Collana per tutti di testi famosi

Collana per tutti di testi famosi Collana per tutti di testi famosi Costituzionale, incostituzio-naie. Quanti conoscono il significato pieno di questi due aggettivi abusati, « interpretati », oggetto e fonte d'equivoci rischiosi? Purtroppo i più: e parlano di repubblica, di democrazia, d'eguaglianza dei cittadini, di tutela della persona e del suo lavoro, del concetto di libertà, del diritto allo sciopero, senza mai aver letto quella Costituzione che ne è prima fondamentale garanzia giuridica, e la cui storia è la storia stessa del Paese. Per troppi la Costituzione italiana resta un'entità ignota e astratta e inerte, o un po deroso groviglio di parole magari racchiuse in uno di quei tomi inespugnabili che incutono rispetto e diffidenza: e non sono che quarantadue paginette! Einaudi ha fatto bene ad associarla alla sua « Piccola biblioteca » (pag. 103, lire 1500) con una bella intro- duzione di Giangiulio Ambrosini, di semplicità e chiarezza inconsuete in simili argomenti, e una ricca appendice che comprende: lo Statuto fondamentale del Regno di Sardegna (1848), la Costituzione della Repubblica romana (1849), il Decreto legge luogotenenziale (1944), il Decreto legislativo luogotenenziale (1946), il Progetto di Costituzione (1947), curiosi utili termini di paragone per le leggi, i principi su cui oggi si reggono le nostre istituzioni. E' il primo dei « Testi », dal titolo famoso ma ancora in 1 parte tutt'altro che popolari, ai quali è dedicata la nuova collana dell'editore torinese. Seguono i Saggi di economia rurale (pag. 270, lire 3000), una scelta di scritti di Carlo Cattaneo che Luigi Einaudi curò nel 1939, con un'ampia e lucida prefazione, affrontando in particolare il problema deU'<( edificazione della [ terra coltivata ». E ancora e i r n tre saggi di Herbert Marcuse su Marxismo e rivoluzione (pag. 116, lire 1500), apparsi tra il 1929 e il 1932 quando il filosofo tedesco recepiva i motivi tipici della cultura filosofica e sociologica della Germania di Weimar alla vigilia della presa del potere da parte del nazismo. Altra gradita sorpresa, il Galateo (pag. 75, lire 1200) di monsignor Giovanni della Casa, potente nunzio pontificio presso la Repubblica veneziana, temperamento mondano, cinquecentesco inventore della « ragion di Stato » e dell'« Indice » dei libri proibiti. Con tutte le vicende allegre della sua vita privata e quelle, assai meno allegre, della sua pubblica attività, trovò il tempo d'apparecchiare un « codice » dei bei modi, « aureo libretto » che sottilmente e con efficacia assolve a quella che Marcuse definisce « una delle funzioni più importanti dell'educazione »: creare il « senso di colpa sociale ». L'ipoorisia, il camaleontismo, l'ambiguità dell'invito a compiacere agli altri, anzi a essere gli altri più che se stessi, offrono al curatore, Ruggiero Romano, il motivo per una nuova demistificazione d'un testo « molto più perfido di quel che possa sembrare a prima vista ». Tra i « Testi » notissimi che pochi hanno letto, piacerà quello sensazionale di Niccolò Copernico De revolutionibus orbium caelestium (pag. 118, lire 1500) stampato con l'originale testo latino a fronte, e con la prefazione di Alexandre Koyré. Apparso nel 1453, l'anno in cui l'autore morì, sconvolse il panorama scientifico, teologico, filosofico del tempo: l'Antichità, il Medioevo finivano nello stesso momento da cui l'uomo non era più al centro del mondo. Alberto Sinigaglìa

Luoghi citati: Germania, Sardegna, Weimar