Si apre stamane il "Samia per lei" panorama della confezione italiana

Si apre stamane il "Samia per lei" panorama della confezione italiana Si apre stamane il "Samia per lei" panorama della confezione italiana Il momento è difficile per il commercio dell'abito - Nei primi sei mesi del '74 esportazione rallentata: del 30 per cento nelle gonne e del 39 nei cappotti L'industria della «moda-pronta» femminile è da stamane di scena al Palazzo del lavoro di via Ventimiglia dove alle 9 si apre, senza cerimonie, il 41" Salone mercato internazionale dell'abbigliamento (Samia). Lo schieramento delle aziende può essere considerato soddisfacente quando si tenga conto della battuta d'arresto registrata dal Siimia nel '74, per motivi sia di organizzazione interna, sia legati alla pesante crisi del settore. I 14 mila metri quadri dell'area espositiva si sono dimostrati insufficienti a coprire le richieste di partecipazione: alcune piccole aziende sono rimaste escluse. Al Palazzo del lavoro sono presenti 214 produttori di confezioni femminili, 46 di accessori per l'abbigliamento, 14 di materiali per il commercio degli abiti; 25 aziende vengono dall' estero: Francia, Grecia, Svizzera, Pakistan, Romania, Gran Bretagna e Stati Uniti. Rispetto all'edizione '74, il 41" Samia vede un aumento delle aree occupate del 9 per cenilo ed un incremento delle aziende italiane partecipanti del 34 per cento. Un recupero che fa sperare in un futuro migliore. Anche la ripresa da parte del Samia di azioni promozionali e pubblicitarie che sembravano accantonate in linea con l'austerità, farebbe supporre un consolidamento dell'organizzazione indispensabile per affrontare una fase congiunturale delicata con una propensione al pessimismo da parte degli operatori. A monte di distributori e produttori — a confronto nel Samia — c'è la preoccupante diminuzione degli acquisti da parte dei consumatori che produce disagio, se non crisi, nel commercio. Difficoltà sussistono anche per l'esportazione degli articoli di tessuto e di maglia, soprattutto della fascia di prezzo medio-bassa dove si comincia a far sentire l'accentuata concorrenza internazionale. I risultati relativi ai primi sei mesi '74 rivelano un rallentamento dell'esportazione per il settore femminile pari, in valore, all'8,58. In quantità la diminuzione è stata de' 31,61 per cento. Prendendo in esame i vari comparti dell'abbigliamento femminile si nota che soltanto i cosiddetti «vestiti a giacca» hanno retto alle difficoltà congiunturali (esportazioni, in valore, 45 per cento in più). Le «gonne» non hanno invece avuto fortuna all'estero: il calo è del 30 per cento in quantità mentre il valore è aumentato del 4,51 per cento. In particolare, sempre per le gonne, quelle prodotte in fibra sintetica hanno dimezzato l'esportazione (da 831 a 415 quintali) e l'introito è sceso del 19,97 per cento. La vera e propria crisi dell'export si evidenzia nel comparto cappotti, soprabiti, mantelli e giacche. Il quantitativo è sceso del 39,81 per cento, il valore del 2:',26. Per i nostri produttori, il momento non è quindi dei più favorevoli: manifestazioni come il Samia, che dovrebbero fare da ponte verso i mercati stranieri, diventano importanti nei periodi di stasi dell'export. Per questo gli occhi dei 274 espositori sono rivolti agli arnvi dei compratori dalla Germania, dalla Francia, dalla Gran Bretagna, dai Paesi petroliferi. I quattro giorni del Samia potrebbero aprire una spei ranza. g_

Luoghi citati: Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Pakistan, Romania, Stati Uniti, Svizzera