Battaglia tra carabinieri e S banditi prima della rapina: salvi gli ostaggi

Battaglia tra carabinieri e S banditi prima della rapina: salvi gli ostaggi in via Barbaroux al "bar dei marsigliesi,, spari e bombe lacrimogene Battaglia tra carabinieri e S banditi prima della rapina: salvi gli ostaggi Alte 14,10 sirene, blocchi stradali - I militari irrompono nel locale, li accoglie una scarica di pistole - Due si arrendono, due sono stanati con i gas - Un quinto, ricercato per assassinio, si nasconde con 3 ostaggi in un alloggio - Un cane poliziotto lo snida Battaglia In via Barbaroux, nel primo pomeriggio di ieri, fra carabinieri e delinquenti: spari, bombe lacrimogene e cani poliziotto, inseguimenti, la strada bloccata, porte sfondate. Quattro banditi si sono arresi, il quinto e stato braccato per tutta la casa e scovato infine da un cane poliziotto. Per nascondersi, il fuggiasco aveva sequestrato un uomo, una donna e un bimbo di un anno. Alle 14,10 la quiete sorniona di via Barbaroux si è rotta d'improvviso. Sirene, « gazzelle » che bloccavano le entrate di quest'angolo di casbah, militari in divisa che correvano, le armi spianate. Al numero 10, davanti ad un'edicola di giornali, c'è un bar noto alla cronaca, soprannominato il « bar dei marsigliesi ». Qui nell'estate del '71, durante le indagini per una rapina di 150 milio¬ nucsdalipctcu ni alla Stefer di Roma, quindici uomini e sei donne, tutti ricercati per vari reati, furono arrestati dalla polizia. Dentro c'era di tutto: delinquenti d'ogni tipo, armi, franchi francesi per 50 milioni, ostriche, aragoste e champagne, documenti falsi, una sedicente « star » della danza del ventre, persino una giovane algerina che si stava dissanguando dopo un aborto casalingo. Da tempo si sapeva che il bar era il covo di quella malavita italo-francese che è considerata la meglio organizzata, la più pericolosa, la depositaria dei « colpi » più grossi, dal contrabbando di droga alle « rapine. L'alloggio al | primo piano, collegato al locale | o a a a e , a \ i l l 5 o n eni inOo oa, o i, roo o ea iernncon una scala interna, faceva da rifugio per i delinquenti che dovevano « scomparire » per qualche tempo, finché polizia e carabinieri si fossero dimenticati di loro. Ieri, dopo aver chiuso la strada, i carabinieri sono entrati. Erano venuti a sapere che U si stava preparando una rapina in una grossa oreficeria; sarebbe dovuta avvenire nel giro di poche ore. Dietro il bancone c'era il gestore, Giuseppe Rallo, 42 anni, che nella confusione è fuggito. I brigadieri Cuniersi e Guglielmino, armi in pugno, hanno spalancato la porta che conduce ad una saletta interna. La banda era a tavola: questa volta niente aragosta, ma banali carciofi in insalata. I cinque sono scattati in piedi, una scarica di tre pistole all'unisono ha accolto i militari. Questi hanno risposto al fuoco, c'è stato un lungo scambio di colpi. Tre banditi hanno imboccato la scaletta, due sono fuggiti al primo piano, in una camera che si affaccia sulle scale, chiudendosi la porta alle spalle a doppia mandata. Un terzo si è dileguato. Altri due si sono arresi: Edgardo Milana, 28 anni, nato a Tunisi, abitante in corso Salvemini, e Pierre Gallo, di Tabarka in Tunisia, domiciliato presso il bar. Sono stati chiesti rinforzi, so-1 no giunte altre « gazzelle » con il colonnello Oresta, i capitani Formato e Lotti del Nucleo investigativo, il maggiore Traversa, le o Volanti » della polizia con il dottor Montesano della Criminalpol e il capo