Tre banditi armati assaltano un treno, ma devono fuggire di Gino Mazzoldi

Tre banditi armati assaltano un treno, ma devono fuggire Ieri all'alba sulla linea Milano - Domodossola Tre banditi armati assaltano un treno, ma devono fuggire La rapina sventata dall'agente di scorta che, senza alcuna esitazione, ha tirato il segnale d'allarme - I rapinatori, presi alla sprovvista, sono subito scesi dal convoglio e, successivamente, per fuggire più in fretta, hanno aggredito un tassista (Dal nostro corrispondentei Milano, 5 marzo. Per la quarta volta nel giro di un mese, è stato assaltato un treno. Il colpo di stamane è però fallito per la prontezza di spirito di un agente di polizia che si trovava sul vagone postale; i banditi sono stati costretti a fuggire e per non essere catturati hanno dovuto impossessarsi, con la forza, di un'auto pubblica. Il tentativo di rapina è avvenuto a Lucernate, piccolo centro ad una decina di chilometri da Milano, tra le stazioni di Rho e Vanzago. Erano le 4,55. Il treno locale «Milano Domodossola» che parte dalla stazione Centrale del capoluogo lombardo alle 4,25, è giunto in perfetto orario alla stazione di Rho per la prima fermata di 4 minuti. Il convoglio era formato da quattro carrozze, il bagagliaio, il vagone postale e, in coda, un carro merci. C'erano solo sei passeggeri saliti alla stazione di Milano: tre nelle carrozze subito dopo il locomotore, gli altri nello scompartimento che precedeva il vagone postale. Questi ultimi sembrava¬ no operai: sotto il cappotto avevano la tuta blu e reggevano una borsa. Preso posto nello scompartimento i tre hanno spento la luce e tirato le tendine mettendosi a dormire; il controllore, per non disturbarli, aveva deciso di bucare i loro biglietti alla stazione dove sarebbero scesi. Invece, non appena il convoglio è partito dalla stazione di Rho, i falsi passeggeri sono entrati in azione: dalle loro borse hanno estratto passamontagna, pistole e un fucile a canne mozze. Col volto mascherato e impugnando le armi, si sono avvicinati alla porta che immette nel vagone postale dove in quel momento c'erano i «messaggeri», Gianfranco Zamboni, 36 anni, da Domodossola, Ibaldo Panfili, 37 anni, abitante a Cormano, via Giovanni XXIII e Sergio Sirtori, 23 anni, residente a Milano, viale Fulvio Testi 122, nonché l'agente Giovanni Pais, 21 anni, del comando della polizia ferroviaria di Milano. I banditi hanno bussato chiedendo di poter entrare per raggiungere un'altra carrozza. «E' chiuso a chiave — ha risposto Ubaldo Panfili — e dopo il nostro vagone c'è solo un carro merci». I rapinatori hanno insistito cercando di forzare la maniglia. Visto che non riuscivano ad aprire, uno di loro, col calcio del fucile, ha mandato in frantumi il vetro della porta tentando di infilare la mano per far scattare la serratura chiusa dall'interno (questa precauzione, infatti, è stata presa dal compartimento ferroviario dopo i recenti «colpi» sui treni). L'agente Giovanni Pais, quando ha potuto i vedere i tre banditi non ha I esitato un istante: mentre i «messaggeri» postali si buttavano dietro il bancone di smistamento della posta, il poliziotto ha tirato il segnale d'allarme e il convoglio si è bloccato ad un centinaio di metri dal passaggio a livello della frazione di Lucernate. I banditi, colti di sorpresa, hanno aperto lo sportello, si sono gettati dal vagone e sono fuggiti. I tre rapinatori hanno raggiunto di corsa via Magenta, una strada parallela alla linea ferroviaria, dove si sono imbattuti nel taxista Sabino D'Agostino, 37 anni, abitante a Pregnana Milanese, via Vittorio Emanuele 37, che stava dirigendosi a Milano per iniziare il suo turno di lavoro. I banditi gli hanno fatto cenno di fermarsi e l'autista ha frenato. «Ho abbassato il finestrino — ha poi raccontato il D'Agostino — e proprio in quel momento uno di loro ha estratto una pistola costringendomi a scendere». Il taxista, superato il primo attimo di sbigottimento, ha tentato di reagire, ma i tre lo hanno colpito con pugni. Quello che aveva la pistola gli ha ripetutamente calato il calcio dell'arma sulla testa facendolo cadere a terra, tramortito. Subito dopo i rapinatori sono saliti sul taxi, nel cui baule l'autista teneva 100 mila lire in contanti, e si sono diretti verso Cornaredo. Intanto il casellante del passaggio a livello dava l'allarme ai carabinieri di Rho e Magenta. L'autista Sabino D'Agostino si era ripreso, aveva raggiunto una casa e svej gliato gli inquilini. Perdeva sangue. Accompagnato all'ospedale di Rho il medico del pronto soccorso gli ha riscontrato la frattura del setto nasale. Guarirà in un mese. I banditi nella fretta di fuggire hanno abbandonato sul treno le loro borse nelle quali sono stati trovati cerotti e pezzi di corda che dovevano evidentemente servire per immobilizzare le vittime. Sul convoglio c'era un carico di notevole valore (pare alcune centinaia di milioni in valuta italiana e straniera). Evidentemente i malviventi erano stati informati da un «basista» di questo particolare. Le indagini pertanto sono state subito estese al personale dell'ufficio smistamento da dove partono i «sacchi» contenenti il denaro. Gino Mazzoldi Milano. Il vagone postale assalito dai banditi presso la stazione di Rho (Telefoto Solicini) Milano. Ubaldo Panfili, uno dei tre impiegati nel vagone

Persone citate: D'agostino, Gianfranco Zamboni, Giovanni Pais, Sabino D'agostino, Sergio Sirtori, Ubaldo Panfili