Meno entusiasmo per lo sci emigrato?

Meno entusiasmo per lo sci emigrato? Meno entusiasmo per lo sci emigrato? «Pronto, Gros come si è classificato? Thoeni?». «Pierino quarto e Gustavo terzo, ha vinto Stenmark». «Ah, porca miseria. Grazie». Questa una delle tre o quattro telefonate che «La Stampa» ha ricevuto domenica notte: erano amici di Pierino che chiamavano da Sauze per conoscere l'esito del -gigante- di Garibaldi. Telefonate quasi dì -rigore', le uniche che abbiamo ricevuto durante la lunga trasferta nippoamericana degli azzurri dello sci. Numerose, invece, le richieste di informazione per i risultati di altri avvenimenti (pallavolo, auto, ad esempio). Si ha un po' la sensazione — magari sbagliata, e saremmo lieti di avere il parere dei lettori al riguardo — che l'interesse, la curio¬ sità, la tensione per le vicende della Coppa del Mondo e dei suoi protagonisti si siano un po' allentati. Thoeni e Gros sembrano svanire fra le ombre, persi nella nebbia e nella neve che a Naeba e a Garibaldi hanno messo in crisi le gare. Come mai, proprio adesso che le vicende della Coppa sono giunte ad un momento forse decisivo? Si possono tentare varie spiegazioni. Prima di tutto, la stessa lontananza geografica. Naeba, Garibaldi Mountains, ora Jackson Hole dove diavolo sono? In capo al mondo, con le complicazioni dei fusi orari: otto ore -avantiper il Giappone rispetto all'Italia, nove ore -indietro- per il Canada. Nessuno, inoltre, conosce queste piste, l'atmosfera dei luoghi, le caratteristiche dei centri turistici. Quando Stenmark, Thoeni, Gros, Klammer e compagni danzano lievi e possenti fra i paletti piantati nelle nevi di Val d'Isère o di Chamonix o di Innsbruck oppure si gettano nella -libera- di Kitzbuhel ci sono riferimenti abbastanza immediati. Magari, molti ci hanno sciato o sperano di passarci, prima o poi, un weekend. Ma chi sogna di andare a Naeba? E un altro riferimento viene offerto dalla televisione. Quando le gare si combattevano in Europa, ecco il duplice servizio: quello in -diretta- della tv svizzera e quello in -registrata- della nostra. C'era gente che compiva acrobazie per cavare la mezz'ora da passare davanti allo schermo. Gli azzurri e i loro rivali entravano in casa, li sentivamo vicinissimi. Ciascuno poteva ammirarli o criticarli e, l'indomani, leggere sul giornale le osservazioni dei tecnici e le loro interviste. Adesso la tv non c'è, magari compaiono solo fugaci immagini un giorno o due dopo. Infine, c'è forse una certa stanchezza per questa manifestazione che pare non dover finire più. E' cominciata ai primi di dicembre e si è sviluppata attraverso una serie intensissima di prove, considerando che spesso abbiamo visto insieme -speciale-, -gigante» e -libera-. Fa rabbia, adesso, pensare che Thoeni e Stenmark sono ad un punto cruciale della sfida a tante migliaia dì chilometri da qui. Ci viene tolto il gusto di vivere con loro questo momento. r. S.

Luoghi citati: Canada, Europa, Giappone, Innsbruck, Italia