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Rapinarono e gettarono in acqua un tedesco che cercava " donne"
Rapinarono e gettarono in acqua un tedesco che cercava " donne" Due episodi di violenza in tribunale e in corte d'assise Rapinarono e gettarono in acqua un tedesco che cercava " donne" Condannati (2 anni e mezzo) tre giovani di Venaria che si offrirono di portare il turista a visitare "Torino di notte" - Altro processo: 4 anni e 8 mesi per una sparatoria in v. Ormea Due anni e mezzo di carcere a ire rapinatori di Venaria che, poco sensibili al dovere dell'ospitalità, avevano accompagnato un tedesco per le vie cittadine in cerca di avventure, e poi l'avevano aggredito, derubato dei roldl e scaraventato in un canale. Sono Andrea D'Alcamo, 28 anni, via Trento 5; Giulio Provenzano, 26 anni, via Andrea Mensa 20; Vito Amato, 26 anni, via Rossini 5. Difesi dagli avvocati Paroncilli e Perla, sono stati giudicati dalla prima sezione del Tribunale presieduta dal dottor Palaia. La vittima è il tedesco Martin Kranz, 47 anni, di Brema, che il 13 settembre '73 si trovava in Italia per ragioni di lavoro. Entrato nel bar «Centrale» di Venaria con alcuni giovani, tra cui gli imputa, ti, aveva bevuto, poi aveva deciso di recarsi a Torino per fare un giro «notturno».. Secondo l'accusa, D'Alcamo, Provenzano e Amato si offrirono di accompagnarlo: «Conosciamo dei posticini molto accoglienti, dove le avventure sono a portata di mano». Ma Torino non è Amburgo: e i «posticini» si rivelarono ben presto corso Massimo d'Azeglio e le vie laterali, pullulanti di prostitute. Il tedesco fece buon viso a cattivo gioco, la comitiva si fermò presso un palo di passeggiatrici per contrattare. Ma il Kranz, uomo d'affari, non raggiunse l'accordo con nessuna donna e fece capire chiaramente agli accompagnatori che preferiva tornarsene In albergo. I tre, a questo punto, seccati (speravano forse che la loro compagnia sarebbe stata ben ripagata), inforcarono corso Moncalleri e raggiunsero una località solita ria. Qui si rivelarono per quel che erano: presero a pugni lo sprovve duto tedesco, gli sfilarono il portafogli con oltre 100 mila lire, gli tolsero le scarpe e lo gettarono di peso in un canale. La vita «notturna» torinese rimarrà per sempre Impressa nella memoria di Martin Kranz (che se la cavò con un raffreddore). * «Non conosco chi voleva farmi luorl. E' stato fulmineo: con la mano nella tasca della giacca, dove teneva la pistola, me l'ha puntata addosso, come si vede net film. Ho avuto paura, ho sparato per difendermi. Se avessi voluto ucciderlo, non mi sarebbe stato difficile. Invece di proposito l'ho colpito solamente al braccio ». Cosi ha spiegato ieri mattina al. la corte d'assise (presidente Barbaro, cancelliere Ferlito), Antonino Intraia, che doveva rispondere di tentato omicidio nei confronti di Giovanni Basso, scaricatore ai Mercati generali. La sparatoria avvenne la sera del 9 novembre '72, in via Ormea 76, davanti a un ristorante. La parte lesa non si è presentata, e il processo è rimasto avvolto da molte ombre. Quale il motivo dello scontro a fuoco? «Racket», prostituzione, gioco? Non si sa. L'imputato, palermitano, alle domande del presidente allargava le braccia. «Non so chi sia, questo Basso, non so perché ce l'avesse con me». Il pubblico ministero ha proposto la sua condanna a 8 anni di reclusione, più 1 anno e 2 mesi per l'arma. I difensori, avvocati Gabri e Ascari, hanno convinto la corte che il loro assistito era stato provocato. Sentenza: 4 anni e 8 mesi.
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