della Mobile, dottor Fersini. Poco dopo è giunta una pattuglia di carabinieri con i cani poliziotto della sezione cinofila di Pralormo. Con candelotti lacrimogeni lanciati dal cortile i militari hanno tentato di stanare i delinquenti asserragliati al primo piano. Intanto si ispezionava l'edificio piano per piano, una miriade di alloggi sparsi lungo i ballatoi. Con i cani si perquisivano le cantine, pure comunicanti con il bar attraverso una porta sotto la scala interna. In una camera del terzo piano, affittata da Maria Rallo, 34 anni, è stata trovata una borsa con tre mitra Sten, una pistola, calze di nailon, proiettili, cappucci, tute. Il classico equipaggiamento dei rapinatori, forse quello che doveva servire per l'assalto all'oreficeria. SI continuava a cercare il bandito scomparso, chi non apriva la porta se la vedeva abbattere. Infine, a spallate, i carabinieri entrano 1facendosi precedere da bombe Mllll lllllllIllitllilllllli lacrimogene, nella camera al primo plano dove due banditi erano ancora rinchiusi. SI arrendono Antonino Gallo, anche lui nato a Tunisi, 27 anni, residente | a Nichelino, ed Enzo Povcno, | :',:! anni, senza fissa dimora. Poi, poco dopo le 15,30, il cane VVolf, sulle tracce dell'ultimo fuggiasco, si ferma sul ballatoio del primo piano, davanti alla porta di Giuseppe e Camilla Epifani, 163 e 55 anni. I carabinieri bussano, nessuno risponde. Stanno per usare anche qui le spallate, ma finalmente i due aprono. La donna ha un bambino in braccio, il nipotino Filippo, di un anno. A gesti, Camilla Epifani fa capire che lì c'è qualcosa. Il lupo è già entrato di corsa, seguito dal conduttore. Si sente un grido soffocato, una bestemmia. Sotto il letto Wolf ha scovato Il quinto bandito, l'ha afferrato con 1 denti per un braccio e stanato. L'uomo tenta di scagliarsi contro il conduttore, il cane gli si avventa al volto, trattenuto appena in tempo dal carabiniere prima che lo sbrani. Il delinquente viene immobilizzato: è Alberto Franconi, 26 anni, di Marsiglia, « segnalato internazionale », ricer¬ cato dall'Interpol. Avrebbe ucciso un poliziotto francese e sarebbe poi evaso dal carcere. Al San Giovanni è stato medicato per escoriazioni, guarirà in una settimana. « Erano le 14,15 — ha poi raccontato Camilla Epifani — mio marito era fuori. Ho sentito sparare, mi sono affacciata al balcone con il bimbo in braccio lasciando la porta socchiusa. Quando sono rientrata in casa c'era un uomo, mi ha minacciata di morte se avessi detto a qualcuno che era lì. Si è nascosto sotto il letto. Quando Giuseppe è rientrato è sbucato dal nascondiglio e gli ha detto che l'avrebbe ammazzato se avesse parlato. E' rimasto qui un'ora e mezzo, un incubo ». Franconi è stato riconosciuto da un carabiniere che, durante la sparatoria, l'aveva visto correre sul ballatoio e lanciare la pistola in cortile prima di scomparire. Tutti sono stati arrestati per associazione per delinquere, tentato omicidio, detenzione di armi da guerra. Servizio di: Ezio Mascarino, Arturo Rampini, Mario Varca. Fotografie di: Cesare Bosio e Piero Goletti. 1 Alberto Franconi, ricercato dall'Interpol, ha tenuto prigionieri per quasi due ore Camilla Epifani e il piccolo Filippo - Altri arrestati: Pierre e Antonino Gallo, Edgardo Milana Per le ricerche sono stati utilizzati anche i cani poliziotti I lltllllJlIIIIIIIIIIIIIIIIIIJIIIllllllll 11llIIII3!lllllll]ll!ll]llllllllllltlMIIMIIllt1lllllllliiII

Luoghi citati: Marsiglia, Nichelino, Pralormo, Roma, Tunisi, Tunisia