l 5 anarchici in volo cercano un Paese arabo che li accolga di Tito Sansa
l 5 anarchici in volo cercano un Paese arabo che li accolga Ansia per la sorte di Lorenz prigioniero a Berlino l 5 anarchici in volo cercano un Paese arabo che li accolga L'aereo è partito ieri mattina, ostaggio volontario l'ex borgomastro Albertz - Negati gli attcrraggi da Libia e Siria, il "Boeing" è sceso a tarda sera ad Aden per rifornimento di carburante - A Berlino sembra che la polizia conosca già il rifugio in cui Lorenz è detenuto (Dal nostro inviato speciale) Berlino, 3 marzo. Sono ormai cinque giorni che il vicepresidente del Parlamento e capo della lista democristiana Peter Lorenz, vincitore delle elezioni di ieri a Berlino, è prigioniero del «Movimento 2 giugno», che lo ha catturato con le armi la mattina di giovedì scorso e lo tiene nascosto in questa enorme città. Nessuno sa quando ritornerà libero, bisognerà aspettare che si concluda il folle volo del Boeing 707 partito stamane dall'aeroporto di Francoforte con a bordo cinque terroristi (due uomini e tre ragazze), la cui liberazione era stata chiesta in cambio della vita di Lorenz. Bisognerà anche aspettare che I l'ostaggio degli anarchici, il pastore evangelico Heinrich I Albertz (ex sindaco di Ber- j lino), partito con loro, sia ritornato incolume in Germania. Soltanto allora — certamente non prima di do- ! mani pomeriggio — il «Mo- j vimento 2 giugno» si deci- ! derà a rimettere in libertà Peter Lorenz, se nel frat- I tempo non sarà successo : qualcosa di imprevisto. Finora, salvo lievi mutamenti di tattica e di orario, ! la macchina ha funzionato : con la perfezione di un oro- j logio, terroristi e polizia hanno collaborato in sincronia, si sono scambiati i messaggi con prontezza e precisione, gli uomini politici di Bonn e di Berlino li hanno appoggiati, favorendo il rispetto di tutti gli ultimatum posti dai | rapitori, per non mettere in pericolo la vita di Lorenz. Questo era l'obbiettivo imme-1 diato, solo alcuni alti funzionari della polizia e il capo dei cristiano-sociali bavaresi Franz Joseph Strauss avrebbero insistito per non cede- : re al ricatto dei banditi. Ma sono stati messi in minoranza, il sentimento di solidarie- ' tà umana per Peter Lorenz e per la sua famiglia ha prevalso sulla ragion di Stato. Per salvare la vita di un uomo, tutta la Germania si è piegata. Alle 9,56, con quattro minuti di anticipo sulla scadenza dell'ultimatum posto dai rapitori di Peter Lorenz (lo avevano prolungato di un'ora, per le difficoltà tecniche sopravvenute nella notte), il quadrigetto «Afrika» del tipo «Boeing 707» della Lufthansa ha staccato le ruote dalla pista dell'aeroporto di Franco sldrfugmctslcmsRitBsnzdforte, avvolto nella nebbia, j Sconosciuta era a tutti la me ta del viaggio. A bordo si trovavano quattro membri dell'equipaggio, il pilota, il copiIota, l'ingegnere di bordo e uno steward, i cinque terroristi liberati dalle carceri tedesche più il loro «accompagnatore», Albertz. L'aereo, su richiesta dei rapitori, era stato rifornito con 72 mila litri di cherosene, i quali gli concedo! no una autonomia di volo di 12 ore, cioè fino alle 22 di questa sera, e gli permettono di raggiungere una meta lontana 8600 chilometri. La scena della partenza è stata trasmessa in diretta dalla televisione di Berlino, per dare ai rapitori di Peter Lorenz la certezza che non vi fossero inganni. Alle 9,17, con un'ora di ritardo sul programma, una colonna di camionette della polizia si è accostata alla scaletta del gigantesco quadrigetto che stava scaldando i motori. Dapprima le tre ragazze, Verena Becker, Gabriele Kroecher-Tiedemann, Ingrid Siepmann, sono salite sull'aereo, seguite da Rolf Pohle e da Rolf Heissler; infine dal pastore Albertz, che teneva sotto il braccio un pacco di giornali. Durante la notte a Bonn, a Berlino e a Francoforte nessuno aveva dormito, né i politici degli «stati maggiori di crisi», né gli agenti, né i giornalisti, né i cinque terroristi da liberare in cambio di Lorenz. Le riunioni, le conferenze, le interviste si sono succedute con ritmo frenetico, nessuno sapeva che cosa sarebbe accaduto nelle ore seguenti, un giornale è uscito stamane con un titolo enorme: «ftforzrà Peter Lorenz stamane alle 9?». Era successo che i cinque terroristi, concentrati a Francoforte e raccolti in una sala riservata dell'aeroporto internazionale, non riuscivano a mettersi d'accordo sul Paese nel quale trovare rifugio. Infi- ne, dopo cinque ore di discussione, alle 4,30 del mattino, dinanzi alle telecamere collegate in presa diretta con Berlino, l'assistente di farmacia Ingrid Siepmann, sempre sorridente e con voce velata, ha asupsgsp annunciato a nome suo e dei suoi compagni che intendeva partire e che la mèta sarebbe stata comunicata all'equipaggio durante il volo. Con decisione i cinque rifiutavano la proposta della Lufthansa di j far partire anche un equipaggio di ricambio (otto uomini ' invece di quattro). Con la partenza dell'aereo e | la sua scomparsa nella nebbia di Francoforte l'ultima delle condizioni poste dal «Movimento 2 giugno» era stata soddisfatta. Ma la tensione, anziché diminuire, aumentava, i rischi per l'incolumità di Lorenz tornavano in primo piano. A Bonn il portavoce del governo Bolling dichiara- Tito Sansa (Continua a pagina 2 in sesta colonna) j g' | Rolf Heissler e Verena Becker, due degli anarchici partiti con il Boeing dall'aeroporto di Francoforte (Telefoto Dpa)
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