ll "trauma" degli interessi

ll "trauma" degli interessi ll "trauma" degli interessi Dal 1° marzo è in vigore l'accordo interbancario per limitare la remunerazione dei depositi - Le banche temono ora una perdita secca di liquidità a favore di altri investimenti - Quando diminuiranno i tassi d'interesse richiesti per l'erogazione di credito? (Nostro servizio particolare) Milano, 3 marzo. Dal primo marzo è entrato in vigore l'accordo stipulato fra le banche per limitare la remunerazione dei depositi. La feroce stretta creditizia, che raggiunse il culmine nel secondo semestre dell'anno scorso, aveva scatenato fra i diversi istituti di credito una lotta accanita per l'accaparramento dei depositi e le remunerazioni avevano toccato livelli senza precedenti. Ciò aveva abituato i risparmiatori, anche per modesti importi, ad ottenere interessi altissimi che non potevano durare per molto tempo senza mandare definitivamente a rotoli l'economia In gennaio la situazione si è progressivamente distesa ed è sembrato fosse venuto il momento di invertire la tendenza. L'esperienza del 1974 era però ancora troppo bruciante e le banche temevano che, dopo una breve schiarita, si sarebbe ritornati ai tempi duri. Fu per questo che l'offerta di 500 miliardi dì Buoni ordinari del Tesoro al sistema bancario il 27 gennaio ebbe ' un risultato sconcertante: ; nonostante l'alto reddito j (14,13 per cento), ne fu sot- j ioscritto solo il 40 per cento e il rimanente dovette come \ al solito accollarselo la Bau- i ca d'Italia. Nel frattempo la nostra bilancia dei pagamenti continuava a migliorare, segno che il recupero monetario era consistente: ormai le fughe di coprale si erano ridotte moltissimo ed erano in atto vistosi rientri di fondi lasciati precauzionalmente oltre confine. Il primo tangibile segno di ripresa fu il deciso ribasso dei tassi interbancari dovuto all'abbandonanza di liquidità. Venne poi l'accordo sui tassi deciso a metà febbraio presso l'Associazione bancaria italiana che, come si è detto, è andato in vigore il primo marzo. La riduzione della remunerazione sui depositi è stata forse eccessiva perché avrebbe dovuto essere graduata nel tempo ed è possibile che in un primo momento si producano irregolarità e smagliature. I depositanti hanno già elevato vibrate proteste, perché la perdita di valore della lira è tuttora sensibile (13-15 per cento su base annua) e anche perché sugli interessi percepiti grava la trattenuta fiscale del 15 per cento, che fino al 31 dicembre 1973 non esisteva e nel 1974 non aveva pesato molto data l'altissima remunerazione. Gli istituti di credito, inoltre, temono tuttora di perdere depositi e sì regolano in conformità con quanto praticato dalla concorrenza. Per dì più ingegnosi aggiramenti vanificano in parte l'effetto del nuovo accordo bancario. Molto dipende, comunque, dalla situazione del mercato del danaro. Il 27 febbraio potrebbe essere considerata come la data di svolta. I 750 miliardi di Buoni del Tesoro a 3 mesi offerti alle banche alle medesime condizioni di gennaio sono stati supersottoscritti ed è stato necessario provvedere al riparto. Il numero delle banche interessate è stato, ancora una volta, molto limitato, segtw che gli istituti di credito medio-piccoli sono rimasti alla finestra per vedere innanzitutto cosa avrebbero fatto i «grandi», ma poi, conosciuto il risultato dell'operazione, si sono messi immediatamente alla ricerca di obbligazioni e il tasso interbancario è pesantemente ribassato. Un elemento esterno al nostro Paese ha favorito la tendenza. La fuga dal dollaro ha provocato fra l'altro anche una discreta richiesta di lire sul mercato internazionale così che in febbraio, i nostri conti con l'estero sono terminati addirittura in attivo. Di conseguenza la liquidità interna è aumentata con positivi riflessi sui tassi d'interesse. Ora ha inizio la seconda fase dell'operazione recupero. L'anno scorso i depositi a breve termine rendevano assai di più degli investimenti a media e lunga scadenza. In marzo dovrebbe avvenire il contrario: diminuita di molto la remunerazione delle banche alla clientela, un grosso flusso di liquidità dovrebbe indirizzarsi verso il reddito fisso. Una prima avvisaglia sì è già avuta con la recente emissione di obbligazioni Imi 8 per cento decennali che praticamente rendevano il 12 per cento circa: la prima tranche di 400 miliardi è stata facilmente assorbita dal mercato. Inoltre, sotto state collocate molte cartelle fondiarie ad alto reddito e la Banca d'Italia ha dovuto intervenire continuamente in Borsa vendendo ingenti quantità dì titoli anche per impedire che si producessero vistose e dannose irregolarità. Il rendimento medio delle obbligazioni già quotate, tenuto conto del premio di rimborso, è attualmente dell'll per cento circa, vale a dire superiore a quello pre¬ visto per i depositi bancari. Il punto dolente rimane sempre quello dei tassi richiesti dalle banche per l'erogazione di credito. Nonostante il miglioramento della situazione, il costo complessivo della raccolta rimane assai alto e non ci si deve attendere grandi ribassi. Secondo alcuni esperti i tassi praticati alla clientela più importante non dovrebbero scendere sotto il 17 per cento, il che significherebbe per gli altri una riduzione di soli 2-4 punti percentuali che gli imprenditori considerano assolutamente insufficiente. Le necessità di finanziamenti in Italia sono immense, sia nel settore pubblico sia in quello privato e in un primo momento la molla della concorrenza fra banca e banca non potrà funzionare. Più colpiti saranno così i medi e piccoli utilizzatori che dovranno fare bene attenzione a non perdere gli attuali affidamenti creditizi. Come si vede un netto miglioramento c'è, senza dubbio, ma la strada per recuperare il terreno perduto nel biennio 1973-1974 è ancora lunga e faticosa. Renato Cantoni Importi massimi non derogabili Conti correnti Depositi a risparmio Sino a 20 milioni . . . Non fissato Non fissato Da 20 a 50 6,5% 8% Da 50 a 100 8»b 9,5".. Da 100 a 250 9,5% 11»/,, Oltre 230 10,5»i 12»i> Le banche stanno comunicando alla clientela il nuovo livello deità Interessi loro corrisposti a partire da .sabato 1° marzo, mentre si attende che entro venerili riducano quelli pretesi dai clienti. Ai clienti principali le banche stanno ancora facendo pagare tra II 18,25 e il 19 per cento annuo. La scorsa settimana le banche hanno offerto il 50 per cento in più del Buoni del Tesoro posti a loro dispo slzlone al tasso anticipato del solo 13 per cento. Si ritiene perciò possibile una sensibile discesa dei tassi attivi, anche se — secondo indiscrezioni — pare che le banche si orientino a fissare la cifra massima da chiedere al clienti, lasciando ogni istituto libero di domandare meno.

Persone citate: Renato Cantoni, Sino

Luoghi citati: Italia, Milano