! Ivrea. Dante Ponzetto parla col suo difensore (La Stampa) Dl correva Ponzetto armato di una chiave fissa che il fuggiti vo credeva fosse una scure, gridando: « Ti ammazzo, ades so ti ammazzo». Giorgio Oberto illustrando i personaggi, ricorda che le vere vittime sono il Ponzetto, la vedova di Vago e i loro quattro figli. La responsabilità più grossa ricade su Graziella Baldolli, la moglie di Ponzetto, che aveva accettato la relazione illecita. La calda oratoria dell'avvocato Gianni Oberto dimostra come sia impossibile a uno che fugge terrorizzato d'essere ucciso, determinare l'esatta misura del la legittima difesa. Di qui la richiesta di assoluzione piena, che poi la corte concede. Alla lettura della sentenza Ponzetto scoppia in pianto e il pubblico applaude. Remo Lugli stesso p.m. ha parlato soprat- ì tutto in difesa del loro clien- ! te. Tuttavia parlano, e anche con molta efficacia, per ricor- dare il clima di paura in cui ! Ponzetto viveva e poi per ri- costruire quel tragico fatte nella notte tra il 4 e il 5 set- ; tembre '71, quando Vago rin-1

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